MONTENERO DI BISACCIA. Ha risposto alle domande del magistrato, ma sulla dinamica ha "momenti di buio". Parla Anna Cerbone, avvocata di Alex D'Angelo, agli arresti domiciliari perché indagato di omicidio stradale. Era lui alla guida della Volkswagen Golf uscita di strada il pomeriggio del 28 settembre lungo la Provinciale 55. Nell'incidente perdeva la vita la sua compagna Ilaria Forgione, incinta all'ottavo mese. Il giorno del suo venticinquesimo compleanno, dopo essere stati alla festa di lei e di ritorno da un gelato consumato a San Salvo dopo il pranzo.
Il convivente ha riportato delle ferite e per questo è stato ricoverato dapprima a Termoli poi a San Giovanni Rotondo. Uscito dall'ospedale sono arrivate una dopo l'altra la notifica di iscrizione nel registro degli indagati, un cosiddetto atto dovuto, ma poi anche gli arresti domiciliari. A carico del trentenne, originario di Campobasso, l'accusa di omicidio stradale pluriaggravato, poiché nell'incidente è morto anche il bambino che la compagna portava in grembo.
Quella che segue è un'intervista concessa dal suo legale, l'avvocata Anna Cerbone, del foro di Napoli.
Come sta il suo assistito?
"Molto provato sia nel corpo per le lesioni riportate sia nella psiche, ha perso la compagna con la quale aveva deciso di mettere su famiglia e la sua piccola".
Vi aspettavate una decisione come quella degli arresti domiciliari?
"Il Gip (Giudice indagini preliminari n.d.r.) ha ritenuto sussistenti le esigenze cautelari di cui all’articolo 274 del Codice di procedura penale e, in conseguenza, inevitabile l’applicazione della misura cautelare degli arresti domiciliari".
(L'articolo 274 prevede le tre note ipotesi che giustificano la detenzione: pericolo di fuga, eventualità di inquinamento delle prove, possibile reiterazione del reato n.d.r.).
Cosa sappiamo riguardo la dinamica dell'incidente? Cosa ha detto al magistrato Alex D'Angelo?
"Il signor D’Angelo non si è avvalso della facoltà di non rispondere, per cui ha risposto a tutte le domande per ciò che ricordava. Ha vari momenti di buio, sicuramente una giornata di festa si è trasformata in una tragedia infinita. Stavano rientrando a casa e lui guidava con prudenza. Sicuramente nei prossimi giorni gli accertamenti tecnici e le immagini delle telecamere ci sapranno dire di più sulla dinamica effettiva".
Oltre alla Procura di Larino, anche voi della difesa state svolgendo indagini e rilievi sull'incidente?
"Sì, anche noi come difesa, siamo in attesa di esiti che possano alleggerire la sua posizione".
La comunità montenerese, ma non solo, è rimasta molto colpita dall'accaduto, comprensibilmente, si può avere fiducia che arrivino abbastanza in fretta delle risposte pertanto?
"Sì, decisamente".
Si è parlato di positività al test dell'alcol.
"Purtroppo non vi posso rispondere, le indagini verteranno anche su questo aspetto, pochi giorni e conosceremo con precisione tutti i dettagli della vicenda".
Alex D'Angelo si è sentito con la famiglia di Ilaria Forgione?
"Certo, anche se non direttamente, è stato da poco dimesso dall’ospedale. Piangono lo stesso dolore".
La dinamica dell'incidente, come spiegato anche dall'avvocata Cerbone, è ancora al vaglio degli esperti nominati da Procura e difesa. Da stabilire in particolare la velocità tenuta dal veicolo ed eventuali malfunzionamenti meccanici, oltre che la ventilata positività all'alcol test. In sintesi, se Alex D'Angelo abbia o meno responsabilità .
I fatti noti sono che la Golf tornava da San Salvo e anziché la più usata Chiatalonga è stata scelta la Sp55 per rientrare a Montenero di Bisaccia. Lungo un tratto di rettilineo in salita l'auto ha improvvisamente sbandato, travolgendo e rompendo il massiccio collo di cemento di un bocchettone dell'irrigazione. Il salto del mezzo e poi la ricaduta metri più in là sul terreno, riverso su lato. Ilaria Forgione non ce l'ha fatta, feriti gli altri due occupanti: il compagno che guidava e un ragazzo che era seduto dietro.
Uno scenario da film quello apparso ai soccorritori: una colonna di acqua si innalzava dal bocchettone rotto con l'impatto per oltre dieci metri, data la forte pressione. Poco più in là due vite non c'erano più.
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