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La scrittura a Montenero c'è: successo per Libri in piazzetta

L'evento rientra nel cartellone estivo, ospiti autori e artisti locali

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MONTENERO DI BISACCIA. Quelle serate che non ti aspetti, dedicate alla forma di espressione per antonomasia ma che, probabilmente a torto, negli ultimi anni si è forse con troppa fretta cercato di considerare defunta. Si è parlato di scrittura ma non solo ieri sera in piazza Giovanni XXIII, in centro accanto alla chiesa madre di san Matteo. In scena "Libri in piazzetta", uno degli eventi del cartellone estivo organizzato e coordinato dall'amministrazione comunale. Un'estate montenerese che sta funzionando, anche se forse con pizzico di presunzione si è voluta definirla più culturale delle altre: gli eventi di tal genere ci sono sempre stati.
Ma l'importante è che funzioni, non di che colore è diceva qualcuno. E allora "Libri in piazzetta" conferma che si può parlare di un argomento "difficile" in maniera semplice, facendolo piacere a un pubblico attento e abbastanza numeroso, in considerazione del genere di evento. Presentatore e moderatore un volto noto come Teresio Di Pietro, ospiti la scrittrice e insegnante Laura D'Angelo ("Sua maestà di un amore" il suo libro) e Mario Palma, originario di Montenero e diplomatico di carriera ("L'arte che non dorme").
La serata è scorsa fra letture di parti dei testi e considerazioni sull'arte, sui sentimenti, sulle tradizioni e sulla "monteneresità", quel senso di appartenenza che secondo gli intervenuti non va via nemmeno dopo una vita passata in tutto il mondo, come nel caso di Mario Palma. "Monteneresità" è diventato un concetto ripreso anche dalla sindaca Simona Contucci, intervenuta per un saluto finale.
"Libri in piazzetta" è stato occasione anche per la recitazione di due poesie di un'altra autrice locale, Egizia Priorie, e per l'esibizione del cantautore montenerese Marco Colagioia "Bricì", che compone i testi proprio in dialetto locale.
Un evento dedicato ad autori del posto quando la produzione locale sta attraversando una fase felice, dopo un decennio circa di vuoto, che a sua volta faceva seguito al gran fermento degli anni Duemila. Forse è vero: la scrittura può attraversare cicli, ma per fortuna vive eccome. Anche a Montenero.

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