MONTENERO DI BISACCIA. Si attende l'ufficializzazione ma come capita le indiscrezioni ci sono già : l'intitolazione dell'ex scuola di via Argentieri al dottor Nicola Morrone è stata autorizzata. La notizia è trapelata dagli ambienti municipali, dove si starebbe preparando anche la cerimonia ufficiale. L'edificio, oggi adibito a sede di diverse associazioni, porterà pertanto il nome del medico di famiglia morto nel 2016. Un'intitolazione arrivata poco prima dei dieci anni previsti dalla normativa e per questo è stata necessaria l'autorizzazione del prefetto.
Sempre secondo indiscrezioni, la cerimonia è prevista presso i locali dell'ex scuola domenica 14 dicembre.
Nicola Morrone era conosciuto e apprezzato in paese. L'iter che ha portato al riconoscimento parte però da più lontano e per iniziativa di un gruppo di persone.
Era infatti il 17 aprile 2019 quando in municipio era protocollata la richiesta, con novantaquattro firme, che chiedeva l'intitolazione di una nuova strada, piazza o altro luogo al medico, all'epoca morto da soli tre anni. Lo stesso comitato, in assenza di risposte, protocollava un sollecito il 19 giugno 2023. Nel settembre di quest'anno la svolta decisiva, con la delibera di giunta che ha avviato l'iter, la cui conclusione arriva quando manca poco al raggiungimento dei dieci anni dalla morte. Questo il lasso di tempo che normalmente la legge richiede per l'intitolazione di luoghi pubblici a personaggi che si sono distinti in qualche campo.
Di seguito degli estratti del primo documento di richiesta , che ne ripercorre la biografia:
"Nicola Morrone è nato a Montenero di Bisaccia il 7 gennaio 1950. Primogenito di due figli (…) ha vissuto in paese fino al 1962, dove i genitori gestivano l'azienda di famiglia. All'età di undici anni si è trasferito con la famiglia a Chieti (…). Ha quindi continuato gli studi, si è laureato in Medicina e chirurgia nel 1982. Si è poi specializzato in Geriatria e gerontologia e, sempre attratto dagli studi in materia medica, ha conseguito una specializzazione in Agopuntura e Materia medica omeopatica".
Un appunto sarà consentito. Apprezzato professionista, il fatto che si dedicasse anche ad agopuntura e omeopatia gli sono tuttavia costate discussioni anche vivaci con amici che ne contestavano il non solido fondamento scientifico, almeno da parte della cosiddetta medicina ufficiale. Il documento prosegue con il racconto biografico:
"Ha iniziato la sua attività lavorativa in Molise come medico di guardia prima e come medico di base successivamente, nei comuni di Montenero di Bisaccia e Mafalda. (…) Ha lavorato fino al 2014, quando per motivi di salute è andato in pensione. A causa della sua malattia è deceduto il 22 maggio 2016".
La richiesta prosegue spiegando che "il motivo di questa iniziativa è di non lasciare cadere nell'oblio la memoria di quest'uomo, il quale non è stato solo un medico, ma soprattutto una persona buona e di grande ricchezza umana e di rara disponibilità . (…) Nonostante la malattia, che non è riuscito a vincere, ha continuato instancabilmente a svolgere con passione e responsabilità la sua professione. Il suo impegno non si è mai interrotto, dando la priorità ai suoi pazienti e a chiunque ne avesse bisogno, col sorriso e la cordialità di sempre, fino a quando le forze gliel'hanno permesso".
Così il comitato promotore dell'intitolazione di una strada o altro luogo pubblico al dottor Nicola Morrone. Ma volendo ricostruire a tutto tondo il personaggio va ricordato, ancora, che la parte iniziale della sua professione fu causa di qualche turbolenza politica a Montenero.
Incaricato quale medico degli anziani dall'amministrazione comunale a guida mista (Partito comunista-lista civica), fu revocato quando a pochi mesi dalla fine del mandato la maggioranza torno in mano democristiana. Era il 1989 e un anno dopo si tornò al voto. Nicola Morrone era un simpatizzante dichiarato del Movimento sociale italiano, ma fu candidato dai comunisti come indipendente. Per il giovane medico un'occasione di riscossa contro chi lo aveva rimosso per fare un dispetto al Pci. Per quest'ultimo un'occasione che seppe cogliere magistralmente al volo. E fu efficace: il medico dei vecchi, così era chiamato, non andava tolto. Difficile indicare quanto influì sulla netta (ma per certi versi effimera) vittoria rossa del maggio 1990 il medico dei vecchi. Ci furono tanti altri fattori, non ultimo il carisma di un ormai affermato Nicola D'Ascanio, ma indubbiamente fu una delle componenti che decretarono la disfatta democristiana.
Quella maggioranza tutta rossa durò paradossalmente poco, poiché tre suoi membri la sfiduciarono. Fra loro anche il dottor Morrone, corpo estraneo forse non solo nel Pci, ma nella stessa politica. Dopo quell'esperienza che più divisiva non poteva essere, vita e carriera sarebbero viceversa rimaste sempre improntate alla concordia. Non avrà più bisogno di incarichi comunali, perché di clienti ne avrà fin troppi che vorranno spontaneamente farsi assistere da lui.
Non si occuperà mai più di politica attiva, ma certo ne parlerà nelle conversazioni fra amici, spesso senza risparmiare critiche alla Chiesa che fu.
Infine, va registrato che l'intitolazione a suo vantaggio è l'unica che va in porto da molti anni a questa parte. Non hanno avuto altrettanta fortuna i tentativi fatti per don Nino Zappitelli e per Luigi "Ginottino" Calgione. Nel primo caso la raccolta firme fu fatta immediatamente dopo la morte (2012) nel secondo si attivò l'amministrazione comunale in carica (2023), su richiesta di molte persone. Ambedue le volte la fretta ha giocato un brutto scherzo: tentativi falliti, la Prefettura di Campobasso ha bocciato sul nascere il proposito. Il motivo sempre lo stesso: non sussistono le caratteristiche di eccezionalità per derogare ai dieci anni che devono passare dalla morte.
E anche con il dottor Morrone, in definitiva, è occorso aspettare che mancassero pochi mesi ai dieci anni. Oltre alle tante lezioni su Sisto IV e medicina, comprese branche controverse come agopuntura e omeopatia, ha dato a tutti anche una lezione su come si fa: meglio aspettare quanto indica la normativa.
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