Partecipa a Montenero Notizie

Sei già registrato? Accedi

Password dimenticata? Recuperala

L'avvio del sogno montenerese: venti anni fa il nuovo Piano regolatore

Cosa resta ancora oggi dello strumento che pianificò lo sviluppo di Montenero paese e Marina e che arrivò dopo anni di attesa?

Condividi su:

MONTENERO DI BISACCIA. Vent'anni fa fu definito un evento storico e accorse l'intero gotha regionale, oltre che imprenditori in trepida attesa da una trentina d'anni che finalmente si sbloccasse la Marina e si potesse "far qualcosa" lì. Era la metà di giugno 2002 quando la Variante generale al Piano regolatore era presentata ufficialmente nella sala polivalente. Doveva essere l'avvio di una nuova fase, un rinascimento di Montenero, l'avvio del "sogno montenerese" e di quello sviluppo, specie costiero, atteso da troppo tempo e sbandierato sistematicamente in ogni campagna elettorale. Com'è andata e cosa resta, venti anni dopo di quello strumento di programmazione così faticosamente inseguito e infine raggiunto? Prima di proseguire una nota: il Prg è il sogno proibito di ogni sindaco. Dalla metà degli anni Settanta a oggi non ce n'è stato uno che non ci abbia pensato. Qualcuno ne ha parlato forse in modo precipitoso non appena eletto. Alla fine solo tre di loro hanno messo la propria firma sul documento che regola dalle costruzioni in centro all'ubicazione di aree commerciali, urbanistica, cosa fare del mare ecc. I loro nomi sono Antonino Vitulli (prima stesura del Piano regolatore nel 1974), Armando Benedetto (variante parziale nel 1983), Giuseppe D'Ascenzo (variante generale nel 2002). In questo ultimo caso occorre una precisazione: mutuando un famoso detto popolare, è accaduto che aprile abbia generato il fiore e maggio ne abbia goduto l'onore. Almeno in parte, perché quella variante al Prg arrivava da un lungo lavoro, iniziato molti, forse troppi anni prima. Detto altrimenti, varie amministrazioni di sinistra non riuscivano ad andare oltre gli studi affidati a professionisti e avevano una certa paura a finirlo. Eppure eccome se era ormai necessario. Dovettero tornare i moderati in maggioranza, dopo un po' di digiuno, e portarlo a termine. E d'altronde non sarà un caso se i tre sindaci "pianoregolatoristi" sono stati tutti e tre centristi.
Di estrazione moderata era anche D'Ascenzo, che in pratica lo trovò pressoché completato e pronto per l'approvazione definitiva in Regione. A lui, tuttavia, sarebbe toccato di lì a poco il non facile compito di cominciare ad applicarlo. 
E allora, come sono andate le cose dopo quel convegno di giugno 2002. Cosa è diventato realtà e cosa è rimasto lettera morta di quel Prg?

