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Caso Ilaria Forgione: si comincia dalla perizia per stabilire la velocità della macchina

Al via l'iter giudiziario dopo la morte della venticinquenne in un incidente. I possibili scenari processuali. Indagato per omicidio stradale il convivente, attualmente ai domiciliari

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MONTENERO DI BISACCIA. L'impressione generale è che non si dovrà aspettare molto per delle risposte. Ma la parte lesa preferisce un comprensibile riserbo, per quanto tenga a precisare di avere piena fiducia nelle indagini che sta conducendo la Procura di Larino. Il caso in esame è sempre quello di Ilaria Forgione, la venticinquenne incinta all'ottavo mese morta il 28 settembre in un incidente stradale sulla Sp 55. Il giorno del suo compleanno. Un episodio di nera finito sui media nazionali, che ha toccato la comunità montenerese come poche volte si è visto. E che, passata la fase più acuta del dolore, si avvia a diventare una vicenda giudiziaria.
Dopo il legale del conducente Alex D'Angelo, agli arresti domiciliari perché accusato di omicidio stradale, Monteneronotizie ha contattato anche chi difende la famiglia di Ilaria Forgione. L'avvocato Stefano Sabatini è per Montenero di Bisaccia una vecchia conoscenza, essendo originario del paese per parte di padre. Il legale, tuttavia, ha fatto subito capire che la famiglia preferisce per il momento mantenere il più stretto riserbo. "Siamo soddisfatti del lavoro, veramente lodevole, che sta svolgendo la Procura di Larino" le parole di Sabatini, per il quale adesso è il momento di accertare come siano andati i fatti e lasciare che l'iter giudiziario faccia il suo corso.
E allora cosa è successo il pomeriggio di domenica 28 settembre? Com'è accaduto che la Golf sia finita fuoristrada cagionando la morte di Ilaria Forgione e del bambino che portava in grembo? 
Primo passo, la perizia tecnica. L'inchiesta della Procura dovrebbe avere, come elemento cardine, stabilire la velocità del veicolo prima dell'uscita di strada e dell'impatto con il collo di cemento del bocchettone dell'irrigazione. In tal senso è stata disposta una perizia cinematica: servirà a ricostruire la dinamica dell'incidente e sarà svolta da tecnici incaricati dalla Procura. Raccolta dati e quindi rilievi sul luogo dell'incidente, segni lasciati dai veicoli, analisi dei rapporti delle forze dell'ordine, testimonianze, questa la prima fase nella redazione della perizia. A seguire l'analisi dei dati per ricostruire velocità, traiettorie e punti di impatto, anche utilizzando appositi software di simulazione. Infine la redazione di un rapporto che sintetizzi le conclusioni. E questa sarà la consulenza tecnica d'ufficio (Ctu), mentre ne potrebbe essere presentata una di parte (Ctp), come accennato anche dalla legale del conducente in un'intervista concessa a Monteneronotizie qualche giorno fa.
Ipotesi processuali. Conclusa l'acquisizione degli elementi di prova, arriverà la fase processuale, che vede come imputato il convivente di Ilaria Forgione, e padre del bambino che portava in grembo, Alex D'Angelo, trenta anni, originario di Campobasso. Le ipotesi sono due e dipendono dalle decisioni della Procura: rito ordinario o immediato. Obiettivo è stabilire se vi sia stato omicidio stradale pluriaggravato (questo perché la ragazza era incinta).
Con il rito ordinario l'iter giudiziario sarebbe quello standard, più lungo, che prevede indagini, udienza preliminare per valutare fondatezza dell'accusa e infine dibattimento (fase più importante e "calda", dove si confrontato pubblico ministero e difesa davanti al giudice terzo).
Viceversa il rito immediato, più veloce, prevede che si salti la fase dell'udienza preliminare. Si va direttamente a dibattimento dopo le indagini e a deciderlo è il pubblico ministero, l'accusa, o talvolta lo stesso imputato. Vi si fa ricorso quando le prove appaiono evidenti o, da parte dell'imputato, quando si è convinti della propria innocenza e si vuole arrivare il prima possibile a un verdetto.
Una volta stabilito se vi sarà rito ordinario o immediato, sarà facoltà dell'imputato l'eventuale richiesta di rito abbreviato (senza dibattimento, con possibilità di assoluzione o sconto di pena di un terzo in caso di condanna) o di patteggiamento (ammissione implicita di colpevolezza, sconto di un terzo della pena). 
Le pene per omicidio stradale variano da un minimo di due a un massimo di dodici anni nei casi più gravi, tenendo conto di varie aggravanti (violazioni del codice della strada, ebbrezza o stupefacenti, guida contromano, inversioni di marcia ecc.). La vicenda giudiziaria per il caso di Ilaria Forgione è appena alle battute iniziali.
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