MONTENERO DI BISACCIA. Alla fine la capigruppo si è svolta nella massima tranquillità e il punto cruciale, di nuovo, rinviato a chissà quando. Si è tenuta poco dopo mezzogiorno di oggi la riunione cui partecipano i rappresentanti di ogni gruppo consiliare, oltre che la presidente Cabiria Calgione, e che ha come come compito stilare l'elenco degli ordini del giorno da discutere nella successiva seduta. La quale si terrà il 30 aprile alle 16:00, stavolta di pomeriggio.
Dei nove ordini del giorno i primi quattro riguarderanno interpellanze dei consiglieri di minoranza Gianluca Monturano e Fabio De Risio. Un fattore, questo delle sole loro firme, non di secondaria importanza, come vedremo fra poco. Fra gli argomenti trattati: Consulta dei disabili, depuratore alla Marina, ripascimento della spiaggia, progetto "Vicin a vu".
A seguire gli argomenti su proposta della maggioranza, che vanno dal Gruppo di azione locale al regolamento commerciale, passando per un piano di lottizzazione e un'approvazione del rendiconto di gestione.
In pratica, tranne inserimenti nei prossimi giorni, manca qualsiasi discussione sulla modifica al regolamento imposta dal Consiglio di Stato con la sentenza emessa a dicembre. Questa prevede che per presentare un'interpellanza, e chiedere che sia discussa in Consiglio comunale entro venti giorni, occorrano tre consiglieri minimo e non più due, come finora. Qualcosa che assume la sua importanza se si considera che i due gruppi di minoranza sono composti di due elementi ciascuno. Secondo il Consiglio di Stato devono chiedere in prestito un'altra firma, presumibilmente dall'altro gruppo di opposizione. E non è detto che arrivi. La sentenza di dicembre ha ribaltato il risultato a suo tempo conseguito al Tar (da tre a due consiglieri) nel 2018 da un gruppo dell'allora minoranza.
Stando alla riunione di stamane, pertanto, tutto resta com'è e non si sa ancora quando sarà aggiornato - adeguato a una sentenza - il regolamento. Una modifica, va ribadito, che non piace né alla maggioranza né alla minoranza. Ma va fatta. Quando?
Eppure spulciando nel regolamento del Consiglio comunale si può trovare un escamotage per continuare ad ammettere interpellanze e interrogazioni anche con due sole firme. Perché in teoria è possibile presentare mozioni e interpellanze anche per il singolo consigliere, ma a cambiare è l'obbligo di risposta da parte del sindaco. A precisarlo è l'articolo 31 del regolamento, che dà facoltà al primo cittadino di stabilire se l'interrogazione, per i suoi contenuti e secondo l'indicazione, meriti risposta scritta entro trenta giorni oppure risposta orale in Consiglio comunale alla prima seduta utile.
Cambia tutto quando una mozione-interpellanza-interrogazione è presentata da un quinto dei consiglieri comunali: obbligo di inserimento negli ordini del giorno e quindi discussione. Non è una differenza da poco. In un caso tutto è affidato alla discrezionalità del sindaco, nell'altro si va direttamente in Consiglio.
Ma rimane da risolvere la questione in sede di regolamento, che va adattato alla sentenza e va cambiata la voce "arrotondamento" da "per difetto" a "per eccesso". Da due consiglieri a tre.
L'evidenza, come spiegato da settimane su Monteneronotizie, dimostra che non è facile come può sembrare. E quello del 30 aprile, salvo aggiustamenti nel frattempo intervenuti, sarà il terzo Consiglio del 2024, quindi a sentenza del Consiglio di Stato da un pezzo notificata, senza aggiornare il regolamento.
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