In Consiglio comunale interpellanze e piano di lottizzazione a Montebello

Convocata per fine mese la riunione, dieci gli ordini del giorno. Ancora da chiarire la questione regolamento per il funzionamento delle assise dopo la sentenza del Consiglio di Stato

La Redazione
26/04/2024
Attualità
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MONTENERO DI BISACCIA. Dieci ordini del giorno che spaziano dalle interpellanze della minoranza al bilancio 2023, passando per un piano di lottizzazione, novità per l'attuale amministrazione.
È convocato per martedì 30 aprile il Consiglio comunale, stavolta di pomeriggio - e non di mattina come al solito - pare per indisponibilità del segretario comunale. Un qualcosa che soddisfa in parte le richieste dei consiglieri di minoranza Gianluca Monturano e Fabio De Risio, che da sempre lamentano la convocazione delle sedute di mattina, preferendo che si tengano almeno dopo le 18:00.
I primi quattro ordini del giorno riguarderanno altrettante interpellanze presentate dai due esponenti di opposizione appena citati. Quella sul ripascimento della spiaggia, è ragionevole dedurre, si riferisce al recente lavoro che ha visto depositare la sabbia dragata nel canale del porto turistico sulla spiaggetta vicina. Un qualcosa che è durato poche ore, spazzato via dalla prima mareggiata. Tuttavia, va ribadito, non vi è stato alcun costo per le casse pubbliche: si è trattato di un'opera fatta da privati, proprietà del porto, mentre Regione e Comune hanno rispettivamente autorizzato e indicato dove posare la sabbia.
Si passerà poi a parlare del depuratore, presumibilmente quello della Marina che serve anche San Salvo e Vasto, e che emana da sempre cattivi odori che col vento occidentale arrivano fino alla spiaggia. A seguire l'interpellanza, sempre di uno dei due gruppi di minoranza, sul progetto "Vicin a vu", vale a dire l'assistenza agli anziani di concerto con Petacciato e San Giacomo finanziata dal Pnrr.
Ultima interpellanza quella sulla Consulta dei disabili, argomento che ha suscitato accese polemiche, fra la sindaca Simona Contucci e Fabio De Risio, nelle settimane scorse.
Dal quinto odg in poi i temi proposti dalla maggioranza e quindi ricapitalizzazione del Gal (Gruppo di azione locale), modifica al regolamento commerciale per i posteggi su aree pubbliche, acquisizione di alcune aree al demanio stradale, per poi arrivare al finale che si prevede più interessante. 
Si discuterà infatti di un piano di lottizzazione in contrada Montebello e dovrebbe essere la prima volta che si approva in Consiglio comunale qualcosa del genere nell'era Contucci. Si saprà durante la riunione nei dettagli di cosa si tratta, ma dall'elenco degli ordini del giorno già si evince che riguarda attività turistiche.
Penultimo argomento il rendiconto di gestione 2023, infine la pura formalità di un'affrancazione di terreni gravati da enfiteusi.
La questione Consiglio di Stato nemmeno stavolta sarà discussa. Vale la pena di tornare su un argomento ampiamente trattato su Monteneronotizie nel recente passato e che nei giorni scorsi ha visto replicare la maggioranza. Parliamo della sentenza con cui il Consiglio di Stato ha ribaltato quella emessa dal Tar qualche anno prima e riguardante quanti consiglieri siano necessari per presentare mozioni e richiedere un Consiglio comunale. I passaggi, in breve.
2016: l'amministrazione diretta da Nicola Travaglini approva il regolamento del Consiglio comunale e prevede che per richiedere una riunione, o che sia discussa un'interpellanza entro venti giorni dalla presentazione, occorrano almeno tre consiglieri. Questo in base a un calcolo matematico: un quinto dei componenti (13:5=2,6) arrotondando per difetto (vale a dire che 2,6 diventa 2). Si oppongono i consiglieri di minoranza Valentina Bozzelli e Nicola D'Ascanio, facendo ricorso al Tribunale amministrativo. Chiare le loro ragioni: se occorrono tre firme, e il loro gruppo ne conta due, ogni volta bisogna chiedere la terza in prestito ad altri.
2018. Il Tar Molise accoglie il ricorso e impone il cambio del regolamento comunale, cosa che avviene nelle settimane successive. Da questo momento bastano due firme, ma nel frattempo la maggioranza (guidata da Travaglini, ma la futura e attuale sindaca Contucci era già in giunta) fa ricorso al Consiglio di Stato.
Dicembre 2023. La sentenza finale impiega diversi anni ad arrivare, forse complice anche l'onnipresente Covid nel frattempo, ma poi ribalta quella del Tar. A questo punto, logica vorrebbe che si debba tornare come prima, cioè al regolamento originario e quindi tre firme necessarie. E il ragionamento logico è il seguente: una maggioranza stabilisce che occorrano tre firme, il Tar dice due, la maggioranza cambia il regolamento ma intanto ricorre al Consiglio di Stato. La suprema Corte amministrativa dà ragione alla maggioranza, che appunto voleva mantenere il numero di firme a tre. La deduzione più ovvia è che il regolamento debba tornare come prima (due firme), non è per quel motivo che si è fatto il contro ricorso? Non è stata forse rigettata la decisione del Tar?
Invece passa tutto sotto silenzio, se ne accorge Monteneronotizie e usciamo con diversi articoli. Si pone l'accento sulla difficoltà di riunire la Commissione Statuto e regolamenti (ferma da maggio 2023) perché la maggioranza non ha più nomi per la presidenza, divenuta vacante. Fino alla replica di qualche giorno fa, dove la maggioranza fa capire di non voler cambiare il regolamento e lasciare due firme. Decisione, per altro, che incontra il comprensibile favore della minoranza. Non bastasse, la maggioranza sostiene che il Consiglio di Stato non obbliga a cambiare gli articoli del regolamento che stabiliscono il numero minimo di consiglieri per chiedere un'interpellanza da discutere entro venti giorni. 
Ed è a questo punto che restano in piedi tutti i dubbi. Sulla sentenza si legge che "nel caso in cui il risultato della divisione del numero dei componenti l’organo collegiale (o dei consiglieri assegnati) dia un resto in decimali, debba optarsi sempre per l’arrotondamento per eccesso alla cifra intera superiore”. Per eccesso significa 3 nel Consiglio comunale di Montenero di Bisaccia.
"In conclusione – chiosa il Consiglio di Stato - l’appello è fondato, alla luce del suddetto parere, e deve essere accolto con conseguente riforma della sentenza di primo grado. Il ricorso di primo grado deve dunque essere rigettato".
Riepilogando: la maggioranza nel 2018 fa ricorso perché vuole che servano tre firme, lo vince anni dopo con uno solo dei suoi componenti ancora in carica, ma anziché far tornare il regolamento com'era prima (motivo del ricorso), lascia tutto com'è. E allora, in tema di dubbi, resta il più grande intatto: sul regolamento comunale è scritto che si arrotonda per difetto, il Consiglio di Stato dice che "debba optarsi sempre (sic!) per l'arrotondamento per eccesso".
Visto che la Commissione Statuto e regolamenti non si può riunire perché non c'è un presidente della maggioranza, non era il caso di discutere in Consiglio comunale di qualcosa del genere? Può passare sotto silenzio una sentenza del Consiglio di Stato se non se ne occupa un giornale online?
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