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Mare-Collina: l'eterna incompiuta dimenticata da anni

La strada di collegamento dal centro cittadino alla zona costiera, dai propositi di Paterno al primo tratto, dal sottopassaggio impossibile al silenzio attuale

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MONTENERO DI BISACCIA. A differenza del più noto ponte sullo Stretto almeno non se ne parla più. Un'eterna incompiuta scomparsa dall'agenda politica e cittadina. Perché fino a non molti anni fa è stata anch'essa un tormentone ciclico, per quanto relegato a Montenero. La Mare-Collina doveva essere la strada di collegamento veloce fra centro cittadino e zona costiera. Un concetto oltre che una via di comunicazione fra due parti in teoria appartenenti allo stesso Comune, che da sempre hanno un rapporto conflittuale. Da una quindicina di anni, della strada che avrebbe dovuto finalmente porre fine al "conflitto", non se ne parla più. Se per il centrosinistra d'antan era un must, per il centrodestra odierno, più o meno ibrido e diventato tale pur di arrivare al potere, semplicemente non c'è più. Una storia lunga, ma forse non troppo.
Uno dei primi a teorizzare il collegamento veloce con la Marina di Montenero, che ancora non si chiamava così, è stato lo scrittore e intellettuale Emilio Ambrogio Paterno. O almeno lui è il primo che ha lasciato nero su bianco che occorreva arrivare comodamente e in fretta lì, e da lì, se si voleva uno sviluppo turistico collinare e marittimo.
Bisogna aspettare diversi anni affinché l'amministrazione comunale, spingendo su Provincia e Regione (da sola non potrebbe mai farlo), arrivi a ipotizzare un tragitto. Sono i primi anni Ottanta, quelli in cui Montenero si ripopola, pullula di gente e attività, i primi laboratori tessili, gli studi commerciali che hanno ottocento e passa clienti. La Montenero dei tornei di calcetto, la Montenero da bere, quella dei primi bar anche per signora oltre che per la passatella. La Costa Verde, come già si chiama la Marina comunemente, ha legami con il paese, per esempio sponsorizza i tornei estivi di vario genere. Eppure manca quella strada, un collegamento veloce, che faccia evitare le vie piene di curve verso Petacciato o San Salvo.
Si delinea allora il primo embrione di Mare-Collina, che segue la direttrice nord-est e che dovrebbe passare in mezzo alle contrade Querce Grosse e Montebello. Non andrà così, ma la storia presenta vari colpi di scena nel frattempo. La Chiatalonga nasce in quegli anni, fatta dalla Comunità montana forse con qualche forzatura. Una strada teoricamente di campagna o poco più che invece diventa – e resta fino a oggi – la principale via d'entrata e uscita dal paese. Lo rimane anche quando la Mare-Collina vera e propria, sia pur solo nel suo primo tratto, arriva davvero. Succede a metà anni Novanta, è una buona strada, arriva fino alla Provinciale 55, al cosiddetto bivio Felicioni. Non basta, è infatti solo la metà del progetto, così tutti usano ancora la Chiatalonga.
Nel frattempo Mare-Collina, oltre che una strada, ridiventa un concetto: collegare lo sviluppo costiero e marittimo (lo diceva anche Paterno nel 1969). Sono gli anni Duemila, quelli del dominio incontrastato del centrosinistra, i moderati sono tornati da qualche anno nella stanza dei bottoni. Montenero - attenzione - è pieno di rappresentanti nelle istituzioni superiori: Provincia e Regione. Se non è questo il momento giusto per finire la Mare-Collina... Non sarà finita, infatti.
Il tracciato è nel frattempo cambiato: anziché seguire la direttrice dell'interpoderale Mezzana, quindi dritto verso il mare, si va a zig zag fino a far confluire la Sp 153 sulla Querce Grosse. Ebbene sì, ha anche un nome, "Montenero-Mare", ma comincia come provinciale e finisce su una strada del Consorzio di bonifica, più o meno di campagna quindi. Il corposo finanziamento, pari a qualche milione di euro, basta per una rotatoria e per scavare una specie di canyon in cui far passare la nuova strada. Un chilometro e poco più in aggiunta all'esistente fatto negli anni Novanta. È ancora lunga fino al mare.
Nel frattempo il centrosinistra comunale e provinciale, che poi è sempre montenerese in quegli anni, non lesina qualche polemica sulla modifica del tracciato. Si attribuisce la colpa alla pista ciclabile fatta in prossimità dell'interpoderale Mezzana. Pazienza se a volere quella pista ciclabile, per altro mai usata, è stato nel 1998 quello stesso centrosinistra, con le stesse persone, in Consiglio comunale. Quel centrosinistra si arrabbia pure quando si fa osservare che la nuova parziale strada finisce su una frana, proprio dove confluisce sulla Querce Grosse. Pazienza se c'è ancora oggi e si vede persino da Google map. Rimarrà.

È il 2008, si inaugurano i tratti (ni) di strada e si presenta il progetto con orgoglio definito esecutivo, finale, basta trovare i soldi e arriviamo al mare. Davvero? La domanda nasce da sé, perché quel progetto fatto redigere dalla Provincia di Campobasso, dove come detto da anni siedono monteneresi, prevede un sottopasso colossale per superare il principale ostacolo nei pressi del litorale: ferrovia e autostrada. In pratica i progettisti hanno pensato di scavare un tunnel lungo centinaia di metri, dove quasi certamente uscirà l'acqua e pertanto occorreranno costose opere di ingegneria. La deduzione è semplice ed è scritta da qualcuno già allora: quel sottopasso non sarà mai realizzato. Il tempo dei faraoni è finito da millenni, vien da pensare (anche perché all'epoca non si può sapere che anni dopo, proprio lì accanto, a qualcuno sarebbe venuto in mente, e solo in mente, il South Beach).
Il centrosinistra che critica se stesso sulla modifica del tragitto, è tuttavia il prodromo di ciò che, di lì a poco, porta allo sfascio dello schieramento politico saldamente al potere a Montenero da quasi vent'anni. Perché nel 2009 si scatena una crisi politica cui in questa sede si accenna soltanto: porta alle successive comunali al potere il centrodestra, ma alleato con una parte dell'ormai litigioso e spaccato centrosinistra. Tornando alla Mare-Collina, dopo l'inaugurazione con bottiglie di prosecco del 2008, si smette non solo di parlarne ma di pensarci. La rappresentanza nelle sedi sovra comunali smette di esserci.
Così la Mare-Collina, da mission del centrosinistra che probabilmente avrebbe dovuto parlarne di meno e asfaltare di più, finisce nel cosiddetto dimenticatoio. Ergo, non solo il sottopasso, ma nemmeno l'ampliamento della Querce Grosse, strada di bonifica ancora oggi, si vedrà mai. Ergo bis: per andare in Abruzzo usano tutti la vecchia Chiatalonga e continueranno a usarla per sempre.
Ma intanto non se ne parla più, argomento scomparso. Cruccio (impossibile) del centrosinistra, da tredici anni ha smesso di esistere anche come ipotesi per il centrodestra o quello che da un po' si atteggia a tale e che oggi alberga nel Palazzo. D'altronde, se oggi non si riescono a far arrivare i fondi Pnrr figurarsi reperire i soldi per la Mare-Collina.
Nelle foto: in alto dove la Mare-Collina finisce sulla frana, in mezzo veduta aerea, in basso il progetto “definitivo” della Mare-Collina presentato negli anni Duemila

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