MONTENERO DI BISACCIA. È stato affidato alla Pro Loco Frentana il chiosco vicino alla chiesa di san Paolo. A sancirlo la determina redatta dagli uffici municipali nei giorni scorsi, che spiega come la scelta sia stata fatta tra la Pro Loco e un'associazione di giocatori di burraco; queste in pratica le due domande presentate dopo l'avviso diramato dal Comune per affidare il chiosco, o rudere secondo i punti di vista, affinché sia usato per promozione turistica.
Per taluni è qualcosa da usare, visto che c'è, per altri un rudere da abbattere. Il chiosco si trova tra la chiesa di san Paolo e il parco giochi "Don Nino Zappitelli"; dovesse arrivarvi la posta sarebbe impossibile persino scrivere l'indirizzo, poiché il chiosco si trova al crocevia fra la piazza senza nome dal 1985 e via Gramsci, mentre è lontanuccio da via De Gasperi.
Tolte le anomalie toponomastiche, il chiosco-rudere è lì in mezzo non da sempre, bensì dai primi anni Duemiladieci. Concepito dall'ultima amministrazione interamente di centrosinistra guidata da Giuseppe D'Ascenzo, è stato infatti completato e messo in opera, si fa per dire, dal successore Nicola Travaglini, alla guida di una maggioranza mista. A parte qualche variazione progettuale che pare ne abbia aumentato le dimensioni, il chiosco non è mai stato un bar. E già, perché fra le velleità del centrosinistra dell'epoca c'era ogni tanto di farsi una specie di imprenditore. E a un'idea sballata è seguita un'applicazione finanche peggiore. Oggigiorno l'ostinazione di tenerlo in piedi. Un qualcosa che ha attraversato generazioni e colori politici (anche qui si fa per dire).
Passata una decina di anni, nel 2021, il Comune ha riacquistato dal privato il chiosco ormai mezzo rudere per cinquantamila euro. A quel punto occorreva decidere cosa farci e così nella primavera di quest'anno è arrivato il proposito di affidarlo ad associazioni di volontario affinché sia usato per promuovere il turismo, attività sociali ecc. Il tutto nell'attesa che arrivino fondi per ristrutturare l'intera area vicino alla chiesa di san Paolo. Perché il progetto c'è ed è finanziato, ma i soldi per i lavori veri e propri chissà quando e se arriveranno.
In attesa di poter scoprire quelle interne, oggi le condizioni esterne del rudere-chiosco si presentano come si può vedere nelle foto.
Il legno di abete non è ancora marcito, almeno sulle pareti, ma dalle foto è evidente come la struttura stia a mo' di giovedì in mezzo alla settimana, o fra la biada e il cavallo, per usare la tradizionale terminologia locale. Il colore noce scuro, in voga ai tempi e utile perché maschera meglio l'usura del legno, rende tutto più evidente. Sul davanti possono far sorridere le scritte ancora presenti "bar" e "aperto".
Lì accanto c'è quella che quasi tutti chiamano piazza san Paolo ma che invece un nome non l'ha. Realizzata nella seconda metà degli anni Ottanta, è rimasta pressoché uguale fino a oggi. Passi l'asfalto deformato dalle radici dei pini, è una zona solo pedonale, ma è un'area priva di qualsiasi decoro. Anche qui si attendono i finanziamenti, chissà se e quando arriveranno. All'ingresso nord della "piazza" un cartello che vieta l'ingresso ai cani, vallo a capire perché.
Intanto il chiosco-rudere è ancora lì, così da una quindicina di anni, inutile (almeno finora) quanto ingombrante.
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