Uno degli argomenti più importanti trattati era lo sviluppo turistico in riva al mare. Fermo da troppi anni, bloccato da una miope politica termolese (vi erano onorevoli, consiglieri regionali ecc.) che per avvantaggiare se stessa non capiva che si poteva crescere insieme, ma frenato anche da eccessiva prudenza dei progressisti monteneresi.
Con il nuovo Prg era arrivato il momento di dare una svolta. In quella riunione si disse che aver aspettato tanto poteva tradursi paradossalmente in un vantaggio, evitando i palazzoni anni '70 come in altri centri rivieraschi. Infatti negli anni successivi arriveranno villette a un piano e mezzo, ma nemmeno quelle piaceranno ad alcuni. Sono diventati realtà anche il porto turistico, vari residence, attività ricettive, ristoranti ecc. dove prima c'erano le cannucce. Potevano finalmente agire investitori che attendevano dal 1968, ammaliati a suo tempo dall'impareggiabile orizzonte a nord-ovest che contempla mare e montagne della Majella nella stessa inquadratura. Lo fecero negli anni successivi, nonostante non mancò qualche altra difficoltà, come superare il nuovo scoglio dei Siti di importanza comunitaria.
Sempre nella zona costiera il Piano regolatore prevedeva un centro commerciale con relativo calvalcavia sulla Statale 16, utile anche per entrare alla Marina. Sono stati costruiti tutti e due. E' andata invece male per la zona industriale, prevista poco più internata sempre in contrada Padula, vale a dire accanto all'esistente e produttiva area analoga di San Salvo. A Montenero, quando è arrivata l'approvazione definitiva in Regione, il sindaco D'Ascenzo ne ha parlato con enfasi già allora difficile da comprendere. Perché in quei primi anni Duemila prospettive di sviluppo industriale, quando già si spostavano le fabbriche italiane in altre parti del mondo, non se ne vedevano. Non bastasse, cominciavano a chiudere i laboratori tessili che tanto successo avevano avuto negli anni precedenti. Ergo, la zona industriale non è mai arrivata.
Invece la strada Mare-Collina è arrivata a metà, ma più criticata che mai e oggetto anche di qualche battaglia politica fratricida nel centrosinistra montenerese, talvolta dimentico che era esclusivamente opera sua. In altre parole, è capitato che l'opera sia stata criticata da chi l'ha voluta così. Il collegamento Montenero-mare con una strada a scorrimento veloce è un concetto abbastanza vecchio, di quelli ascoltati sistematicamente in campagna elettorale. La direttrice prevista inizialmente, nei primi anni Ottanta, prendeva la direzione nord, puntando subito verso l'Abruzzo. Ne fu costruita una prima parte a metà anni Novanta e qualche anno dopo dalla Regione arrivarono i fondi per andare avanti. Almeno di un po' e fu quello che accadde, ma cambiando il progetto. Così anziché seguire la strada comunale Mezzana, accanto alla sfortunata e ormai inesistente pista ciclabile in contrada Querce grosse e Montebello, si decise di svoltare a destra e confluire sulla strada di bonifica Querce grosse e quindi arrivare alla Statale 16 in prossimità dell'esistente ma stretto svincolo del Mergolo. I soldi bastarono per 1,7 chilometri di strada, perché occorse sbancare una quantità impressionante di terra scavando di fatto la via. E' tutto ancora lì, ma manca ancora molto per arrivare al mare. Fece tutto il centrosinistra montenerese, in quegli anni Duemila al potere in Comune e Provincia. Erano però soddisfatti, i politici monteneresi comunali e provinciali, perché erano riusciti a redigere il progetto completo. In altre parole, per adesso i soldi non c'erano, ma almeno si sapeva come farla quella strada fino al mare. Ed è qui che la sindrome del faraone fece la sua comparsa: per superare i ponti di Autostrade e Ferrovie, era (probabilmente è ancora) previsto un gigantesco ponte che scendesse infine sulla Statale 16 nei paraggi del citato torrente Mergolo. Non fu complicato intuire già da allora che sarebbe stato impossibile finanziarlo, nei secoli dei secoli. Difatti è tutto fermo a quel chilometro e sette incassato fra due scarpate alte 6-7 metri, poi si continua sulla dissestata Querce grosse. Alla Mare-Collina non si pensa più, anche perché ai monteneresi interessa – e ha sempre interessato - un'altra strada, cioè verso San Salvo.
E allora, cosa resta di quella storica variante al Piano regolatore varata venti anni fa? Innanzitutto bisogna dire che è lo strumento urbanistico-programmatico ancora in vigore. Regola ancora come costruire e ristrutturare le abitazioni nel centro storico, nella zona B e nelle aree di espansione. I volumi contenuti delle case sono quelli indicati nel Prg. Altresì la zona commerciale in contrada Valle campanile, concepita in quel piano, è oggi funzionante. La Marina, con tutti i suoi limiti e problemi, è una realtà che fino a quindici anni fa non c'era, fatta eccezione per i camping storici e qualche hotel. Argomento di divisione pluri decennale, ancora oggi a Montenero ci si spacca fra chi vorrebbe cemento dappertutto, persino il South Beach, e chi ritiene che ce ne sia già troppo. Rimarrà per sempre così.
Quanto a una nuova variante al Piano regolatore, pare un cruccio che al momento non alberga nel Palazzo di città. Faccenda complicata, chissà se davvero utile oggi, l'attuale maggioranza non sembra porsi il problema. Nemmeno i monteneresi, lontani i tempi dell'affollato convegno di metà giugno 2002.
Nelle foto un momento dell'incontro del 14 giugno 2002 nella sala polivalente a Montenero di Bisaccia; ritagli di un'inchiesta a puntate uscita sul Nuovo Molise in occasione del nuovo Prg

Condividi su:

Seguici su Facebook