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A 14 anni morì folgorato da un palo della luce: arriva la richiesta di risarcimento danni dalla famiglia

L'amministrazione comunale incaricherà un legale per affrontare la fase extra giudiziale attuale. La ditta manutentrice rappresentata da Antonio Di Pietro

La Redazione
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MONTENERO DI BISACCIA. Gli mancavano pochi giorni a compiere quattordici anni quando rimase folgorato toccando un palo dell'illuminazione pubblica: dopo due anni e mezzo arrivano le richieste di risarcimento danni. La conferma tramite la delibera di giunta con la quale si dà avvio alle procedure per incaricare un avvocato che difenda il Comune. Ne consegue che l'ente è di fatto fuori dall'aspetto penale della questione (procedimento 982/2002 presso il Tribunale di Larino), ma ne è ancora interessato sotto quello civile, vale a dire l'eventuale chiamata di corresponsabilità nel risarcimento danni per il ragazzo deceduto.
Il fatto. Intorno alle 22:30 del 28 giugno 2022 Nicola Stante stava giocando con altri amici nel parco giochi "Don Nino", nei pressi della chiesa di san Paolo, dove era in corso la festa dedicata al santo. Il ragazzo rimase folgorato toccando con la spalla un palo della luce e, sebbene soccorso rapidamente, arrivò in condizioni disperate dapprima all'ospedale di Termoli, poi a quello di Foggia. Qui, senza mai riprendere conoscenza, morì il giorno dopo aver compiuto quattordici anni, l'11 luglio 2022.
Il fatto lasciò sotto choc la comunità montenerese e finì sui media nazionali. Il parco giochi sequestrato, indagini sul palo maledetto che non si è mai capito se si sia riusciti a spiegare perché portasse corrente in quel momento. Finivano sotto inchiesta la ditta privata incaricata della manutenzione e il capo settore dell'Ufficio tecnico comunale. Per quest'ultimo, a fine ottobre, l'archiviazione e di fatto l'uscita dal processo, poiché "gli elementi acquisiti non consentono di formulare una ragionevole previsione di condanna", si leggeva nel documento redatto dal giudice per le indagini preliminari.
Ciò che significa per l'ente municipale l'uscita dalla fase processuale penale, mentre resta in piedi la questione risarcimento danni. 
Le richieste a Comune e ditta. In municipio sono arrivate due distinte note, una per parte materna e una paterna, a novembre e qualche giorno fa. Le due parti sono assistite da diversi legali (Nicola, Calvano, Vincenzo Mastrangelo e Donatella Aquilano). Chiedono il "risarcimento del danno derivato ai loro assistiti dalla perdita del loro congiunto" alla ditta e al Comune.
L'avvocato dell'impresa che all'epoca si occupava della pubblica illuminazione è invece Antonio Di Pietro, il quale è intervenuto subito dopo le prime richieste della parte lesa. L'ex pm ed esponente politico contesta l'entità delle richieste, almeno di una delle due parti, e che "in ogni caso va considerata la corresponsabilità civile dell’ente appaltante Comune di Montenero di Bisaccia". Ne consegue, si legge sempre sulla delibera di giunta, che secondo Di Pietro va avviata una "necessaria interlocuzione" con la società assicurativa con cui il municipio "aveva ed ha in corso un regolare contratto di assicurazione". Tuttavia la parte più interessante sembra essere l'ultima nel paragrafo che riguarda il difensore della ditta, che "conferma la piena disponibilità ad una definizione extragiudiziale, sia in via diretta che ricorrendo ad un formale organismo di mediazione".
In parole povere la parte chiamata in causa, per voce di Antonio Di Pietro, è disponibile a un accordo fuori dalle aule di giustizia. E per questo anche il Comune ritiene necessario incaricare un proprio legale, "al fine di tutelare la posizione (...) nell’attuale fase stragiudiziale, nonché negli eventuali futuri procedimenti giudiziali che potranno scaturire".
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