MONTENERO DI BISACCIA. Ricorsi al Tar e cause al Comune da una miriade di proprietari: potrebbe non avere un compito facile chi fra pochi giorni prenderà il posto più o meno vacante di capo settore dell'urbanistica. Ieri il colloquio nella sala consiliare dei due candidati, un terzo (campano) non si è presentato, ergo c'erano solo i due di Montenero. Un uomo, che è l'ex capo settore storico da poco di fatto declassato alla sola manutenzione per conflitti interni al Palazzo. Una donna, attualmente occupata in altro Comune, anche lei con esperienza nel settore. Fra alcuni giorni la sindaca Simona Contucci dovrà scegliere fra i due, sempre che la commissione dopo il colloquio di ieri li giudichi entrambi idonei all'incarico.
Il quale significa avere in mano i settori probabilmente più complicati in un municipio: lavori pubblici e urbanistica. In fondo i link agli articoli usciti su Monteneronotizie che spiegano come si è arrivati allo sdoppiamento dei settori e al declassamento di fatto del dirigente in carica. In questa sede si vuole analizzare un altro aspetto, complicato quanto importante: l'amministrazione comunale sta cambiando le carte in tavola sugli indici urbanistici alla Marina. Tradotto meglio: potrebbe essere in arrivo una valanga di ricorsi da parte dei proprietari contro il Comune. Uno è già avviato presso il Tribunale amministrativo regionale. Ecco in maniera semplice cosa sta succedendo, che è ciò che aspetta il nuovo dirigente di settore, che sia confermato il vecchio o che la sindaca scelga la nuova.
Indice territoriale e fondiario. L'argomento è estremamente tecnico, ma per comprendere cosa stia succedendo basti dire che tutta la battaglia si sta costruendo su questi due concetti. Una ventina di anni fa in Regione è stato approvato un indice di cubatura, che il Comune ha adottato concedendo finora i permessi per costruire. Oggi quell'indice è ritenuto non valido, in pratica ci si sarebbe accorti dell'errore, venti anni dopo più o meno, e da oggi si possono realizzare meno metri cubi di case alla Marina. L'indice territoriale applicato al posto di quello fondiario, con la conseguenza che sarebbe aumentata per tutti la cubatura. Ma è un qualcosa che è passato in Regione, è lì che si decidono certi parametri.
Occorre dirlo in maniera ancora più semplice: chi ha costruito finora ha potuto tot, chi lo fa adesso può meno. Significa che chi ha acquistato un terreno per farci una casa al momento della compravendita contava di realizzarci qualcosa che adesso non potrà più fare. Comprensibile il danno economico lamentato dagli interessati.
A mettere la pulce nell'orecchio all'amministrazione comunale sarebbe stato un legale e volendo fissare una data di inizio bisogna tornare all'aprile 2024. Fra un proprietario di lotti alla Marina e il Comune vi è un'interlocuzione a suon di pec riguardo la richiesta di certificato di destinazione urbanistica. In municipio arriva il sollecito, poiché questo certificato pare ancora non sia inviato. Infine evidentemente arriva, ma devono passare mesi prima di finire in carta bollata e ricorsi al Tar, e nel frattempo c'è anche un incontro in municipio con l'imprenditore. Questi è del Nord Italia e possiede ampi spazi alla Marina sin dagli anni Sessanta. In pratica ha atteso per qualche decennio che il Piano regolatore si sbloccasse per mettere a frutto l'investimento.
Incontra la sindaca e i quattro assessori a ottobre, accompagnato dal suo legale. Anche per l'amministrazione comunale è presente un avvocato. Le due parti non si accordano su indici di cubatura cambiati e opere di compensazione non ancora realizzate (campetti e strutture sportive per 350mila euro da donare al Comune). L'investitore e il suo legale provano a dire che i normali dieci anni sono stati prorogati, dall'altra parte la pensano diversamente. Dopo la stretta di mano che più formale non potrebbe essere la consapevolezza reciproca che si finirà al Tribunale amministrativo.
