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Le inquietudini regionali dell'amministrazione comunale

Rischio di polverizzazione del voto con le correnti della maggioranza. E ancora una volta si vocifera sulla candidatura di Antonio Di Pietro alla presidenza

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MONTENERO DI BISACCIA. L'appuntamento non è vicinissimo ma si sa che più un motore è grande più ha bisogno di essere scaldato con adeguato anticipo. Se per una macchina bastano pochi minuti, per una nave occorrono due ore. Se per le elezioni comunali ci si avvia sei mesi prima, per le regionali un anno potrebbe non bastare. Spontaneo allora chiedersi cosa fermenta nell'amministrazione comunale in vista dell'importante appuntamento della primavera 2023. I preparativi sono avviati? Le correnti interne alla maggioranza creeranno qualche frizione di troppo? E ancora: hanno fondamento le voci che vorrebbero Antonio Di Pietro candidato alla presidenza? Si vedrà, nel frattempo si può iniziare azzardando qualche previsione su come si muoveranno i pezzi dell'amministrazione più esposti, dal sindaco passando per tutta la giunta e arrivando al presidente del Consiglio comunale. E si candiderà qualcuno della maggioranza? Se sì, chi? E quale ruolo avranno le forze esterne, al momento fuori dal Palazzo, ma sempre presenti e influenti?
Occorre partire dalle possibili candidature e, secondo le ultime indiscrezioni, la sindaca Simona Contucci non sarebbe interessata al grande salto verso il capoluogo. D'altra parte, se eletta in Regione, farebbe tornare alle urne il Comune dopo soli tre anni. Più facile che tenti la carta del secondo mandato (nel 2025) e rinvii l'eventuale pensierino regionale al 2028.
Ne consegue che stavolta la candidata montenerese potrebbe essere Tania Travaglini. La giovane assessora alle Politiche sociali potrebbe correre in tandem col sindaco di Petacciato Roberto Di Pardo, sempre che non si rifaccia avanti l'ex primo cittadino di Montenero Nicola Travaglini. Già, perché secondo alcune voci vorrebbe tornare nella politica attiva e provare a lavare l'onta del 2018, quando non gli riuscì l'elezione in Consiglio regionale dopo appena tre anni dalla scorpacciata elettorale delle comunali. D'altra parte l'ex sindaco potrebbe vantare una certa influenza su metà della giunta: Andrea Cardinali, da lui stesso indicato per la lista dopo il diniego ricevuto per una sua candidatura alle ultime comunali, e la stessa Tania Travaglini. Se si candidasse quest'ultima, come ipotizzato, il tandem con chi dovrebbe farlo alle regionali, con l'omonimo ex sindaco o con Di Pardo di Petacciato?
Se questi potrebbero con maggior probabilità essere i nomi dei papabili, più difficile è la situazione delle correnti in seno alla maggioranza e, di conseguenza, prevedere un granitico e compatto sostegno ai monteneresi eventualmente candidati. Perché sono diversi i riferimenti regionali per le punte dell'amministrazione, quasi uno per ognuna di esse. Vediamoli.
I citati Cardinali e Travaglini gravitano nell'orbita dell'ex sindaco e del segretario Udc Teresio Di Pietro, perciò "portano", come si diceva un tempo, il presidente della Regione Donato Toma e l'europarlamentare Aldo Patriciello. La sindaca Simona Contucci è legata all'assessore regionale Vincenzo Niro, mentre Claudio Spinozzi, titolare in Comune del Bilancio, non pare avere una collocazione definita. Resta l'assessora alle Attività produttive Loredana Dragani e qui arriva la sorpresa: parteggia per il consigliere regionale Vittorino Facciolla, che però è del Partito democratico, quindi di centrosinistra. Ne va che la Dragani, alle regionali ma pare anche nelle riunioni di giunta comunale talvolta, è svincolata dal resto della maggioranza.
Il presidente del Consiglio comunale Nicola Marraffino, a chiudere il quadro, è sostenitore dell'assessore regionale Nicola Cavaliere. Riepilogando: i sei alfieri dell'amministrazione "portano" quattro diversi esponenti nella massima istituzione molisana. Più che ragionevole prevedere che ognuno farà votare il suo candidato, ciò che si tradurrà come sempre in una polverizzazione dei consensi monteneresi. Se questo con l'approssimarsi delle elezioni del 2023 causerà fratture dentro la maggioranza si vedrà, ma secondo indiscrezioni è proprio ciò che già da adesso si teme.
Passando al fronte opposto di centrosinistra, da anni non più egemone, non vi è nulla di particolare da rilevare. A meno che non si dimostri fondata la voce che vuole Roberto Ruta chiedere ad Antonio Di Pietro di candidarsi alla presidenza della Regione. E' un refrain sentito altre volte in passato, come un tormentone, quello dell'ex magistrato e ministro proposto per il massimo scranno del suo Molise. Poi non è mai successo e Di Pietro è fuori dalla mischia da quasi dieci anni, ma se stavolta a proporlo è l'ex deputato Ruta, parliamo di uno che di candidature di vertice in Molise ne ha azzeccate, è il caso di dire, diverse. Se così fosse i riflettori si sposterebbero tutti sul montenerese più famoso, lasciando nell'ombra ciò che succede dall'altra parte, quella che è al potere in municipio, beghe correntizie comprese. Vale la pena di rimanere sintonizzati.

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