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Al palazzo Caroselli un museo contadino e altro, dopo la passerella con le fasce tricolori

Analisi del progetto presentato dalla Hera Ets di Termoli, unica associazione che ha soddisfatto gli stringenti requisiti richiesti dall'amministrazione comunale per lo storico stabile di via Roma

La Redazione
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MONTENERO DI BISACCIA. Cosa si farà esattamente nel palazzo Caroselli? Cosa prevede il progetto presentato dall'unica associazione che si è fatta avanti, complice un bando con condizioni stringenti che ha escluso ogni organizzazione montenerese? Quella che segue è l'analisi del progetto presentato dalla Fondazione Hera di Termoli. Prima, però, sarà il caso di riassumere per sommi capi la vicenda.
Il palazzo Caroselli è un antico edificio situato in via Roma, la piazzetta della porta Mancina, ed è stato donato al Comune nel 2019. Destinazione a fini culturali l'unica condizione posta dal proprietario, che ha consegnato uno stabile persino ristrutturato, quasi pronto all'uso.
Passa qualche anno, di mezzo c'è anche il Covid, la giunta comunale a fine agosto 2024 se ne ricorda e avvia le procedure per affidare l'edificio a una qualche associazione, senza scopo di lucro e senza chiedere nessun fitto. Sono passati cinque anni senza far niente, ma in dieci giorni occorre presentare un progetto, per chi è interessato. Non basta, perché requisito imprescindibile è l'iscrizione al Runts (Registro unico nazionale terzo settore) da almeno due anni. Di Montenero o non ci sono associazioni che possono fregiarsene, oppure se sì fanno ben altro, come il restauro di mobili, difficile che vogliano gestire il Caroselli. Il caso più eclatante è però quello dell'Università delle tre età di Montenero: compirà due anni di iscrizione al Runts nell'agosto 2025. Ma per avere il palazzo bisogna esserlo a settembre 2024. Cinque anni di attesa, poi in un mese bando alla velocità della luce direbbe Clark Kent durante la trasformazione in Superman, con la condizione che esclude ogni associazione del posto.
Il risultato è che si presenta solo la Hera Ets di Termoli e di seguito si riassume cosa intende farne, attraverso la consultazione del progetto presentato.
In primis sono elencate le aree tematiche cui la Fondazione intende dedicarsi nella gestione del palazzo. E quindi:
- area “Terzo Settore” dedicata a creare una rete tra le associazioni del terzo settore al fine di sviluppare una collaborazione tra gli ETS presenti al fine di poter accedere a bandi regionali, nazionali, europei (...);
- area "museo contadino": dedicata alla storia contadina della comunità di Montenero di Bisaccia, esaltando le caratteristiche territoriali e valorizzando un mestiere antico tutt'ora attuale e fonte di sostentamento della comunità, raccogliendo nel territorio attrezzi antichi, foto storiche e materiale di repertorio;
- area "turistica" dedicata a sviluppare il progetto "Un Villaggio turistico chiamato Molise", con la strutturazione della Rete della Fondazione con le imprese ricettive, ristorazione, artigianali e servizi connessi, quale offerta turistica unitaria e completa del territorio locale fino al coinvolgimento delle altre realtà territoriali, per un più ampio "Prodotto turistico" regionale;
- area socio-inclusiva: dedicata a mappare il territorio secondo le necessità delle persone svantaggiate creando dei veri e propri itinerari turistici inclusivi, coinvolgendo attività commerciali senza barriere architettoniche, oltre a organizzare eventi e manifestazioni attraverso uno strumento potente di inclusione e socializzazione quale lo sport;
- area enogastronomica: dedicata alla creazione di un brand territoriale che sia caratteristico di Montenero di Bisaccia, ricercando le attività enogastronomiche storiche e tipiche/univoche di un territorio avvicinandoci ad un IGP. Questo non solo ci permetterà di creare un obiettivo comune tra i produttori locali di prodotti tipici del territorio, ma ci consentirà allo stesso tempo di individuare attività storiche che si tramandano da generazioni;
- recuperare e valorizzare attraverso ricercatori, storici e anziani del territorio (veri e propri custodi delle tradizioni da tramandare) sagre, eventi storici ormai dimenticati e che possono diventare proposta culturale e turistica;
- promuovere e realizzare interscambi culturali con altre comunità, sia nazionali, che internazionali, con le quali istituire gemellaggi e partenariati per il perseguimento di comuni obiettivi culturali e di sviluppo.
Nello specifico delle attività da svolgere il progetto elenca i seguenti obiettivi da perseguire:
- assicurarne la conservazione e l'apertura alla pubblica fruizione per tutte le attività di interesse sociale - culturali, artistiche, turistiche, ricreative, editoriali di promozione e diffusione della cultura e della pratica del volontariato, in coerenza con le politiche e la cultura del territorio, nel rispetto della storia dell’immobile e del sistema paesaggistico ambientale di riferimento;
- creare una Rete con le realtà del Terzo Settore (ETS) e enti privati presenti nel territorio per intraprendere attività di filiera e lavorare a Progetti finanziabili, sia da misure regionali, nazionali, europee;
- allestire parte dell'immobile o anche altri locali che l'Ente vorrà mettere a disposizione, quale un Museo della Cultura Contadina del territorio, raccogliendo testimonianze e cimeli storici dalla popolazione stessa, al fine di poter tramandare storia, usanze e tradizioni che rischiano di andare perdute;
- recuperare l'edificio utilizzandolo anche per organizzare e coordinare le attività promosse nel territorio, inclusi eventuali servizi rivolti a categorie meritevoli di attenzioni, stimolo e coinvolgimento diretto per i giovani, che devono conoscere e imparare a vivere e lavorare per il loro territorio, gli anziani con il loro prezioso patrimonio culturale, le persone svantaggiate come le donne vittime di violenza il cui unico desiderio è di tornare a vivere e produrre per la loro collettività, magari riscoprendone e valorizzandone le tradizioni ed origini;
- creare un luogo di incontro per Io scambio di competenze e di esperienze, che possano entusiasmare i loro protagonisti, da lasciarsi coinvolgere in iniziative specifiche;
- recuperare e valorizzare attraverso ricercatori, storici e anziani del territorio (veri e propri custodi delle tradizioni da tramandare) sagre, eventi storici ormai dimenticati.
Questo il progetto della Hera, che per il momento ha tenuto una sola manifestazione nel palazzo Caroselli, un'inaugurazione-presentazione a marzo. Su tredici intervenuti sette erano politici di vario livello (sindaci, assessori, consiglieri regionali ecc.). Se in futuro si vedranno meno fasce tricolori e più custodi della cultura locale, contadina e non, si vedrà.
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