MONTENERO DI BISACCIA. Si fosse trattato di "m'ama non m'ama" sarebbe già finito un intero campo di margherite, tanti i petali strappati. Eppure la domanda, si candida o non si candida alle regionali Simona Contucci, continua a tenere banco nell'agone politico locale. E probabilmente non solo.
Dopo aver detto almeno tre volte di no in pubblico, l'eventuale tentativo della sindaca di conquistare una poltrona in Consiglio regionale resta qualcosa di più di un'ipotesi. A fare da contraltare ai suoi no, non mi candido, le voci di popolo e di corridoio. Rumor che anziché placarsi dopo le rassicurazioni che intende rimanere sindaca, paiono crescere in forza.
Si saprà fra qualche mese, ma intanto rimane lecito chiedersi se non sia in qualche modo una strategia. In sostanza, la sindaca continua a dire che non intende lasciare anzitempo la carica (e far tornare alle urne in anticipo per le comunali), ma al tempo stesso rimane aperta l'opzione regionale. La quale, se andasse in porto, potrebbe sempre essere addebitata a scelte cadute dall'alto, dai vertici regionali che hanno voluto a tutti i costi che si candidasse. Non volevo abbandonarvi, ma mi vogliono in Regione, in parole povere.
Ma qualora Simona Contucci si candidasse cosa succederebbe? E soprattutto, per un'eventualità del genere sarebbe prima necessario un rimpasto di giunta? Tre le ipotesi più ragionevoli.
La prima è che la sindaca lasci le cose come stanno e pertanto, se eletta in Regione, si dimetta dalla carica di prima cittadina, opti per Palazzo D'Aimmo e il suo posto sia preso ad interim dal vice. Questo perché un sindaco in Molise si può candidare alla Regione, ma poi deve scegliere, e anche in fretta. Ne consegue che, secondo lo schema attuale di giunta, diventerebbe sindaco Andrea Cardinali, attuale vice. E rimarrebbe in carica fino alle successive (anticipate) elezioni, in autunno o primavera 2024.
Tutto così semplice? Non si direbbe proprio, perché sono più che indiscrezioni quelle che vogliono la Contucci e Cardinali non andare d'accordo. Tant'è che la seconda ipotesi contempla un rimpasto di giunta prima della candidatura alle regionali; farlo una volta eletta sarebbe troppo. In tal modo la sindaca potrebbe cambiare il vice e piazzarci persona a lei più affine politicamente. Volando verso la più prestigiosa, meglio retribuita e meno spinosa poltrona campobassana, lascerebbe l'interregno a qualcuno che le aggrada. Ma perché Andrea Cardinali non andrebbe bene?
È presto detto, perché il vice è l'uomo più vicino all'ex sindaco Nicola Travaglini. Per Simona Contucci sarebbe come far tornare colui di cui è stata sì assessora, ma del quale ha difficoltà persino a pronunciare il nome (mai sentito in Consiglio comunale e altrove il nome di un suo solo predecessore, usata sempre con aria di sufficienza l'espressione "passate amministrazioni"). Insomma, quel taglio col passato di cui si è fatta alfiere verrebbe meno. Non solo, chi può escludere che dopo essersi fatta tirare la volata dall'amico di vecchia data non venga in mente allo stesso Travaglini di tornare a fare il sindaco?
Sempre che l'attuale commissario dello Iacp (Case popolari) non scenda in campo anch'egli per le regionali fra qualche mese. E questa sarebbe la terza ipotesi. In tal caso Simona Contucci avrebbe due problemi da affrontare: un avversario, Travaglini, che pesca voti nel suo stesso bacino di centrodestra e un vice che ne è diretto emissario. Gira e rigira, il dilemma odierno della sindaca sembra chiamarsi Andrea Cardinali.
Nelle foto: in alto da sinistra Simona Contucci e Andrea Cardinali; in basso da sinistra Cardinali e Nicola Travaglini