MONTENERO DI BISACCIA. I più attenti una scorsa alla pagina dedicata su Wikipedia l'avranno data e sebbene non sia stato una star di Hollywood, resta l'unico attore cui il centro bassomolisano ha dato i natali. Un montenerese famoso, forse non troppo o non più nel suo paese. E saranno stati pure ruoli secondari, ma i film in cui è apparso sono ben 110.
Fedele Gentile nacque a Montenero di Bisaccia il 28 gennaio 1908 e, orfano del padre caduto nel primo conflitto mondiale, si trasferì con la madre a Roma nell'immediato dopoguerra, dove la donna si risposò e formò una nuova famiglia. Dopo le scuole Superiori Fedele frequentò il Centro sperimentale di danza e canto, mentre nel cinema debuttò fin dalle origini del sonoro. Dal 1935 la carriera diventò più stabile e lunga, come detto oltre cento le pellicole. I suoi ruoli sono sempre stati di secondo o terzo piano, tranne che in Bengasi, film di guerra del 1942, dove è Antonio, il soldato salvato da Fanny, una prostituta. Non è il protagonista, ma il suo ruolo è più rilevante del solito.
Tra i film più noti cui ha partecipato Il magnifico gladiatore (1964), Giulio Cesare contro i pirati (1962) e La vendetta di Ursus (1961).
A fine anni Sessanta cominciò a usare lo pseudonimo Fidel Green nei celebri spaghetti western, recitò infatti in diversi lungometraggi del fortunato genere dell'epoca. Chiuse la carriera cinematografica nel 1973, con il film Quando i califfi avevano le corna, una commedia. Ultima sua apparizione nella serie televisiva in due episodi La sconosciuta, nel 1982.
Fedele Gentile morì a Roma il 16 dicembre 1993.
Nella sua Montenero di Bisaccia è oggi praticamente sconosciuto e negli anni si è visto raramente, ma frequentava amici del paese di origine, della famiglia Zinni, con i quali soggiornava anche al mare di Francavilla, in provincia di Chieti. Il suo occhio cinematografico, tuttavia, gli permise di vedere il potenziale dei calanchi, oggi parco naturale ma ai tempi ancora discarica: pensava che sarebbe stato interessante girarci un film.
Parenti col suo cognome ve ne sono ancora, anche se i legami sono parecchio allungati ormai, nessuno entro il canonico sesto grado pare. Negli anni Cinquanta, tuttavia, non era del tutto ignoto ai compaesani. Erano i tempi del cinema Excelsior, appartenente ai Sabatino ed edificato adattando e soprelevando il locale prima adibito a rimessa per autobus. La famiglia era infatti titolare di un'azienda di trasporti. Appuntamento fisso per i giovani e meno giovani, dai paesi limitrofi arrivavano col leggendario Cimatti 48 oppure mettendo insieme la cifra per pagare la corsa a chi faceva autonoleggio con autista.
Il cinema Excelsior era un must, un fiore all'occhiello. E non si proiettavano solo film, ma vi si tenevano anche spettacoli di intrattenimento. Come quando un illusionista fece abbracciare la scopa a un volontario scelto fra il pubblico, facendogli credere – quasi sicuramente con la complicità dell'attore improvvisato – che fosse Silvana Pampanini. Il ballo con la scopa scambiata per l'avvenente attrice dovette essere appassionato al punto che, quando tornò in platea, si sentì il sonoro ceffone che gli rifilò sua moglie. "Eccoti Silvana Pampanini", queste le parole con cui la signora accompagnò la scoppola all'imbarazzato consorte.
Erano negli anni in cui un bacio scatenava mormorii e fischi di meraviglia, per non parlare di quando si scoprivano minime parti femminili. E lì si proiettarono anche film con Fedele Gentile. All'epoca c'erano ancora parenti che lo avevano conosciuto direttamente e ne erano chiaramente fieri.
Nella foto: Fedele Gentile (il secondo da sinistra) con suoi familiari (per cortesia di Annita Zinni)
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