MONTENERO DI BISACCIA. E' una di quelle occasioni in cui i padri svegliano i figli piccoli già a letto, affinché ricordino di quella volta che l'Italia vinse gli Europei e vedano come non succede mai il proprio piccolo paese unito al resto della Penisola da un solo inno. E così come già nel 1982 e nel 2006 con i Mondiali, anche ieri sera a Montenero si è festeggiata la vittoria ai campionati Europei di calcio. Una finale sofferta, vinta ai rigori e questo ormai è storia.
Centinaia di giovani subito dopo il triplice fischio dell'arbitro in quel di Wembley si sono riversati in piazza della Libertà . Macchine, trombe a gas, improvvisati burn out in moto (per la gioia dei gommisti domani, cioè oggi) e soprattutto bandiere, cappelli, persino facce tricolori. Una festa che anche a Montenero sa di riscatto per una ferita che brucia ancora: la mancata qualificazione agli scorsi Mondiali.
Ma anche un'occasione, per quei giovani sacrificati per un anno e mezzo a restrizioni non sempre di cristallina utilità , per rinascere e gridare che sì, si sentono italiani, come lo si sentivano i loro genitori (ma anche nonni) in quel caldo 1982 quando anziché il sobrio Mattarella di ieri, sugli spalti a Madrid c'era un più fumantino Pertini. E come il 2006, anche lì con la vittoria sofferta ai rigori. Durante i festeggiamenti si sente la sirena di un'ambulanza. Il suo suono è inconfondibile anche in mezzo a tanto frastuono. Si riesce a far largo tra le macchine abbastanza in fretta, idem in mezzo alla folla di ragazzi. E' diretta nel centro storico, non c'entra niente con la ressa in piazza. Passato quel momento si riprende, ha funzionato anche ciò che da sempre si teme: il passaggio dei soccorsi durante un evento in piazza.
Montenero c'è ed è anche giovane, nonostante tutto.