MONTENERO DI BISACCIA. Un argomento evergreen, sempreverde che non tramonterà mai e che ogni tanto va ripreso: perché lo stemma comunale ha tre colli? La spiegazione è stata data in più occasioni, per esempio a suo tempo sul portale internet monteneronline.it, oppure tramite interventi sui social. Eppure è una domanda che si sente porre ancora oggi, dai più giovani e non solo.
Si vede lo stemma nelle occasioni ufficiali, quando lo stendardo comunale esce dal municipio a rappresentare l'ente. E la cosa più evidente, a parte la croce e i fregi, sono appunto i tre colli.
A spiegarne il significato sono stati diversi studiosi, in particolare lo scrittore e storico montenerese Emilio Ambrogio Paterno e, nel libro scritto a quattro mani, Antonio Di Pietro e Guglielmo De Filippo.
"Da che Montenero fu infeudata, Montebello quasi sempre ne fece parte insieme con Montelateglia, il che è simboleggiato nello stemma del paese formato da tre monti con una corona", così Paterno in "Storia di Montenero di Bisaccia, dalle origini ai nostri giorni". Mentre Di Pietro e De Filippo: "Il logo dello stemma comunale di Montenero di Bisaccia raffigura tre monti: Montenero, Montelateglia e Montebello, sormontati da una croce" (Montenero di Bisaccia - la storia i documenti, le immagini).
Se ne deduce che i tre colli rappresentano la collina dell'abitato di Montenero, quella ben più alta di Montelateglia e quella piuttosto bassina di Montebello.
Montelateglia è la collina che svetta a oltre cinquecento metri, visibile da tutto il circondario e la prima a imbiancarsi quando nevica. Nei secoli ha ospitato monasteri e insediamenti di profughi slavi; apparteneva al feudo di Montenero e per questo figura ancora oggi nello stemma. Oggi ospita una cappella e il cimitero di Tavenna, cui appartiene.
Montebello è una contrada che arriva quasi sul mare, famosa per la presenza della torre cinquecentesca detta di Vialante, utile all'avvistamento dei predoni turchi che sbarcavano sulle coste adriatiche. Una delle località più di pregio dell'esteso territorio montenerese. Negli anni Cinquanta vi furono edificate parecchie case coloniche nell'ambito della Riforma agraria di De Gasperi; oggi molte di quelle case sono diventate ambite villette di pregio, appartenenti a persone di ogni parte d'Italia. Si tratta in effetti di una collina molto bassa, appena cinquanta metri sul livello del mare, ma con un panorama da cartolina che spazia da Puntapenna a Termoli, coprendo l'intero golfo di Vasto.
Infine Montenero di Bisaccia, vale a dire l'abitato, quello che dal castello medievale che occupava il retro dell'attuale chiesa ("la chiazz") si è poi man mano sviluppato in ogni direzione. È il colle più importante fra i tre.
Bibliografia:
"Storia di Montenero di Bisaccia – Dalle origini ai nostri giorni", Emilio Ambrogio Paterno, 1969, pag 65 (scaricabile da Biblioteca digitale molisana e abruzzese, clicca qui)
"Montenero di Bisaccia – La storia, i documenti, le immagini", Antonio Di Pietro e Guglielmo De Filippo, 2003, pag 27
Nelle foto: panoramica di Montenero di Bisaccia, il Golfo di Vasto ripreso da Montebello, la torre di Montebello, la collina di Montelateglia (oggi di Tavenna)