MONTENERO DI BISACCIA. L'altra volta che una variante al Prg ha creato imbarazzi è stato parecchi anni fa. Con qualche differenza importante: c'era di mezzo un privato, invece stavolta la frittata è tutta interna al municipio. Aspettando le dichiarazioni choc di Fabio De Risio, da lui stesso annunciate sui social, vale la pena di tornare sul singolare episodio analizzato ieri su Monteneronotizie. Anticipando che lunedì ci sarà con ogni probabilità un match che vedrà contrapposti, più di tutti, il consigliere di minoranza e l'assessore all'Urbanistica Nicola Marraffino.
La vicenda molto in breve. L'amministrazione comunale approva il progetto per una nuova parte di asilo nido, in viale Europa, e si accorge a iter avviato, addirittura lavori affidati, che occorreva una variante al Piano regolatore generale. Ciò che si traduce nel dover approvare (di nuovo) il progetto, ma stavolta in Consiglio comunale e non più in giunta, essendoci la variante. Uno scivolone politico e burocratico tutto interno al municipio. Scoperto grazie a Fabio De Risio, o per colpa, dipende da chi giudica.
Lunedì 22 dicembre se ne discuterà in Consiglio comunale, pertanto. Un punto all'ordine del giorno che porta il numero quindici su venti: a meno che non siano ritirate mozioni e interpellanze doppione della minoranza, si arriverà sfiancati alla discussione. "Nuova costruzione di un asilo nido in viale Europa (…) approvazione del progetto esecutivo con conseguente adozione della variante al lo strumento urbanistico ai sensi (…)". Questo il riassunto burocratico del tema, ma l'attesa è tutta per Fabio De Risio e per cosa dirà di così eclatante. Perché è stato lo stesso consigliere comunale a commentare su Facebook, sotto l'articolo di Monteneronotizie, così: "Dopo averci fatto perdere 9 milioni di euro per una nuova scuola, si sono superati. Questa è roba da analfabeti dell'urbanistica. Lunedì al Consiglio rivelerò dettagli da far drizzare i capelli".
Al netto dell'aggettivo forte ai limiti dell'offesa, se non oltre, De Risio parla di dettagli scottanti, roba da "far drizzare i capelli". Un gancio narrativo-politico per far partecipare alla seduta di dopo domani mattina, non c'è dubbio. Cosa ancora rivelerà a proposito della gestione urbanistica del Comune di Montenero, a suo giudizio gestita da dilettanti? Non resta che aspettare e seguire, nella sala consiliare di piazza della Libertà oppure in diretta via internet.
Il precedente, ma parecchio diverso. L'urbanistica torna a imbarazzare una maggioranza dopo molti anni, sebbene i connotati siano molto diversi. Il precedente risale infatti all'estate 2006. Un'azienda agricola voleva realizzare una grossa e moderna struttura, un investimento notevole, al quale nessun amministratore si sognava di esprimere diniego. Ma occorreva la variante al Piano regolatore, che richiedeva un iter più lungo rispetto a un normale progetto approvato in giunta. Accadde che l'impresa cominciò a edificare la struttura, mentre dal Comune non arrivava la variante. In sintesi, lo stabile fu tirato su e in municipio non sapevano più come uscirne. Dal punto di vista tecnico si era di fronte a un abuso edilizio. L'allora maggioranza di centrosinistra, guidata da Giuseppe D'Ascenzo, andò nel pallone. Tre mesi e mezzo senza convocare un Consiglio, tanto che gli argomenti cominciarono ad accumularsi. Poi la svolta che non si aspettava nessuno: arrivò una lettera con nome fittizio in protocollo; di carta, dattiloscritta al computer. Fra i destinatari, oltre al municipio, un giornale molisano e la Procura della Repubblica. Qui pare che non sia mai arrivata, però. Oggetto: la denuncia dettagliata di cosa stesse succedendo. Grammatica discutibile, dettagli tecnici precisi.
Il tutto uscì sui giornali, se ne parlò, e a quel punto la maggioranza dovette decidersi a trovare una soluzione. La quale fu variante votata in Consiglio comunale e sanzione per il costruttore.
Semplice? Non tanto, se si pensa che per arrivare ad approvazione, il 15 settembre 2006, occorsero i voti della minoranza (anticipazione, ancora inconsapevole, dell'alleanza che sarebbe arrivata tre anni dopo). Nella maggioranza più di qualcuno fece il galletto, astenendosi o andando via, previo conteggio e assicurazione che la variante sarebbe passata con i voti dell'opposizione.
E la lettera anonima? Non si saprà mai il nome dell'autore. Ma, secondo la migliore scuola complottista cui Montenero non è immune, ci sarà chi arriverà a dire che era stata la stessa maggioranza. D'altronde, era stata la lettera di denuncia, paradossalmente, a portare a una soluzione dopo mesi di impasse. Più verosimilmente l'autore era esterno al municipio, ma qualche manina gli aveva fatto arrivare le informazioni giuste, forse in maniera del tutto casuale.
Con lo stesso pseudonimo qualche tempo dopo si leggerà un intervento su un blog locale. Solito tono di denuncia, ma senza più incisività, precisione e soprattutto efficacia di quella volta. Non era un "professionista" di certo modo di comunicare. Poteva avere volontà, ma non artigli e competenze. Gli era andata bene per puro caso e difatti resterà una meteora. Però che botta nel 2006.
L'episodio fece capire, di nuovo, quanto l'urbanistica fosse e sia materia complicata. Lunedì in Consiglio potrebbe arrivarne l'ennesima conferma.
Immagine in alto: fotomontaggio realizzato con intelligenza artificiale Gemini, raffigura Fabio De Risio e Nicola Marraffino davanti all'area dell'asilo nido
Immagine in basso: un momento del vivace Consiglio comunale del settembre 2006, si possono notare i vari posti vuoti (all'epoca i consiglieri erano diciassette, le poltrone erano tutte occupate nella sala consiliare)
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