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Eolico off-shore: la fine del turismo e della pesca in Molise. Danneggiato anche il porto di Montenero

Incontro nella sala polivalente. Laura Venittelli: "gravissimo che non ci sia il sindaco"

La Redazione
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MONTENERO DI BISACCIA. "Un progetto che denota arroganza istituzionale e che rappresenterebbe la fine di turismo e pesca in Molise". A sostenerlo Laura Venittelli, presidente della Casa dei diritti di Termoli, nel convegno tenutosi oggi pomeriggio nella sala consiliare. Al centro del dibattito l'impianto di produzione di energia eolica in mare, che la neo costituita società milanese Maverick vorrebbe realizzare al largo della costa molisana. Torri alte 260 metri a dodici miglia dalla riva, per un progetto che renderebbe off limits tutto il litorale molisano. Interdette attività come pesca, turismo marittimo ecc.

L'ex parlamentare termolese ha esposto con l'ausilio di varie slide quella che ha definito "una battaglia non ambientalista, ma per il futuro socio-economico della regione". Questo anche perché il mega progetto, che prevede anche grandi insediamenti a terra nel nucleo industriale di Termoli, non apporterebbe nessun beneficio concreto alle comunità interessate. Niente ristori in sostanza. La Venittelli ha spiegato che è stato scelto il Molise, ancora una volta, perché la sua popolazione è considerata poco reattiva, in altre parole accetterebbe supinamente progetti calati dall'alto. In tal senso ha richiamato quanto scritto, una ventina di anni fa, dalla ditta che poi insediò la centrale turbogas a Termoli.
"L'attività turistica e marittima non è compatibile con la produzione di energia", un passo del suo intervento. Questo per rimarcare che se a tempo debito, vale a dire a fine 2022, fosse stato approvato il Piano di gestione dello spazio marittimo, la Maverick non avrebbe potuto presentare il progetto. Perché quello che si può considerare un piano regolatore del mare, redatto a livello nazionale, in Molise prevede appunto turismo e pesca. La mancata approvazione, per altro, si concreterà in una procedura di infrazione con conseguente sanzione per l'Italia da parte della Comunità europea. E non sarebbe un caso che il progetto sia stato presentato ad appena due mesi dalla scadenza del Piano di gestione dello spazio marittimo, forse proprio per scongiurare il pericolo che, se approvato, non avrebbe più consentito di produrre energia laddove sono previste pesca e turismo. A corroborare questa tesi il fatto che in tutta Italia le domande analoghe a quella che interessa il Molise sono ben diecimila, tutte arrivate prima del 31 dicembre 2022.
Sotto la lente inoltre le opere a terra, che arriverebbero alla zona industriale di Termoli dove si dovrebbe produrre idrogeno.
La Venittelli ha poi evidenziato l'importanza della mobilitazione popolare per scongiurare un'eventualità del genere. E non ha mancato di evidenziare l'assenza della sindaca Simona Contucci, nonostante sia stata invitata all'incontro. "È gravissimo che non ci sia il sindaco - le sue parole – il Comune di Montenero ha fatto delle osservazioni, come chiedere se il progetto blocca il turismo, la pesca, ma ci vuole tanto a capirlo?". Detto altrimenti, si aspettava qualcosa di più incisivo da chi, è stato evidenziato, sul suo territorio ha fra l'altro un porto turistico di pregio che sarebbe pesantemente danneggiato dall'interdizione del traffico sull'intero litorale regionale. Perché un altro aspetto fondamentale sarebbe il fatto che sia interessata dal progetto solo la costa molisana, non anche quella abruzzese a nord o quella pugliese a sud. Si temeva che lì avrebbero protestato?
Nonostante il pubblico presente non fosse numeroso, c'è stato un certo dibattito. È stato chiesto cosa possono fare i Comuni se il mare è di competenza demaniale e quindi statale. Ma ci sono le opere a terra che dipendono dalla Regione, la risposta, dove i sindaci possono far sentire eccome la propria voce.
È stato chiesto se l'iter procedurale di un analogo progetto presentato nel 2007, sebbene di dimensioni minori, arrivò allo stesso punto dell'attuale. La risposta è stata che quella volta le proteste si fecero sentire subito e la stessa Venittelli, nel ruolo di consigliere comunale, andò a Roma assieme all'allora sindaco di Termoli. Non se ne fece nulla, "ma anche stavolta questa storia dovrebbe finire sui media nazionali" ha specificato la Venittelli.
In chiusura ha detto la sua anche l'ex assessore regionale Antonio Di Rocco. "Vi sta bene questa prospettiva proposta dallo Stato, che vuole farci produrre energia per altre parti d'Italia? Almeno chiediamo la contropartita" le sue parole. Perché al momento, è stato detto, il rischio è di trovarsi le torri e il cavidotto a pochi metri dalle case di Rio Vivo laddove dovrebbe esserci una distanza di almeno settantasette metri, senza nemmeno avere nessun ristoro.
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