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Scontro per il mancato invito al 4 novembre, ecco come andava in passato

Polemiche per quella che è definita scortesia istituzionale della maggioranza dopo aver ignorato l'opposizione al 4 novembre. E se tutto fosse partito dall'evento speciale dell'anno scorso?

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MONTENERO DI BISACCIA. Invito sì, invito no; maggioranza cortese o scortese? Si può analizzare com'è andata in passato dopo le polemiche sul mancato invito alla cerimonia del 4 novembre lamentato da De Risio. Quel che è certo, tuttavia, è che nel Palazzo il dialogo fra chi ha il potere e chi no è più difficile che mai. E di inedito ci sarebbe "il comizio in chiesa".
Mentre pare messa da parte l'abitudine di inondare di interpellanze i Consigli comunali, a Fabio De Risio non sembra passata la verve social che spesso lo spinge ad attaccare frontalmente la maggioranza e soprattutto la sindaca Simona Contucci. L'ultimo episodio ieri pomeriggio, quando il consigliere comunale ha lamentato su Facebook il mancato invito alla cerimonia del 4 novembre, così come di tutte le occasioni ufficiali che coinvolgono l'amministrazione comunale, a parte qualche eccezione sparuta, ha specificato. Una scortesia istituzionale che indispettisce anche altri esponenti di opposizione, ma che finora non lo hanno esternato pubblicamente.
Altresì De Risio ha bollato come comizio in chiesa l'intervento che la Contucci ha tenuto il 21 settembre, nell'ambito della festa patronale di san Matteo. Un fatto, parlare dal podio con leggio o ambone moderno che dir si voglia, avvenuto già alcuni mesi prima, all'altra importante festa religiosa della Madonna di Bisaccia. Non si ricordano precedenti, nel caso si attende smentita.
A quella che De Risio ha definito maleducazione istituzionale ha replicato l'assessora Fiorenza Del Borrello, non in maniera ufficiale bensì con un commento sotto allo stesso post su Facebook. La titolare di Ambiente e Politiche giovanili ha specificato che non serve invito, ma che invece secondo l'articolo 21 del regolamento del Consiglio comunale i consiglieri hanno una sorta di obbligo a partecipare a certi eventi, altro che.
Un intervento, quello della Del Borrello, che dovrebbe essere passato, come gli altri poi pubblicati sui social da membri di maggioranza, per il vaglio di un gruppo Whatsapp. Qui pare che quanto si vuole dire, o rispondere, sia prima fatto leggere agli altri sei e pubblicato solo dopo l'approvazione, collegiale e della sindaca Simona Contucci. Sarà andata così anche per la Del Borrello? Chissà, ma intanto non sfuggirà il suo difendere la maggioranza quando da qualche mese girano rumors su un suo discreto defilarsi dalla linea contucciana. Fra le altre cose, per esempio, non sfuggì l'aver completamente ignorato da parte della prima cittadina il conferimento di deleghe in Provincia alla sua assessora a luglio. Distanze annullate, rientro all'ovile?
Tornando agli inviti alle cerimonie ufficiali, com'è andata in passato con le altre amministrazioni e anche negli anni più recenti con quella in carica? Nell'epoca retta da Giuseppe D'Ascenzo (2000-2010) la posta elettronica certificata ancora non c'era e pertanto gli inviti ufficiali andavano fatti per lettera di carta. Non avveniva così, ma in maniera molto più informale, a voce. Stessa prassi da parte del successore Nicola Travaglini (2010-2020), anche se nel frattempo pec e social erano arrivati e cominciavano man mano a diventare ciò che vediamo oggi. In sintesi, invitare la minoranza era un gesto di cortesia, non ufficiale, che il sindaco in primis non si faceva scappare, foss'anche solo per ben comparire.
Ma allora perché adesso si pretende l'invito ufficiale attraverso posta elettronica certificata, con tanto di passaggio in protocollo? Le ragioni sono due.
La prima è che, semplicemente, adesso comunicare è più facile e non costa nessun francobollo e carta, a differenza di prima, basta un clic.
La seconda, più importante, è che la maggioranza ci ha messo del suo ed ecco come. Il primo 4 novembre per l'appena insediata amministrazione Contucci non fu festeggiato a causa del Covid. Il secondo, e siamo al 2021, non ci fu nessun invito personale per la minoranza alla cerimonia che tornò a tenersi davanti al monumento, con forze armate, scolaresche, pubblico ecc. Si indossava ancora la mascherina all'aperto, la sindaca la tolse soltanto per tenere il suo discorso davanti al monumento.

 Nel 2022 invece a parlare fu il vice sindaco Andrea Cardinali, il quale non poteva sapere che avrebbe indossato per l'ultima volta la fascia tricolore, poiché alcuni mesi dopo sarebbe stato silurato dalla Contucci al termine della crisi per il voto alle regionali.

Il 4 novembre 2023 la sindaca tornò a indossare lei stessa la fascia (pare che non la dispensi più come in passato), ma fu in questa edizione che arrivò il precedente insidioso per la maggioranza: invitati tutti i consiglieri comunali, quindi anche di minoranza, con una email certificata. E sì che era un'edizione particolare, poiché si coglieva l'occasione per commemorare più eventi in uno: oltre alla consueta festa delle forze armate, anche i cento anni dal rientro della salma dell'eroe di guerra montenerese Vittorio Argentieri, gli ottanta dalla liberazione del paese dai nazi-fascisti (era scritto così nella pec) e i settanta anni dall'edificazione del monumento ai caduti.

Sarà per questo che la da poco presidente del Consiglio comunale Cabiria Calgione firmò le sei lettere pec il 18 ottobre 2023, concludendo con la frase "data l’importanza dell’evento sarà particolarmente gradita la Sua presenza". Attenzione ai numeri: sei pec e non tredici. Furono inviate, almeno ufficialmente, solo ai quattro consiglieri di minoranza (Nicola Palombo, Giulia D'Antonio, Fabio De Risio e Gianluca Monturano) e ai due ex di maggioranza con cui avevano da poco litigato (Tania Travaglini e Andrea Cardinali). Per i membri rimasti della maggioranza, sei più la sindaca, evidentemente era bastato un cenno a voce o era sottinteso. Ma la sostanza è che si intendeva ufficialmente rendere partecipi gli avversari politici, antichi e recenti.
A un anno di distanza è evidente che chi si fosse illuso che si trattasse di un inizio, di un nuovo modo di rapportarsi anche con la minoranza, è rimasto deluso. Dopo di allora niente più inviti a cerimonie ufficiali, nemmeno a eventi culturali, niente lamentano dalla minoranza. Da qui la protesta su Facebook di Fabio De Risio e quella in privato di altri. 
In conclusione, non era una prassi consolidata l'invito ufficiale scritto al 4 novembre, non lo è diventato dopo il singolo episodio di un anno fa. Se sia un'ennesima occasione sprecata di buone maniere, come mancare alle presentazioni di libri di autori politicamente avversari o non presenziare a funerali di ex sindaci con lo stemma comunale e la fascia viceversa ostentata in ogni dove, ognuno è libero di stabilirlo da sé.
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