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Sarà intitolata al dottor Nicola Morrone l'ex scuola di via Argentieri

Medico di base benvoluto, ma anche al centro di una bufera politica a suo tempo. Dopo l'ok della giunta si attende il nulla osta della Prefettura

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MONTENERO DI BISACCIA. Sarà intitolato al dottor Nicola Morrone l'ex edificio delle scuole Elementari "Colle della speranza". A sancirlo la giunta comunale nella riunione che si è tenuta stamattina anche se, va precisato, l'atto deve essere autorizzato dalla Prefettura di Campobasso, poiché sono passati meno di dieci anni dalla morte.
La giunta comunale ritiene "significativo, in vista di una più incisiva affermazione dei più alti valori umani, ricordare la scomparsa di una persona che tanto ha fatto a livello sociale, con riguardo, in particolare, alla cura delle persone anziane e con disagio sociale, in modo simbolico per sentirsi idealmente uniti con migliaia di altre persone, e la cui scomparsa ha costituito una profonda ferita per la nostra comunità". Così sulla delibera n. 117 è motivata la decisione di intitolare l'edificio di via Argentieri 177, fino a una quindicina di anni fa scuola Elementare, poi sede di diverse associazioni, di volontariato e sportive.
"La scelta di questa amministrazione comunale di intitolare l’edificio (…) – è scritto sempre sul documento -, deriva dalla consapevolezza che ricordare la figura di una persona che ha messo a disposizione le sue conoscenze scientifiche e la sua affabilità umana per gli altri, possa contribuire anche a creare nelle giovani generazioni sentimenti di maggiore attenzione verso la propria identità, nel segno di un crescente impegno civico e sociale".
Da qui la decisione di commissionare una targa da attaccare alla facciata dell'edificio, riportante la scritta: "In memoria del dott. Nicola Morrone, esempio di grande umanità e dedizione, che con amore per la professione medica e per i pazienti ha lasciato un segno indelebile nella comunità".
L'atto è pertanto stato inviato alla Prefettura di Campobasso, cui compete il rilascio dell'autorizzazione all'intitolazione quando non siano passati dieci anni dalla morte. Termine che nel caso del dottor Nicola Morrone non è ancora raggiunto.
Era infatti il maggio 2016 quando il medico di base classe 1950 moriva a seguito di una malattia, la quale lo aveva costretto da qualche anno a lasciare anzitempo la professione, fra lo sgomento generale di molti suoi assistiti. Benvoluto, anche parecchio, ma l'avvio della professione nella sua Montenero, dove tornava dopo gli studi universitari e l'abilitazione, era stato a suo tempo turbolento. Occorre un passo indietro.
Nella seconda metà degli anni Ottanta ad amministrare era una maggioranza mista "bianco-rossa", vale a dire una lista civica centrista (Spiga) e il Partito comunista italiano, nelle cui fila militava anche il sindaco Nicola D'Ascanio. In quegli anni, nell'ambito del servizio di assistenza agli anziani, fu introdotta la figura del geriatra, a spese del Comune. E siccome il politicamente corretto era di là da venire, quel medico era chiamato "dei vecchi", senza che nessuno si offendesse. L'incarico fu affidato a Nicola Morrone, specializzato appunto in geriatria e da poco rientrato nel paese di origine. E come medico dei vecchi si rivelò subito non solo competente, ma capace di conquistare gli anziani con la sua innata empatia. 
Ma nel 1989 la maggioranza cambiò formazione e fu estromesso il Pci (non c'era ancora l'elezione diretta del sindaco, si poteva cambiare in corso d'opera). E con i compagni fu tolto anche il dott. Morrone, che ironia della sorte comunista non era. Anzi, era stato missino dichiarato in gioventù.
Mancavano pochi mesi al voto e la macchina del Partitone rosso mise in campo una campagna comunicativa che sarebbe rimasta agli annali: volantini davanti alle farmacie, passaparola ecc. Argomento: i democristiani hanno tolto il medico agli anziani.
Si votò nel maggio 1990 e il Partito comunista prese una valanga di voti. Candidò anche Nicola Morrone, come indipendente non essendo catalogabile come compagno, che prese 421 voti (sistema a quattro preferenze), quinto sugli undici che il Pci riuscì a eleggere. Un anno dopo il dottore sarebbe stato uno dei tre che avrebbero tolto il sostegno alla maggioranza tutta rossa, facendola cadere. Ma attenzione: se lui era indipendente, gli altri due erano di provata fede comunista. Il Pci aveva qualche problema interno, che in parte avrebbe risolto, in parte no, ma sarebbe rimasto al potere ancora a lungo, anticipando a Montenero la formula di centrosinistra poi adoperata anche al governo nazionale.
Morrone intanto apriva il suo studio come medico di base, suoi clienti diventavano anche i giovani, e si avviava a diventare un professionista apprezzato e affermato. Lo sarebbe rimasto per tanti anni, fino alla prematura scomparsa. Ora arriva l'idea dell'amministrazione comunale di intitolargli una struttura pubblica.

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