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Contucci contro la catena di "san Covidio"

La sindaca interviene dopo l'allarmismo dei giorni scorsi sul presunto dilagare dei positivi

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MONTENERO DI BISACCIA. Che sarebbe intervenuta era nell'aria oltre che ampiamente prevedibile, visti i precedenti. Non ha esitato a definirla caccia alle streghe e, per la seconda volta da quando è stata eletta, la sindaca Simona Contucci lancia un monito ai propri concittadini al fine di evitare la diffusione di nomi sui social. Succede quando da alcuni giorni circolano, specie su Whatsapp, liste di presunti positivi al Coronavirus. La catena di allarmistiche notizie, per lo più infondate, è stata poi rinforzata e temprata da deduzioni e collegamenti solo all'apparenza logici. Non bastasse, sempre sui social, si è visto qualche almeno imprudente rilancio allarmistico, col risultato di alimentare la catena di "san Covidio".
I fatti, finora, sono che risultano da ieri due nuovi positivi. Si tratta di due giovani, come ha spiegato la sindaca Contucci, i loro contatti sono già in isolamento e la situazione, strettamente monitorata dall'Azienda sanitaria, sembra non destare particolari allarmi. Da qui il monito a non "aprire un'inutile caccia alle streghe, anche perché si tratta di situazioni che rientrano nella normale casistica all'interno di un contesto di emergenza sanitaria ancora in corso".
Già perché è stata la stessa sindaca a stigmatizzare l'aver buttato "in pubblica piazza i nomi di ipotetici positivi, esponendo in molti casi persone ignare ad una gogna insopportabile, oppure puntando il dito su situazioni che avrebbero causato gli eventuali contagi". E allora cos'è accaduto nell'ultima settimana a Montenero? Cosa ha scatenato un pericoloso, e diffamante, pettegolezzo digitale? Indubbiamente la confusione, perché i collegamenti sono privi di fondamento, animati da irrazionale paura, e anche perché non tengono conto del fatto che alcune delle persone buttate in pasto a Whatsapp hanno pubblicato sullo stesso social il proprio certificato di negatività al tampone, fatto dopo "le situazioni che avrebbero causato i contagi". Così come qualche chiusura di attività era già annunciata da giorni su Facebook: per ferie e non per positività, che tra l'altro non pare sia prevedibile in anticipo, a meno di credere a improbabili doti di chiaroveggenza covidiana.
Si diceva in apertura che questa è la seconda occasione per la sindaca di invitare i concittadini a fare attenzione con i nomi. L'altra volta a ottobre, a inizio seconda ondata: era diventata quasi prassi che l'identità dei positivi circolasse sulle chat ancora prima della notifica ai diretti interessati da parte dell'Asrem. C'era evidentemente una falla nella catena di comunicazione dei positivi, leggasi gola profonda che faceva uscire i nomi. Simona Contucci, dopo la denuncia del consigliere di minoranza Fabio De Risio e un articolo su Monteneronotizie, interveniva a sua volta intimando di "evitare rigorosamente l'innesco di tam tam sui nomi dei possibili contagiati dal Covid-19: tale pratica sconfina infatti nei profili dell'illegalità, in quanto si viola la privacy sacrosanta di ogni persona".
Dai giorni successivi diventò difficile conoscere i nomi dei positivi (non il numero, chiaramente), non mancò chi manifestò rimostranze all'indirizzo di chi si era battuto, esponendosi in prima persona o scrivendo, affinché fosse rispettato quel diritto alla riservatezza e alla dignità.
In questi giorni ancora una volta i social diventano uno strumento pericoloso e potenzialmente foriero di rancori o almeno dispiaceri a lungo termine. Dal canto suo, l'ultimo intervento della sindaca sembra incontrare il favore anche dei liberal démodé che da mesi le contestano un eccesso di interventismo, specialmente nell'indicazione di comportamenti e nell'elargizione di rimproveri non graditi.

 

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