Una questione che riguarda anche tanti altri proprietari. Da ottobre a fine dicembre arrivano in Comune oltre trenta richieste di certificato di destinazione urbanistica. Un'anomalia più che evidente, poiché i numeri sono normalmente di gran lunga inferiori, nell'ordine di 4-5 al mese. L'impressione è che si sia sparsa la voce e che chi ha un lotto alla Marina richieda il documento per vedere se sia vero che si sta riducendo l'indice di cubatura (la questione indice territoriale e fondiario). A fine novembre arriva infine il ricorso al Tar, che potrebbe essere solo il primo di una serie.
Difatti nei giorni scorsi anche altri proprietari di terreni, a volte dopo aver percorso centinaia di chilometri non essendo di Montenero, hanno fatto capire di essere pronti a dare battaglia. Sarebbero già stati contattati avvocati amministrativisti, altri ricorsi sono dietro l'angolo.
Ma perché l'amministrazione ha cambiato lo stato delle cose che persisteva da anni? È quello che si chiedono un po' tutti gli addetti ai lavori, dai tecnici ai costruttori passando per chi osserva le cose di politica locale, oltre che studiosi di urbanistica. Per quale motivo il Comune impugna qualcosa che ha avuto il via libera dalla Regione e di cui si accorge quando parecchio è già stato costruito secondo i vecchi canoni, oggi ritenuti sbagliati? Nessuno dovrà demolire quanto fabbricato prima, ma chi arriva dopo risente dei nuovi indici e si trova a poter edificare molto meno, se non per niente, poiché chi lo ha fatto prima ha preso anche, involontariamente, la sua cubatura. Uno scenario tutt'altro che inverosimile, riassumibile in "chi ha avuto ha avuto, chi ha dato ha dato". Ma fra chi ha dato c'è qualcuno che ha investito anche trecentomila euro e non ci sta.
Una gatta dal pelare per chi fra pochi giorni guiderà l'Ufficio tecnico. Dal punto di vista municipale vanno distinti i due aspetti: amministrativo e burocratico. In giunta a premere di più sarebbe l'assessore all'Urbanistica Nicola Marraffino, il quale dopo aver convinto la sindaca Contucci avrebbe avuto uno scontro duro con la collega assessora Loredana Dragani. Addirittura si parla di grida. Una vicenda che si collegherebbe allo sdoppiamento dei settori, con la separazione della manutenzione da urbanistica e lavori pubblici. Questo, e fin qui le evidenze sono difficili da smentire, perché si voleva che il capo settore storico non si occupasse più dei primi due temi ma solo del terzo. Tradotto, di nuovo: da responsabile degli argomenti prìncipi in un Comune a manutentore. In sintesi, si sono accavallate le vicende, rimodulazione degli indici urbanistici e rimpasto dei settori comunali con declassamento di fatto di un dirigente.
Ma se a spingere in tal senso è inevitabilmente l'assessorato all'Urbanistica, chi materialmente ha dovuto dividere i settori, e trovare i fondi per pagare i 53mila euro (in più) che costerà la manovra, è stato l'assessore al Bilancio Claudio Spinozzi. E sempre quest'ultimo ha provato, non si sa con quanta efficacia, a spiegare in Consiglio il perché: per sgravare di lavoro il dirigente in carica. E quindi lo si passa da capobanda a suonatore di piatti.
L'altro aspetto è invece squisitamente burocratico e riguarda chi lavora negli uffici comunali. Il nuovo dirigente di urbanistica e lavori pubblici, fra pochi giorni, si troverà a gestire la prevedibile valanga di proteste e richieste di chiarimento, ma anche ricorsi legali, di quanti si vedono ridotto l'indice di cubatura. Perché se è la politica a decidere, poi tocca a chi occupa gli uffici sbrigarsela.
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