MONTENERO DI BISACCIA. Per i liberal può essere solo l'ultima di una serie di ingerenze dello Stato e sue diramazioni nella vita privata, ennesimo attacco alla libertà . Per i fan di Thoreau, altresì, dimostrazione che il Governo migliore (in questo caso regionale) è quello che governa (fa) meno. In sintesi: quest'anno il maiale in casa, in masseria a dire il vero da decenni, non si può macellare. A sancirlo l'ordinanza n. 16 del presidente della Regione Donato Toma, che entra in vigore oggi, 29 dicembre 2021.
A spingere verso il provvedimento l'aumento di contagi rilevato in alcune aree molisane dopo l'uccisione dei maiali l'anno scorso. Parola fine a una tradizione centenaria che da sempre unisce famiglie, amici, conoscenti e vicini di casa? Cosa ne sarà di un piatto tradizionale fritto a maiale ancora appeso come "la fissirat" (padellaccia in italiano)?
Si vedrà , ma non bisogna nascondere che almeno in quel di Montenero la macellazione dei suini in proprio è una tradizione sì antica, ma che si è molto ridotta negli ultimi anni. Sempre più famiglie si recano in macelleria e prendono i pezzi di carne già selezionati per realizzarne soppressate, salsicce e il principe dei salumi locali, la ventricina. Eppure qualcuno lo fa ancora e, dopo la doccia fredda dell'ordinanza regionale di ieri, dovrà ricorrere al mattatoio. Il più vicino dei quali si trova ad Acquaviva Collecroce a quanto pare, anzi ve ne sono due.
Fine dei problemi? Nemmeno per sogno, perché bisogna portarli in loco e parliamo di bestioni vicini o sopra i duecento chili talvolta. Occorre un mezzo adatto per il trasporto degli animali vivi, altro che il maiale tirato fuori dalla stalla all'alba, spinto dentro il cestello del trattore, condotto alla masseria accanto e ivi accompagnato nel viaggio finale verso la trasformazione in prelibatezze culinarie. Allora come si fa a trasportare il maiale al mattatoio? Può costare parecchio ma può venire in soccorso il servizio offerto da alcuni macellai locali, che prendono l'animale a domicilio e riportano dopo qualche giorno gli insaccati pronti o la carne in pezzi, se il cliente preferisce lavorarla in proprio.
L'ordinanza, tuttavia, non manca di alimentare polemiche, ma poco più che sussurrate com'è consuetudine ogni volta che si tratta di criticare norme anti Covid, va detto. Perché saranno sì aumentati i contagi l'anno scorso, ma che necessità c'era di proibire in blocco la macellazione privata? Gli assembramenti si verificano solo col maiale? E si proibisce forse ogni cosa, cioè qualunque attività dello scibile umano, che comporta un qualche rischio? Domande destinate a rimanere senza risposta.
E allora, tornando alle considerazioni in apertura, ci sarà chi vedrà nell'ordinanza anti maiale l'ennesimo attacco alla libertà individuale o, indirettamente e pragmaticamente, un altro passo verso l'eliminazione della macellazione domestica come avvenuto per altri tipi di animale.
L'anno scorso a Montenero ci pensò la sindaca Simona Contucci a intervenire sull'argomento, con una sua ordinanza. Non si proibiva in toto la pratica, ma si prescriveva l'uso della mascherina (ma solo se non si riusciva a stare a meno di un metro fra non conviventi, l'obbligo all'aperto era di là da venire), dotazione di mezzi per lavare le mani ecc.
Tornando indietro negli anni, l'uccisione del maiale è stata più volte oggetto di attenzioni comunali, anche in epoca pre pandemia. Ad esempio il numero massimo di due maiali macellati per famiglia, il divieto di vendita delle carni, destinate perciò a esclusivo uso privato, la visita da parte del veterinario prima del consumo e, infine, qualche indicazione dal tono paternalistico come in epoca Covid sarebbe divenuto la norma, ad esempio usare l'acqua potabile e condizioni igieniche adeguate. Non si indicava che tipo di coltelli e utensili da taglio usare (da scanno e di che lunghezza, da macellaio, da disosso, mannaia da 16 o 22?, affilatoio cromatizzato...). Problemi di circa dieci anni fa, oggi risolti dall'ordinanza che vieta del tutto la macellazione del maiale in casa. Per sempre?
Sullo stesso tema:
L'ordinanza regionale n. 16 del 28/12/2021
Norme anti Covid anche per uccidere il maiale (15/12/2020)