MONTENERO DI BISACCIA. Ai puristi della materia apparirà come agricolamente scorretto, ma resta il fatto che l’emergenza Covid coinvolge anche una secolare e ovunque diffusa tradizione come l’uccisione del maiale. Porta il numero 59 l’ordinanza della sindaca Simona Contucci riguardante la macellazione dei suini per uso privato, emanata stamattina dalla sede municipale di piazza della Libertà.
Il documento raccomanda ai possessori di maiali di ricorrere ai mattatoi autorizzati per la macellazione destinata al consumo domestico, “stante l’emergenza pandemica da Covid-19”. Ma qualora ciò non fosse possibile, se pertanto si dovesse procedere come da tradizione – sebbene sempre più rara - all’uccisione in masseria, l’ordinanza prevede alcune prescrizioni specificamente dettate dall’emergenza Coronavirus, che si aggiungono a quelle già in vigore per la macellazione privata di maiali.
Si parte dal divieto di partecipare all’uccisione per chi abbia 37,5 di febbre oppure avuto contatti con persone positive nelle due settimane precedenti. Poi si passa alle prescrizioni a carattere igienico-sanitario. Ad esempio il locale deve essere areato per bene (in genere lo è, anche troppo per i più freddolosi), dotato di sapone e mezzi per lavare spesso le mani e, se non si riesce a stare a meno di un metro l’uno dall’altro, bisogna indossare la mascherina.
L’ordinanza, infine, non fa menzione del post macellazione casalinga, ossia la fesserat (lett. padellata) o per dirla alla Vissani “padellaccia”. Secondo il famoso cuoco un piatto che unisce tutta l’Italia, vale a dire il guanciale e altre parti non proprio magre del maiale appena passato a miglior vita fritte in padella. Evidentemente è affidato al buon senso dei singoli fare in modo che il tardo pomeriggio del rito non dia luogo ad assembramenti. Oppure la fesserat, non potendo divorarla in mascherina, che tra l’altro si ungerebbe molto presto, andrà celebrata a debita distanza.