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La battaglia per le provinciali si combatte fuori dal municipio

L'ex sindaco Travaglini e Teresio Di Pietro pronti a misurare le proprie forze. Nella maggioranza persistono le correnti regionali

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MONTENERO DI BISACCIA. Per quanto siano elezioni improprie e riferite a un ente che dopo i vari tentativi di eliminazione resiste ancora più o meno agonizzante, in quel della maggioranza montenerese l'effetto potrebbe sentirsi. Le elezioni provinciali vedono i suoi esponenti liberi di andare in fuga e al tempo stesso non manca qualche contrasto interno, o meglio è un'occasione di misurare le proprie forze per qualcuno. E, fatto singolare, a ricorrere al dinamometro del consenso non è tanto chi ricopre cariche in Comune, bensì chi al momento è fuori, almeno in apparenza.
La consultazione per il rinnovo del Consiglio provinciale è in programma per dopo domani, sabato 18 dicembre, e come avviene da un po' non sono chiamati più i cittadini a esprimere preferenze, bensì tocca farlo agli amministratori comunali. Non si elegge il presidente, che rimane Francesco Roberti, ma solo i consiglieri. Le liste presentate sono due, una di centrodestra l'altra di centrosinistra, i cui candidati sono venti amministratori dei vari comuni della Provincia. Nessun montenerese in lista, così l'uscente (e oggi sindaca) Simona Contucci non potrà cedere il testimone a nessun compaesano.
Nella maggioranza consiliare di Montenero, secondo il termometro politico locale, dovrebbero prevalere i voti verso il centrodestra, ma non manca qualche outsider che in ambito sovra comunale fa riferimento al centrosinistra. Si tratta delle correnti "regionali" di cui su Monteneronotizie ci siamo occupati giorni fa e ne sono fondamentalmente quattro. Fin qui chi è in carica, ma secondo indiscrezioni i mal di pancia e le prove di forza arrivano da chi al momento non lo è. L'ex sindaco Nicola Travaglini e il segretario regionale Udc Teresio Di Pietro fanno riferimento agli stessi esponenti politici regionali (Donato Toma e Aldo Patriciello), ma fra loro non hanno mai legato particolarmente. Non si ha infatti notizia che un qualche Cupido politico li abbia mai colpiti col proprio dardo affinché vi fosse tra loro feeling. Di più, i rapporti si sarebbero raffreddati ancora di più in seguito al doppio appuntamento elettorale della primavera 2018. In poco più di un mese prima lo scarso risultato di Teresio Di Pietro alla Camera, poi la mancata elezione in Regione di Travaglini.

Oggi nonostante siano ambedue fuori da cariche elettive, sono presenti eccome nell'agone politico locale e regionale. Appena un anno fa hanno sostenuto due candidati e oggi circa metà della giunta comunale fa riferimento o a tutti e due o solo all'ex sindaco. Per loro l'imminente appuntamento provinciale sarebbe immancabile terreno di confronto, misurare quanti voti hanno a testa. Detto altrimenti, Travaglini e Di Pietro non sembrano avere nessuna intenzione di uscire di scena. Tutto ciò nonostante l'attuale inquilino del Palazzo, Simona Contucci, ostenti nonchalance quando sente parlare dei predecessori e di esponenti del passato, quasi che la storia sia cominciata dopo la sua elezione.
In definitiva non sembrano esservi particolari tensioni nei consiglieri e nemmeno in giunta dovrebbe accadere nulla di preoccupante per la tenuta dell'amministrazione, dopo le provinciali di sabato. I referenti delle quattro correnti regionali (facenti capo a Nicola Cavaliere, Donato Toma, Vincenzo Niro e Vittorino Facciolla) voteranno in autonomia e da lunedì tutto come prima. La battaglia, anche in prospettiva delle elezioni regionali del 2023, potrebbe essere più accesa, per quanto sotterranea, fuori dal municipio. Difficile prevedere se questi attriti, prima o poi, possano penetrare il marmo bianco che riveste l'edificio e creare qualche malumore anche dentro la maggioranza.

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