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Montenero senza provinciali, la seconda volta in 60 anni

Il voto sparpagliato dei consiglieri di maggioranza conferma le correnti "regionali"

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MONTENERO DI BISACCIA. Un risultato in pareggio per un ente sempre più a caccia di identità, ma almeno è servito a misurare le forze alle fazioni politiche. E, nello specifico di Montenero, confermare che la maggioranza consiliare ha eccome le sue correnti. E' finita con cinque eletti per ognuna delle due liste la consultazione per il nuovo Consiglio provinciale di Campobasso. Ma è dalla lettura in filigrana dei risultati che si possono osservare dati interessanti per Montenero, in particolare per la maggioranza.
La premessa è che per la seconda volta (l'altra nel 2016) dopo pluri decennale tradizione il centro bassomolisano non ha esponenti in Provincia. Ne ha sempre avuti, sin dagli anni Cinquanta con Ettore Raspa, poi quando riusciva a eleggere qualche montenerese solo il Partito comunista, fino alla massiccia e dominante presenza degli anni Duemila, culminata con l'elezione del presidente Nicola D'Ascanio. Ultima esponente provinciale l'attuale sindaca Simona Contucci, in carica fino allo scorso fine settimana. Alla tornata attuale non si è candidato nessuno di Montenero, pertanto i voti sono andati a sindaci e consiglieri comunali di altri centri della provincia. Da alcuni anni, infatti, tale voto non è più espresso dagli elettori, ma dagli amministratori comunali.
Ed è qui che la matematica entra in gioco, per quanto la preferenza sia segreta. I consiglieri di maggioranza a Montenero sono nove, ma è ragionevole supporre che solo otto di essi si siano espressi per la lista di centrodestra (Insieme in Provincia). La sezione di riferimento è la 2, dove solo due dei Comuni rientranti nella fascia C (da 5000 a 10000 abitanti) hanno votato: Montenero e Riccia. I voti alla lista di centrodestra sono stati quindici e di questi, sempre in base alle supposizioni, otto espressi da amministratori monteneresi. Qui l'analisi diventa man mano più aleatoria, perché l'ipotesi più ragionevole è che i voti siano stati ripartiti più o meno equamente fra i quattro candidati poi eletti (uno è stato votato solo nell'altra sezione). E sono: Gianni Di Iorio (4 voti, sindaco di Tufara), Simona Valente (4, sindaca di Campochiaro), Orazio Civetta (3, sindaco di Ripabottoni) e Alessandro Pascale (2, consigliere comunale di Campobasso). Le preferenze dei singoli, indicate fra parentesi, comprendono anche quelle espresse dai consiglieri di Riccia.
L'aspetto singolare è che dei quattro eletti nella sezione 2 nessuno fa parte della fascia C (grigia) e pertanto non sono stati votati dai propri colleghi in amministrazione. E, come detto, Montenero si ritrova senza un esponente in Provincia, fatto storicamente insolito, e ha contribuito a farne eleggere in paesi con meno di mille abitanti.
E' probabile, se non evidente, che i membri della maggioranza montenerese hanno distribuito i voti secondo l'appartenenza alle correnti regionali di riferimento, analizzate giorni fa su Monteneronotizie (Niro, Pallante, Cavaliere, Toma ecc.), e a ognuna delle quali è legato il singolo candidato provinciale.
Una conferma che alla coesione interna, la leadership della Contucci è fuori discussione nonostante qualche borbottio, non si accompagna compattezza quando si esce dai confini comunali. E questa non è certo una novità in quel di Montenero, ma è un fattore col quale vale la pena di fare i conti per chi è intenzionato a provare la scalata a Palazzo Moffa nella primavera 2023.

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