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Querelle post Consiglio: il parere del Ministero che ognuno aggiusta per sé

La stessa pagina dell'Interno è usata da maggioranza e minoranza per difendere la propria tesi dopo la bagarre. A giorni il nuovo presidente e la ripresa delle attività, ma la crisi avrà ripercussioni permanenti?

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MONTENERO DI BISACCIA. Se la stessa pagina è usata a difesa della propria tesi da ambo le parti, è la conferma che la matassa è difficile da sbrogliare. E non solo, significa anche che a furia di interpretare il mandato finisce e, almeno in quel della maggioranza, si trascurano problemi interni ben più gravi che qualche cavillo regolamentare.
A distanza di giorni dal Consiglio più strano di tutti i tempi continua la querelle fra maggioranza e minoranza sull'interpretazione dei regolamenti. Il vicepresidente del Consiglio comunale può tenere un'intera riunione dopo che il titolare si è dimesso? Per rispondere alla domanda, oltre che alla consulenza di legali amministrativisti, le due parti in causa vanno alla ricerca di risultati su internet. E qui succede qualcosa che può apparire paradossale, per quanto dopo il Consiglio di venerdì meravigliarsi ancora delle cose insolite è diventato molto più difficile.
Una pagina sul ministero dell'Interno (link in fondo) circola sui telefonini tanto dei sostenitori della maggioranza quanto di quelli della minoranza. In sintesi, ognuno pensa che il parere espresso nel marzo 2021 dia ragione a sé. Si era avvisato il lettore che alle stranezze conviene farci l'abitudine a Montenero.
Il parere dell'Interno riguarda appunto le funzioni del vice presidente del Consiglio comunale, o provinciale, in caso di dimissioni di chi detiene la carica di presidente. "Le dimissioni dalla carica del titolare comportano l'immediata elezione di un nuovo presidente scelto tra i consiglieri comunali", questa la parte che interessa di più. Ma si tratta della stessa cosa scritta nel regolamento comunale, redatto pertanto dal Consiglio comunale di Montenero, poco più di dieci anni fa. Niente di nuovo sul fronte montenerese.
In pratica, sia il parere del Ministero, sia il regolamento comunale, dicono che bisogna votare subito il nuovo presidente in caso di dimissioni e che il Consiglio per arrivare a ciò è convocato dal vice. Il dilemma nasce subito dopo: secondo la minoranza a Montenero il vice può dirigere anche un'intera riunione, nel caso non si arrivi a elezione, come venerdì scorso. Secondo la maggioranza, se non c'è il nuovo presidente, si chiude la seduta e ci si vede la volta successiva. Da qui il plateale abbandono dell'aula la settimana scorsa, per altro con la probabile – ma errata - convinzione che sarebbe saltato il numero legale, tant'è che gli altri hanno continuato senza maggioranza.
Ma né il regolamento montenerese, né il parere dell'Interno spiegano chiaramente come si sarebbe dovuto agire venerdì 11 agosto. Ne consegue che, finisse al Tribunale amministrativo, toccherebbe ai giudici dipanare la matassa. In sostanza interpretare, con più autorevolezza rispetto all'assessore Claudio Spinozzi e al vicepresidente Gianluca Monturano, i due che più si sono beccati sulla vicenda nel Consiglio più strano di sempre. Si vedrà come andrà a finire, nel frattempo oggi dovrebbero incontrarsi di nuovo i capigruppo, per decidere la data della prossima riunione consiliare. Non sarà più necessario avere un minimo di otto preferenze per eleggere il nuovo presidente del Consiglio comunale, pertanto i sette che compongono l'attuale assetto di maggioranza basteranno. I lavori riprenderanno più o meno regolarmente e sarà con ogni probabilità Cabiria Calgione a dirigerli.
Ma si potrà definire completamente passata la tempesta nella maggioranza che, solo tre anni fa, era accolta con un'acclamazione vista solo in un'altra occasione a Montenero? Poi ha perso pezzi per strada, per altro i due che hanno preso più voti. L'azzeramento e quasi i brindisi per festeggiare, ciò che ha ricordato la signora Hennebeau nel Germinale. Nel romanzo di Émile Zola, mentre a tavola il marito e altri dirigenti descrivono i problemi irrimediabili dell'azienda mineraria posseduta, la consorte è tutta assorta a contemplare e gustare quanto siano squisite le trote di fiume.
Eppure, anche se si guarda altrove e si grida cin cin, restano i problemi dapprima negati, poi ammessi a metà, infine diventati azzeramento di giunta e mutilazione della maggioranza. Ne risentirà l'azione amministrativa e, in estrema sintesi, quanto della vita cittadina dipende dall'amministrazione comunale?
La pagina sul sito del Ministero dell'Interno con il parere sulla funzione del vicepresidente del Consiglio:
https://dait.interno.gov.it/pareri/98853 
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