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Elezioni politiche a Montenero: un test per sindaca e maggioranza?

Analisi in vista delle consultazioni anticipate di settembre per il rinnovo del Parlamento. Sarà una verifica per l'amministrazione Contucci e si saprà di più su una sua candidatura alle regionali?

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MONTENERO DI BISACCIA. Da sempre i maggiorenti locali parlano di contesto completamente diverso da quello comunale, ma poi con la coda dell'occhio osservano come votano i compaesani nelle elezioni nazionali. Sarà lo stesso anche in quelle anticipate di settembre, con una differenza sostanziale rispetto alle due precedenti, coincidenti con o vicine alle regionali. Stavolta si vota solo per il Parlamento e insolitamente alle porte dell'autunno.
Archiviati i tempi in cui Montenero era il termometro della politica molisana e dove un big d'eccezione come Antonio Di Pietro prendeva vagonate di voti, nel decennio dominato dal centrodestra, se si preferisce chiamarlo così, non si è visto un incremento consistente dei voti in ambito nazionale per lo schieramento conservatore. In altri termini, se negli anni Novanta l'allora Pds e poi il centrosinistra riuscirono eccome a far votare dappertutto i progressisti, non riesce uguale agli avversari.
E centrodestra a Montenero si fa per dire, chiaramente, poiché non sono lontani gli ammiccamenti con Paolo Di Laura Frattura del sindaco Nicola Travaglini, poi tornato all'ovile, e il passaggio dell'attuale prima cittadina Simona Contucci dall'Italia dei valori al versante opposto. Passaggio che pare le abbia attirato l'ostilità dei dipietristi da allora e che perdura ancora, per quanto ormai elettoralmente non contino più.
Si vedrà come andrà il 25 settembre, nel frattempo si può analizzare come sono andate le cose nelle passate elezioni politiche. In un 2008 che oggi può apparire come un'era geologica fa, a trionfare era Antonio Di Pietro: la sua lista prese 2342 voti alla Camera, pari al 55 per cento. Un'ovazione. Ma solo cinque anni dopo tanto patrimonio elettorale era svanito, complice l'inchiesta di Report sulle proprietà immobiliari (niente di illegale emerse, tuttavia), mal gliene incolse a Tonino dando l'appoggio ad Antonio Ingroia e non candidandosi di persona. I voti diventarono 506, poco oltre il 12 per cento. Arrivarono persino le telecamere di Rai 1 a Montenero. Massimo Giletti, sotto sotto ammiratore di Di Pietro, si chiedeva che fine avesse fatto. La sua carriera politica di fatto finiva lì e pian piano tutta l'organizzazione di partito, una macchina da guerra fino a poco prima, ne seguiva le sorti. I dipietristi, compresa la segretaria cittadina Simona Contucci, realizzavano che era meglio allearsi col nemico di sempre, con quel Nicola Travaglini tanto attaccato e che li accolse a braccia aperte. Il resto è storia recente, con la Contucci diventata sindaca. E se Di Pietro non la vede di buon occhio tuttora, ma lei continua a mietere consensi, fa niente.
Tornando alle elezioni politiche del 2013, va ricordato che il fenomeno Movimento 5 stelle anche a Montenero cominciava a prendere molti voti. Al partito di Beppe Grillo andarono 1084 preferenze alla Camera (27,27 per cento), superando così il centrodestra (622, 15,76%) e il centrosinistra (885, 22,42%). Ancora meglio cinque anni dopo, nel 2018: M5S 1901 voti (51,97%), Centrodestra 983 (26,87%) e una parte di centrosinistra, nel frattempo divisosi come sempre, 426 (11,65%). 
Stavolta si vedrà, anche se i consensi dei pentastellati, ovunque, sembrano essere la radice cubica di quelli di un tempo. Certo i riflettori nazionali sono lontani da anni da Montenero, ma gli appetiti regionali vi sono ancora. Per questo, anche se sono elezioni "lontane", gli amministratori comunali dovranno forza maggiore interessarsi. Perché in vista delle regionali dell'anno prossimo i papabili vorranno misurare le proprie forze e usare come cartina al tornasole le consultazioni per il Parlamento. Ergo, chi è in Comune può essere chiamato a tirare il carretto per i propri riferimenti in quel di Campobasso.
Si vedrà anche se la valanga di voti presa da Simona Contucci alle comunali del 2020 si tradurrà in un aumento dei consensi per il centrodestra, impresa non riuscita a Nicola Travaglini nei suoi due mandati. E chissà che la sindaca in base all'esito delle urne il 26 settembre non sciolga la riserva ed esca allo scoperto annunciando la propria candidatura alle regionali, come si vocifera da un po'.
Nella foto Antonio Di Pietro e Simona Contucci durante un comizio a Montenero di Bisaccia per le elezioni politiche nel marzo 2008

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