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Da "tribuna" a giardinetto, con quella ringhiera troppo "audace"

In una foto di Gorizio Pezzotta l'occasione per narrare una piccola storia montenerese

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MONTENERO DI BISACCIA. Da tribuna improvvisata durante la Coppa Cremonese a giardinetto e infine terrazza di un bar dove gustare aperitivi. Praticamente c'è una storia in qualsiasi foto pubblicata da Antonio Assogna, in questo caso attingendo dall'archivio affidatogli da Gorizio Pezzotta. Non fa eccezione una delle ultime, uscita in questi giorni sulla sua pagina Facebook e che riprende il giardinetto tra l'inizio delle vie Carabba e Argentieri, in centro. Nella foto è visibile qualche anno dopo la sua realizzazione, avvenuta a fine anni Settanta. Alberi e piante prendevano il posto di terra incolta e, soprattutto, era costruita una scalinata. Prima di allora bisognava percorrere un giro più lungo e la scorciatoia, fatta con lastre di travertino, divenne più comoda che mai con l'apertura del negozio di alimentari di cui si vede l'insegna. Si trattava del secondo negozio in paese con sistema self service, dove i clienti si servivano da soli fatta eccezione per il reparto salumeria. Apparteneva a una catena chiamata Coopim (da qui l'uso del termine dialettale "Copp" per molti anni, anche dopo due o tre cambi di nome). In realtà la proprietà era la stessa del primo negozio di grandi dimensioni, l'A&O, che nel 1974 aveva aperto i battenti in via Frentana. Misurava ben 400 metri quadri ed era qualcosa di mai visto a Montenero prima di allora. Forse era troppo grande, forse non era comodissimo essendo interrato e costringendo i clienti prima a scendere poi a risalire parecchi gradini; fu ridimensionato, cambiò la catena di franchising e fu trasferito in via Carabba. E' quello che si vede nella foto.

Altro elemento da notare è la ringhiera laterale, che non aveva ancora i cubetti di metallo cinque per tre saldati sopra. Un obbrobrio necessario: posato il corrimano, i ragazzi iniziarono presto a montarvi a cavalcioni e usarlo a mo' di scivolo. Il problema è che la corsa finiva su via Argentieri, in un punto in cui il marciapiede è abbastanza stretto. Il rischio di essere investiti dalle auto era molto elevato, per questo l'amministrazione comunale incaricò un fabbro di saldare su tutta la lunghezza quei cubetti di ferro. Diventava impossibile scivolare ed è inutile dire che questo fu accolto con disappunto dai giovanissimi, forse convinti che sarebbero riusciti ogni volta a fermarsi in tempo. Beata ingenuità.

Tornando a quanto accennato in apertura, prima che un giardinetto l'area era semplicemente un angolo fra due vie e prima ancora il confine sinistro del tratturo Centurelle-Montesecco, nella sua ultima parte verso il centro. Negli anni Cinquanta, come si può vedere nella foto tratta sempre dall'archivio di Antonio Assogna, il traguardo della Coppa Cremonese era posto proprio lì davanti. La gara ciclistica riservata alla categoria Dilettanti, quella che precede i Professionisti, era un appuntamento immancabile anche per qualche futuro vincitore di tappe al Giro e al Tour, per esempio Alessandro Fantini. L'arrivo a Montenero era insolitamente posto non a fine salita (risalivano dalla Madonna di Bisaccia), bensì qualche decina di metri dopo l'inizio della discesa, quindi nella prima parte di via Argentieri. Ne consegue che la visuale migliore, anche in caso di arrivo in volata, si otteneva proprio dalla scarpata poi trasformata in giardinetto, come mostra la foto.

Ripresa dal Campanile negli anni Sessanta, l'area dove sarebbe sorto qualche anno dopo il giardinetto è indicata con una freccia

Il giardinetto oggi

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