MAFALDA. Non bastava l'energia, adesso ci si mette anche l'acqua e così anche il Comune bassomolisano ricorre al Tar contro l'aumento tariffario con effetto retroattivo deciso dalla Molise acque. A sancirlo al delibera di giunta n. 23 del 19 marzo. Un atto col quale l'amministrazione guidata da Giacomo Matassa partecipa assieme a decine di altri centri molisani al ricorso, assistito anch'esso dall'avvocato Salvatore Di Pardo. 
Nel mirino la delibera con la quale a fine anno la Molise acque ha stabilito che le tariffe delle annualità dal 2016 al 2019 vanno aumentate, al fine "di procedere in tempi rapidi a colmare i gap tariffari necessari per garantire il raggiungimento dell’equilibrio economico finanziario dell’ente". In sostanza si tratterebbe di ripianare i conti, come si evince dal documento che spiega la ragione dei ritocchi. Anche perché, si legge, "l’ultimo adeguamento tariffario effettuato dall'Asr Molise acque risale al 2011". Per le famiglie potrebbe tradursi in un carico maggiore in bolletta mediamente di trenta euro.
Ma secondo l'amministrazione mafaldese ciò andrebbe "in spregio al principio di irretroattività degli effetti giuridici disposti con atti amministrativi e di normazione secondaria", come si legge nella delibera di giunta. In altri termini, non si può aumentare qualcosa che già è stato consumato e persino pagato dagli utenti, con i Bilanci già chiusi dai Comuni. 
La pensano allo stesso modo tante altre amministrazioni molisane, per un totale di tre ricorsi al Tribunale amministrativo, di gruppo e singolarmente. La richiesta è di annullare la delibera n. 94 del 2021, varata dal Consiglio di amministrazione della Molise acque, e di conseguenza gli aumenti sulle annualità arretrate. I termini per il ricorso al Tar scadono oggi, mentre ad aprile dovrebbero arrivare le udienze. Non resta che aspettarne l'esito.