MONTENERO DI BISACCIA. Lo stato della sanità molisana non è definito ottimale da molti: perdita di servizi o difficoltà a mantenerli, ma soprattutto pazienti che sempre più vanno a curarsi fuori regione. Com'era anni fa? Com'era nel periodo in cui si sprecava, secondo una vulgata che si ascolta forse da troppi anni? Davvero era peggio? Davvero si spendeva a casaccio? La sanità pubblica fino agli anni Novanta è stata più efficiente? Lo abbiamo chiesto ad Almerindo Sabatino, avvocato in pensione, ma soprattutto politico in vari livelli istituzionali molisani dalla fine degli anni Sessanta ai Novanta. In questa fattispecie a interessare maggiormente è la sua esperienza di presidente della Unità sanitaria locale numero 7, che comprendeva anche Montenero.
Avvocato Sabatino, quando è stato presidente della Usl di Termoli?
"Negli anni 1986/1990. Gli organi erano: l'assemblea formata dai consiglieri comunali del circondario che a loro volta eleggevano il Comitato di gestione ed il presidente con separate votazioni. I fondi erano statali ma erogati tramite le Regioni".
Focalizziamo l'attenzione sull'ospedale di Termoli, che era di competenza della Usl che ha presieduto. Come funzionava all'epoca, quali servizi aveva? Più o meno di oggi?
"Le Usl, Unità sociosanitarie locali nel Molise erano sette: Agnone, Venafro, Isernia, Campobasso, Bojano, Larino e Termoli. Successivamente nacquero le Asl, Aziende sanitarie e divennero quattro con l’associazione di Larino a Termoli, Bojano a Campobasso e Agnone e Venafro ad Isernia. Le Usl gestivano tutta la sanità e l’assistenza sociale, dalla prevenzione alla cura. Quindi dal servizio veterinario all’igiene e salute pubblica, dall'igiene mentale al consultorio familiare. I servizi più visibili erano quelli dell’ospedale e degli ambulatori. Praticamente tutti quelli che esistono anche oggi – continua Almerindo Sabatino - ma funzionanti a livello eccellentissimo. Era il risultato della Riforma sanitaria del 1978 che ci ha invidiato e ci invidia il mondo. Riforma subito copiata da Francia, Germania e altre nazioni. Non c’era il ticket. L’ospedale di Termoli era ammirato e invidiato per i suoi servizi. Reparti eccellentissimi erano: chirurgia, ortopedia, cardiologia, anatomia patologica, ostetricia e ginecologia, servizio di dialisi. Ma tutto funzionava a meraviglia. Ho trovato che tutto funzionava molto bene e la mia gestione ha ulteriormente ottimizzato soprattutto nel territorio con la creazione degli ambulatori di Castelmauro, Guglionesi e Campomarino, potenziando quello di Montenero e aprendo la riabilitazione a Montecilfone. Avevamo un servizio mensa eccellente".
Facciamo un salto in avanti. Le sette Usl diventano infine una sola, si trasformano in Agenzia regionale (Asl, Asrem ecc.), ma oggi è meglio o è peggio dei tempi in cui Almerindo Sabatino era presidente? Dobbiamo rimpiangere com'era trenta anni fa?
"Oggi tutto viene deciso a Campobasso con la tesoreria a Isernia. L’acquisto di una spilla è deciso a Campobasso e pagato a Isernia. L’assemblea delle Usl era formata da consiglieri comunali, di maggioranza e minoranza, dei vari paesi, per cui portavano in discussione e decisione le problematiche dei cittadini, con i quali erano in costante contatto. Il Comitato di gestione decideva con una certa celerità e, soprattutto, con una buona conoscenza delle cose da realizzare a favore dei cittadini anche della periferia ed era pronta a sentire le esigenze di tutti e di ognuno. I fruitori della sanità spesso venivano a rappresentare le loro necessità accompagnati dal consigliere comunale di riferimento. Oggi tutto è centralizzato – spiega l'avvocato Sabatino -. Le aspettative dei cittadini non sono conosciute dai decisori e, se conosciute, vengono per lo più disattese. Gli organi decisionali dell’epoca rendevano conto direttamente al popolo, oggi è impossibile rappresentare una problematica sanitaria a chi potrebbe risolverla mancando il punto di riferimento. Il Comitato di gestione era in grado di controllare direttamente il buon funzionamento della struttura e sorvegliare gli acquisti, rendendoli compatibili con le esigenze verificate personalmente e non per sentito dire. In altri termini: all’epoca si affrontavano e risolvevano direttamente ed in loco le varie problematiche sanitarie. Non esistevano gli appalti per la pulizia, per la mensa ospedaliera e degli altri servizi oggi affidati a cooperative o a società di lucro, con appalti non sempre noti e di conseguenza non sempre significativamente partecipati da concorrenti".
Oggi assistiamo quasi allo smantellamento della sanità molisana, sempre più pazienti vanno fuori regione, anche per interventi che fino ad alcuni anni fa erano fatti negli ospedali regionali. Cosa è successo?
"Una differenza tra prima ed ora? Prima il cittadino vedeva e sentiva la sanità accanto a lui, oggi non la vede neanche all’orizzonte. La sanità pubblica ha rinunziato alle sue prerogative affidandole alla sanità privata lautamente remunerata dallo Stato e dai fruitori cittadini. Di fronte al calo del servizio pubblico è cresciuto a dismisura il servizio sanitario privato. E oggi gli arricchiti gestori della sanità privata gestiscono anche la politica e l’informazione investendo nella carta stampata e nelle campagne elettorali".
Ma cosa risponde a chi afferma che gli sprechi degli anni passati li stiamo pagando adesso?
"Gli sprechi nella sanità sono iniziati con l’eliminazione delle Usl gestite da rappresentati diretti del popolo e l’avvento delle Asl, gestite direttamente dalla politica con la nomina dei direttori generali nominati dalle giunte regionali. Cioè da quando è stata cacciata dalla sanità la rappresentanza diretta dei cittadini, ossia dalla sanità è stata cacciata la democrazia".
Domani ci sarà una conferenza stampa, con successivo dibattito pubblico, sulla costituzione di un comitato per riunificare il Molise all'Abruzzo o anche solo Montenero. Lei che da sempre è per il mantenimento dell'autonomia, cosa vorrebbe dire agli organizzatori di quella conferenza?
"Di spendere meglio il loro tempo, dedicandolo alla soluzione dei nostri veri problemi, come lo spopolamento e la disoccupazione, che certamente non si risolvono facendo saltare l'autonomia regionale con lungimiranza voluta e perseguita dai nostri politici dell’epoca, che erano veri politici e non dei mestieranti come gli odierni. Li inviterei, poi, ad una lunga informazione e successiva riflessione sull’argomento senza sparare nel mucchio solo per avere visibilità ai fini della prossima campagna elettorale locale".
Nella foto Almerindo Sabatino negli anni Ottanta
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