Partecipa a Montenero Notizie

Sei già registrato? Accedi

Password dimenticata? Recuperala

Casinò USA in bilico a Macao: Trump tra guerra commerciale e interessi dei finanziatori

Condividi su:

La partita tra USA e Cina sta mettendo nei guai i big americani del gambling a Macao. Le azioni di Las Vegas Sands, Wynn e MGM crollano mentre Trump intensifica la guerra dei dazi con Pechino. Un paradosso: il presidente spinge politiche aggressive anti-cinesi, ma sono proprio i suoi più grossi finanziatori a rischiare di rimetterci. 

Trump continua sulla linea dura iniziata nel primo mandato, e la miliardaria Miriam Adelson, tra i suoi principali sostenitori, ora si trova in una posizione davvero scomoda. Gli analisti di Wall Street già parlano di "tempesta perfetta" per il settore, con le azioni che potrebbero perdere fino al 30% del loro valore se la situazione continua a deteriorarsi.

Miriam Adelson e il paradosso di "Whatever It Takes"

"Whatever It Takes" - "costi quel che costi" - diceva la vedova Adelson durante la campagna. Con il 46% delle quote di Las Vegas Sands in tasca e dopo aver versato circa mezzo miliardo ai repubblicani dal 2016, ora quel sostegno potrebbe rivelarsi un autogol clamoroso. 

La verità che pochi conoscono? I casinò americani non fanno più soldi a Las Vegas. Il vero business è a Macao, dove i ricchi giocatori cinesi spendono fortune al baccarat. Non per niente Las Vegas Sands ha venduto tutto a Vegas nel 2022, intascando 6,25 miliardi e puntando solo su Macao e Singapore. Proprio questo legame con Trump ha permesso agli Adelson di ottenere il rinnovo delle licenze a Macao, dato che il primo Trump aveva relazioni meno tese con Xi Jinping di quanto sembri oggi.

La contromossa di Xi Jinping

Xi Jinping però non sta a guardare. Durante la sua visita a Macao di dicembre, ha chiesto alle autorità locali di diversificare l'economia, mandando un messaggio chiaro agli americani. E intanto Trump complica le cose nominando ambasciatore in Italia Tilman Fertitta, primo azionista di Wynn Resorts con grossi interessi a Macao. 

Anche Steve Wynn, co-fondatore del gruppo, ha un ruolo di peso come tesoriere repubblicano. I principali sostenitori di Trump stanno praticamente demolendo i loro stessi investimenti con queste politiche. Fonti interne al governo di Macao parlano di "piani B" già pronti nel cassetto, con nuove restrizioni agli operatori stranieri che potrebbero scattare in caso di escalation commerciale.

I limiti della guerra commerciale

Ma quanto potrà spingersi oltre Trump? Diversi fattori gli metteranno un freno. Il debito USA ha superato i 34.000 miliardi, e la Cina ne detiene circa 800, già iniziando a vendere i titoli americani - una bella arma di pressione. 

E poi c'è Musk, altro sostenitore di Trump, che ha salvato Tesla grazie agli accordi con la Cina per la fabbrica di Shanghai. Difficile immaginare che l'uomo più ricco del mondo appoggi politiche che danneggiano i suoi affari in Cina. 

Strategie future e incertezze

La questione va oltre i casinò. La Adelson non guarda solo a Macao: sogna di aprire mega-resort in Texas, stato ultra-conservatore dove ha comprato persino i Dallas Mavericks. Un piano che ha bisogno di stabilità politica e finanziaria. La sfida tra Trump e Xi Jinping è appena cominciata, con i casinò americani in prima linea come possibili vittime o pedine di scambio. L'intero settore del gambling americano è col fiato sospeso, sapendo che stavolta si gioca una partita molto più grande del solito

I lobbisti di Las Vegas stanno già lavorando a Washington per trovare un compromesso che salvi capra e cavoli: retorica anti-cinese per l'opinione pubblica americana, ma senza danneggiare davvero il business a Macao. Intanto, diversi CEO del settore hanno già programmato viaggi a Pechino per rassicurare le autorità cinesi sulla loro "neutralità" in questo scontro geopolitico. Una partita a poker dove tutti bluffano, ma nessuno vuole davvero vedere le carte.

Condividi su:

Seguici su Facebook