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La crisi di maggioranza rientra ma è una pace armata

Messe da parte le ostilità in vista delle regionali. Contucci attendista: il caos è passato ma a decidere sono stati i regionali e l'ex sindaco Travaglini?

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MONTENERO DI BISACCIA. Dopo quindici giorni di lite e a una settimana dalle liste per le regionali sembra tornata la pace in maggioranza. Ma a quanto pare è una pace armata, con tutti i presagi che una tregua del genere lascia ipotizzare. Nel frattempo cominciano a trapelare i primi nomi di papabili locali per una candidatura: ne sono diversi, probabilmente troppi, ciò che fa pensare più a donatori di voti che a reali prospettive di elezione in Consiglio regionale.
La crisi in maggioranza si è scatenata all'indomani della riunione di maggioranza di lunedì 8 maggio. Solo qualche giorno prima in un convivio a base di pizza era stata proposta la candidatura di Tania Travaglini in quota Fratelli d'Italia, presente il gotha regionale di partito. Si sperava, forse non senza un qualche intento provocatorio, di far convergere sulla giovane assessora comunale i voti di tutta la maggioranza. Suo principale sponsor l'omonimo, ex sindaco e da sempre sostenitore Nicola Travaglini. Solo pochi giorni e quella candidatura, solo proposta, scatenava una crisi nella maggioranza. O meglio, costituiva il casus belli per far emergere contrasti fino ad allora tenuti a bada, non sempre con successo. Si scatenava un tutti contro tutti, le notizie trapelavano all'esterno, si parlava addirittura di imminente crisi amministrativa.
Nei giorni seguenti è stato un via vai verso gli uffici campobassani degli esponenti regionali di riferimento, oltre che di telefonate a raffica. La presa di distanza dalla Travaglini anche del segretario regionale Udc Teresio Di Pietro, che pure si vociferava l'avrebbe voluta candidata col suo partito. La notizia di oggi, pardon l'indiscrezione, è che la crisi è rientrata. Ma pare essere una pace armata.
Nel frattempo trapelano altri nomi oltre a quello di Tania Travaglini. In maggioranza dovrebbe farle compagnia Fiorenza Del Borrello, candidata di riferimento per il consigliere regionale Vincenzo Niro, ma non si escludono aspiranti regionali con altri partiti di centrodestra, come Lega e Forza Italia. Anche perché parrebbe che il candidato presidente della Regione in pectore, Francesco Roberti, abbia chiesto un candidato/donatore di voti per ogni partito. Ne consegue che la maggioranza avrà vari candidati, con voti sparpagliati a vantaggio solo dei referenti regionali sostenuti. Tradotto: con ogni probabilità nemmeno stavolta pare che tornerà un montenerese nel massimo palazzo del potere regionale.
Sul fronte dell'opposizione pare che voglia tentare la carta Fabio De Risio, in quota Movimento 5 stelle, mentre il Partito democratico ancora non avrebbe trovato un candidato locale, ma lo starebbe cercando. Unico dato positivo, in una minoranza la cui prima preoccupazione dopo le comunali del 2020 è stata quella di dividersi in due gruppi e dimenticare che l'avversario era altrove, la convergenza sul candidato presidente del centrosinistra Roberto Gravina.
Tornando alla maggioranza, sembra perciò rientrata la crisi, la prima seria quanto inaspettata, almeno in quelle dimensioni, dalle elezioni di due anni e mezzo fa. I primi a rincasare sarebbero stati gli stessi che più di tutti, in quel famoso lunedì di due settimane fa, hanno lasciato la seduta anzitempo. Se anche sbattendo la porta non si è saputo, ma certo non tirava una bell'aria nella sala assessori del municipio. Si trattava di Andrea Cardinali e Tania Travaglini, ambedue facenti capo all'ex sindaco Nicola Travaglini e, particolare non di poco conto, metà della giunta. Iniziata la bagarre le cose si facevano difficili per la squadra guidata da Simona Contucci. Perché anche Nicola Marraffino, presidente del Consiglio comunale e sostenitore in Regione di Nicola Cavaliere, avrebbe avuto un battibecco con la sindaca. Al tutto si aggiungevano altri dissapori con gli altri due assessori (Loredana Dragani e Claudio Spinozzi), per questioni inerenti il Pnrr. Da qui il crearsi in un baleno, all'apparenza, del caos. Il quale caos è durato una settimana almeno, fino a rientrare, forse già in occasione della processione per la Madonna di Bisaccia martedì scorso, dove c'erano quasi tutti.
Divisi, litigiosi pure, ma alla fine uniti. Eppure la frattura, con relativo test per chi doveva controllarla, resta. E quel test non è stato esattamente positivo. In una burrasca il ruolo principale sul ponte di comando è rivestito dal comandante di una nave. A Montenero il suo nome è Simona Contucci, ma la sindaca durante tutta la crisi pare essere rimasta ad aspettare che gli eventi scemassero da sé, affidandosi nel caos alla clemenza del caso. Altro che stare sul ponte di comando a tenere il timone: pare che quel timone sia stato lasciato e che a dargli sterzate siano stati esponenti regionali oppure chi in Consiglio non c'è più ma eccome se ha voce in capitolo. Il riferimento è naturalmente a Nicola Travaglini.
Se quella appena cominciata è, come sembra, una pace armata, e se il segnale che arriva dal ponte di comando è di abbandono del timone al primo ingrossarsi delle onde, potrebbero profilarsi altre tempeste all'orizzonte nei due anni che mancano alla fine del mandato della Contucci. Basterebbe, di nuovo, chiudersi nella propria cabina e aspettare che la tempesta passi da sé?
Nella foto  di qualche anno fa Nicola Travaglini  (sindaco) e Simona Contucci (assessora)
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