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La tegola del Consiglio di Stato sulla capigruppo

Domani la riunione che si prevede non facile: una sentenza che obbliga a una modifica (non fatta) del regolamento e il gruppo di maggioranza che comprende ancora Cardinali e Travaglini

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MONTENERO DI BISACCIA. Torna a riunirsi la conferenza dei capigruppo e ciò significa che a breve sarà convocato il Consiglio comunale. E vari elementi fanno presagire che potrebbe non essere una riunione come tutte le altre. 
Se gli argomenti che saranno trattati si scopriranno solo dopo il vertice di domani, è certo che sul banco c'è qualche questione spinosa da risolvere, a carattere sia tecnico-legale sia politico.
La questione regolamento del Consiglio comunale. A fine dicembre il Consiglio di Stato ha messo la parola fine a una querelle che si trascinava dal 2018, vale a dire se per presentare un ordine del giorno, e quindi richiedere un Consiglio, bastassero due oppure occorressero tre consiglieri. In prima battuta un ricorso al Tar vinto da Nicola D'Ascanio e Valentina Bozzelli, allora in minoranza, fissò il numero a due. Un fatto importante se si pensa che allora come oggi i gruppi di opposizione erano e sono due, composti di due elementi ciascuno. Significava che un gruppo da quel momento poteva presentare un'interpellanza senza chiedere in prestito la firma a un altro collega oppositore, cosa spesso meno facile di quanto si pensi.
Così fino a dicembre 2023, quando è arrivata la sentenza del Consiglio di Stato che ha ribaltato tutto: occorrono tre consiglieri (questione di arrotondamenti delle percentuali secondo il regolamento), non più due. Ed è qui che inizia il mistero. Da quel 12 dicembre sono state convocate tre assise civiche e, se la prima è arrivata poco dopo la notifica della sentenza, nelle altre due è ragionevole presumere che si sapesse che occorreva mettere mano al regolamento. Detto in termini pratici: i consiglieri Gianluca Monturano e Fabio De Risio hanno presentato mozioni e interpellanze, con solo due firme, come sempre, ma nel frattempo era arrivata la sentenza e nessuno aveva fiatato in proposito. Tant'è che ci abbiamo pensato su Monteneronotizie il 12 marzo, per altro attirando antipatie bipartisan. Ma ora che si sa, cosa succederà? Questo il dilemma.
La domanda pertanto è se alla capigruppo di domani, e al successivo Consiglio comunale, varrà la vecchia regola (due consiglieri per interrogare e richiedere una riunione entro venti giorni) oppure la nuova (tre consiglieri). In altre parole, visto che i due principali interroganti sono sempre De Risio e Monturano, basteranno le loro due firme o dovranno chiedere in prestito una a Nicola Palombo o Giulia D'Antonio? Una gatta da pelare per la presidente del Consiglio comunale Cabiria Calgione, che dirige anche i lavori della capigruppo.
Perché alla fine gira che rigira si torna alla questione regolamento, che non è ancora stato cambiato e che per prassi e convenienza dovrebbe essere modificato dall'apposita Commissione. La quale non si riunisce dal maggio 2023 ed è ancora senza presidente, dopo che Fiorenza Del Borrello nominata assessora è diventata incompatibile. La conseguenza è che la maggioranza non ha più un nome, essendosi spaccata, e forse anche per questo, o solo per questo secondo i maligni, non si riunisce più la Commissione Statuto e regolamenti. Tradotto: non si prevede una riunione facile per Cabiria Calgione. E chissà come andrà nel Consiglio, la cui data sarà fissata sempre domani.
La questione gruppi consiliari. Alla riunione dei capigruppo partecipano, oltre alla presidente Calgione, un membro per ogni gruppo consiliare. Ne consegue che ci sono Nicola Palombo (Montenero democratica e progressista), Fabio De Risio (Montenero che rinasce) e Antonio Potalivo (Montenero coraggiosa). Semplice? Mica tanto, perché Potalivo, della maggioranza, in teoria, e non si sa quanto anche nella sostanza, rappresenta anche Andrea Cardinali e Tania Travaglini. I due ex assessori sono stati silurati nell'agosto 2023, quando deflagrò la crisi della maggioranza scatenatasi in occasione delle elezioni regionali. E dopo di allora, se non hanno votato contro, comunque si sono distaccati dalla maggioranza di cui erano parte. Valga su tutti l'esempio di quando rimanendo in aula hanno fatto sì che ci fosse il numero legale, mentre la maggioranza era uscita dopo un clamoroso errore di lettura del regolamento. E fu in quella occasione che si assisté al Consiglio più surreale di sempre, di sicura iscrizione negli annali monteneresi. 
Eppure dal gruppo di maggioranza Cardinali e Travaglini non sono mai formalmente usciti; e per questo alla capigruppo sono rappresentati da Potalivo. Ma anche nella sostanza sono ancora in maggioranza? 
Finora c'è stato un certo atteggiamento attendista, temporeggiatore, oltre ad altri fattori che attenendo alla sfera privata non saranno certo qui trattati. Per quanto ancora i due ex assessori si faranno rappresentare da Potalivo nella capigruppo e, almeno formalmente, saranno nel gruppo di maggioranza nelle assise? 
Nel frattempo resta da risolvere la grana regolamento e arrotondamento del numero minimo per richiedere un Consiglio comunale.
Nella foto i componenti della conferenza dei capigruppo a Montenero di Bisaccia, in senso orario Cabiria Calgione, Antonio Potalivo, Fabio De Risio e Nicola Palombo

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