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Il tour de force del Terminal-Nido: il Comune costretto a far progettare e affidare i lavori in un mese

Reportage nella struttura abbandonata: ecco in che condizioni è. Basteranno i fondi o diventerà un'altra incompiuta alla montenerese? Le determine appena in tempo prima del trambusto per il rinnovo dei settori

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MONTENERO DI BISACCIA. A occhio e croce duecento metri quadri, ma distribuiti tutti in lunghezza, trent'anni di pressoché inutilità e adesso in un mese bisogna progettarne la trasformazione in asilo nido e affidare i lavori. Una fretta che pare dipendere dalle strette scadenze imposte dal Ministero, per determine comunali arrivate alla vigilia della discussa ristrutturazione dei settori con polemiche e litigi in maggioranza.
La saga dell'ex terminal bus di viale Europa si arricchisce di un nuovo capitolo, se grottesco il lettore lo decida da sé.
Come noto la struttura in questione non è mai usata per accogliere i viaggiatori, costruita negli anni Novanta e rimasta inutilizzata finché, nel 2006, non è diventata sede della neonata Protezione civile. Lo è stata per alcuni anni, poi di nuovo abbandonata. Mentre i volontari andavano via continuava a colare acqua dal tetto. Un locale lasciato in fretta, così come adesso ci si vorrebbe realizzare un asilo per i neonati. Da una decina di anni e passa, in sostanza, la struttura è completamente abbandonata. Si tratta di una specie di corridoio, lungo trentacinque e largo otto metri. Sul retro il piazzale dove si parcheggiano autobus e camion. 
A maggio 2024 la notizia che il Pnrr metteva a disposizione 400mila euro per farci un asilo nido. Il finanziamento arrivava dopo la richiesta dell'amministrazione comunale. Questa era stata contraria due anni prima a un asilo nido tutto nuovo e perciò non richiedeva un finanziamento, nonostante le insistente di due consiglieri comunali di minoranza, Fabio De Risio e Gianluca Monturano. Nel 2024 il cambio di idea mai ammesso: si tratta di riconversione non di nuova costruzione, questa la motivazione data.
Arriviamo così agli ultimi giorni e sviluppi, con la fretta di doverlo progettare questo nido in manco un mese e affidare i lavori entro la fine di ottobre. Già perché l'Ufficio tecnico comunale sta lavorando di gran lena dopo aver scoperto la tempistica molto ristretta. In particolare bisogna aggiudicare i lavori entro il 31 ottobre, iniziarli entro fine dicembre, terminarli prima della fine di marzo 2026 e collaudare entro la fine di giugno dello stesso anno. Sempre che i fondi, nel frattempo diventati 320mila per i lavori "fisici" bastino a farne un asilo nido da collaudare e usare.
E se tutto va in fretta, cantava Ligabue, occorre essere una saetta: ieri sono scaduti i termini per manifestare interesse a partecipare alla procedura negoziata, in pratica non una classica gara di appalto, per la quale evidentemente non vi sarebbe tempo, ma qualcosa di concertato fra le parti.
Ma resta la deduzione che se i lavori devono iniziare fra un mese, anzi meno, la progettazione deve essere pronta ancor prima. Gli ingegneri della ditta incaricata (il 19 settembre, con affidamento diretto) staranno disegnando e calcolando alternandosi in turni per ventiquattro ore al giorno.
E infine la nota politico-burocratica squisitamente locale: la determina per individuare le ditte interessate ai lavori è uscita il 25 settembre, un giorno prima l'accesa riunione di giunta che ha diviso lavori pubblici e urbanistica dalla manutenzione, portando i settori da quattro a cinque. Ciò che avrebbe causato mal di pancia nella maggioranza e finanche fra gli impiegati comunali. La domanda che nasce da sé è se sia aspettato che il settore tecnico portasse a termine questa imminente incombenza dell'asilo nido, prima di ristrutturarlo. E già, perché quella ristrutturazione dei settori avrebbe scatenato malcontento. Eccome, nella maggioranza e addirittura negli uffici. Chissà.
Ma a parte le beghe comunali, cosa si potrà ricavare dall'ex terminal, come potrà essere l'asilo nido previsto? Aspettando di conoscere il progetto, si può solo osservare in che condizioni si trova adesso. La struttura è lunga circa trentacinque metri e larga otto, una specie di corridoio di circa duecento metri quadrati. Su almeno un lato sono presenti i segni di colature di acqua dal tetto e, d'altronde, è noto che i volontari della Protezione civile andarono via di corsa cercando di non inciampare sulle vaschette posizionate qua e là per raccogliere l'acqua che pioveva dentro.
All'interno la scena è quella classica di un locale abbandonato da anni. Non stupisce il mucchio di masserizie varie, come invece succede per l'albero di Natale, montato ma senza addobbi. 
Un lungo corridoio con una vetrina su ogni lato, sia lunghi sia corti, il resto è solo muri e pilastri. Sul retro il piazzale che da anni è usato come parcheggio per autobus e camion. Dal tetto del terminal si dirama intatta la grande pensilina di cemento armato, chissà che non servirà a riparare i bambini più grandicelli, che camminano già, durante le passeggiate fuori. È ragionevole pensare che non saranno fatti uscire sull'altro lato, che si affaccia sulla trafficata viale Europa.
Basteranno 320mila euro a finire l'asilo nido? Qualche dubbio può nascere. La struttura non sarà demolita ma riqualificata, è scritto dappertutto. Ne deriva che i muri costruiti con le tecniche degli anni Ottanta, tra l'altro fatti per ospitare un terminal, dovranno essere isolati. Difatti sono sempre i volontari della Protezione civile a raccontare che si soffocava d'estate e batteva i denti d'inverno. E occorrerà sicuramente rifare il tetto. Oltre a pavimenti, muri interni, intonaci, rifiniture, impianti, infissi ecc. Non essendoci finestre, se non le quattro vetrine sui quattro lati (lunghi e corti), ci saranno stanze senza finestre dove alloggiare le culle o saranno aperte nuove luci?
E l'esterno? Il vasto piazzale posteriore rimarrà parcheggio per mezzi pesanti o diventerà un'aia dove far giocare i bambini più grandicelli del nido? Ma in tal caso torna la domanda: basteranno 320mila euro?
Qualora non bastassero, in ogni caso, una soluzione è stata prospettata dalla sindaca Simona Contucci nell'ultimo Consiglio comunale. Si potrà sempre andare avanti per lotti, in sintesi adesso l'importante è cominciare, salvare il terminal. Se poi fra una decina di anni non saranno arrivati altri soldi il terminal sarà magari diventato solo un'altra eterna incompiuta montenerese, in questo caso dalle due vite. E qualcun altro ci scriverà gli articoli.

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