MONTENERO DI BISACCIA. Risultati tutto sommato in linea con quelli nazionali, compresa l'astensione, che tuttavia danno qualche indicazione anche per gli equilibri politici in amministrazione comunale. Vince anche qui Giorgia Meloni e tracolla il Movimento 5 stelle, mentre il progressismo del Partito democratico tiene il consenso, magro, degli ultimi anni.
Terminato lo spoglio di tutte le otto sezioni all'indomani delle elezioni per il rinnovo del Parlamento arriva il momento delle analisi anche a Montenero. Anche per quanto riguarda il risultato, indiretto, degli amministratori comunali, specie in maggioranza, in riferimento ai candidati sostenuti, apertamente o meno. I numeri riportati sono riferiti alla Camera, al Senato sono nella sostanza simili.
Il primo dato è la vittoria netta della coalizione di centrodestra (1159 voti, 45,63%), a seguire il Movimento 5 stelle (698, 27,48%) e ancora più staccato il centrosinistra (496, 19,53%). Numeri che confrontati con quelli delle precedenti elezioni politiche del 2018 danno un quadro stravolto, come a livello nazionale. Quattro anni e mezzo fa il primo partito fu il M5s, che sfondò la soglia del 50 per cento addirittura, prendendo ben 1901 voti. Decisamente più staccato era il centrodestra (983) e ancora di più le sinistre (426 Pd e collegati, 265 Liberi e uguali). Tradotto in cifre più semplici: i cinquestelle hanno preso 1200 voti in meno, il centrodestra 176 in più, il Pd e sinistre varie 195 in meno. Limitatamente a quest'ultimo dato, tuttavia, va rilevato che nel 2018 Matteo Renzi correva col Pd, stavolta solo; sommando anche i voti ottenuti dall'ex premier, a Montenero il centrosinistra recupererebbe parte dei consensi persi, avvicinandosi in sostanza ai risultati (non entusiasmanti) ottenuti degli ultimi anni.
Su tutto, come anticipato, il dato dell'astensionismo: si sono recati alle urne solo 2740 elettori. Qualcosa di mai visto, basti pensare che la volta scorsa, che comunque non brillò per affluenza, ne furono 3803. In un paese che perde abitanti scendono anche gli elettori si dirà , invece i dati sono inconfutabili: gli aventi diritto sono diminuiti solo di 196 unità (da 5165 a 4965). C'è stata, molto semplicemente, parecchia astensione, come d'altronde in tutta Italia. Astensione che, i risultati sono lì a dirlo, ha penalizzato quasi esclusivamente il Movimento 5 stelle: chi ha votato per loro nel 2018 stavolta è rimasto a casa. Non è il caso di parlare di mare di craxiana memoria, visto il meteo di ieri.
Passando all'analisi dell'ambito locale, riverberando il risultato delle elezioni appena concluse sull'agone amministrativo, la risposta alla domanda se vi siano state sorprese è: dipende. Sarà anche anodino, ma è l'unico modo per valutare un esito che nel complesso conferma la prevalenza dello schieramento conservatore cui la maggioranza fa riferimento, quindi niente novità . Ma al tempo stesso, scomponendo il voto tra i singoli partiti del centrodestra, fa leggere neanche troppo in controluce i rapporti di forza interni all'amministrazione di Simona Contucci. La sindaca stavolta ha invitato con discrezione i suoi a votare per Fratelli d'Italia e questa può essere sì una sorpresa, provenendo lei da tutt'altra parte politica, anche se è storia di anni fa. All'interno del centrodestra il partito di Giorgia Meloni ha raggiunto le 502 preferenze e questa è in qualche modo la forza elettorale facente capo alla sindaca nella sua maggioranza: lei la più forte. A corroborare questa tesi il fatto che Fratelli d'Italia non ha un forte radicamento a Montenero, per quanto da alcuni mesi abbia una sede. Resta da capire se in questo test consensual-elettorale sia stata appoggiata anche da altri in giunta. In altre parole, gli assessori Andrea Cardinali, Tania Travaglini e Claudio Spinozzi hanno fatto votare anche loro FdI? A conferma di ciò potrebbe esserci il fatto che Noi moderati, già Udc, sia andato incontro a un flop totale (80 voti, il segretario regionale Udc Teresio Di Pietro se ne farà una ragione). Tradotto l'area dell'ex sindaco Nicola Travaglini, cui fanno riferimento Cardinali e l'omonima Tania, potrebbe essere passata anch'essa sul carro vincente della Meloni, dopo una militanza in verità non proprio duratura nell'Udc.
Il secondo partito del centrodestra si è rivelato Forza Italia, con i suoi 309 voti. A tirare da questa parte tre esponenti in Consiglio comunale, vale a dire Nicola Marraffino, Antonio Potalivo e Cabiria Calgione. Il primo da tempo, gli altri due di recente passati ad appoggiare l'assessore regionale forzista Nicola Cavaliere.
Queste erano le prove di forza insite nella maggioranza alla guida del paese da due anni. Test utili soprattutto in vista delle regionali che si terranno fra alcuni mesi, quando di nuovo le sue correnti prenderanno le misure l'una dall'altra.
I risultati di ieri dicono che quella della sindaca Contucci è la più forte e numerosa, ma è anche la conferma che da queste parti si salta sul carro del vincitore, almeno dal 2015, con nonchalance, in omaggio al motto che da un po' circola negli ambienti di maggioranza: si va con chi vince. Andrà così anche alle regionali in primavera?