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Brucia l'area del South Beach

Le fiamme sono partite stamani, chiusa la Statale 16. In fumo, anche se solo sterpaglie, la zona al centro di tante polemiche dove si vorrebbe realizzare il mega progetto con grattacieli e altro

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MARINA DI MONTENERO. "Bruci il South Beach", chissà se avrebbe cambiato così la sua nota canzone, se solo fosse stata in mezzo a quella lunga coda. Tuttavia, dopo attenta analisi, Irene Grandi non c'era, non era tra quanti sono rimasti incolonnati stamattina sulla Statale 16, appena dopo il fiume Trigno in direzione sud. E si è guardato attentamente, di persona.
Un vasto incendio quello partito poco dopo le otto di stamattina in contrada Marinelle e che nel giro di qualche ora ha lasciato cenere laddove vi erano sterpaglie. Una densa nube di fumo ha invaso la Statale 16, il traffico è stato chiuso. A quel punto molti si sono girati, tornando verso San Salvo o Montenero Marina (la parte urbanizzata e attiva turisticamente); altri chiedevano cosa fare ai ciclisti che, vista quella nube di fumo e consapevoli di richiedere all'atmosfera quantità di ossigeno supplementari, si erano girati. "Giratevi anche voi, se potete" la loro risposta, fra l'incredulità di camperisti con accento del nord e, di contro, la pronta inversione di marcia di chi era del posto.
L'area andata in fumo è sì ora incolta, ma anche quella che da due anni è al centro di mille polemiche e che fa saltare i nervi nell'agone politico locale, se solo si pronuncia il nome del progetto che qualcuno, non si sa con quanta convinzione, vorrebbe realizzarvi: South Beach. Ebbene sì, era proprio lì in contrada Marinelle, nella zona costiera montenerese a sud del fiume Trigno, dall'idrovora in giù. Pertanto l'incendio è partito, non si sa se con dolo o meno, proprio da quella piccola parte che è proprietà del Comune, frutto di una donazione a metà anni Settanta del marchese Battiloro. Si trattava di quattro ettari e per ringraziare il nobile possidente l'allora giunta comunale gli offrì un raffinato pranzo a base di pesce in un ristorante di Vasto. Da lì le fiamme si sono presto estese anche nella più vasta parte che appartiene a un privato, il quale negli anni scorsi vi ha coltivato soprattutto asparagi. Visto mai che per qualche frittata politica locale potessero servire. 
La sindaca Simona Contucci durante le operazioni di spegnimento da parte dei Vigili del fuoco era lì, sulla Statale 16 (si vede anche in foto). Chissà se ha pensato al South Beach (se fatto vedrebbe la luce proprio dov'era stamattina), mentre il vento spingeva nella direzione opposta la densa coltre di fumo. Lei che quel progetto un po' se lo è trovato tra i piedi, lasciatole nel cassetto da un fin troppo entusiasta predecessore (e sostenitore) Nicola Travaglini. Lei allora era assessora. Una volta sindaca un po', forse anche di più di un po', ha aderito anche lei, almeno inizialmente, come dimostrano due lettere. Una di marzo 2021 nota da tempo, indirizzata alla Regione Molise che ha voce in capitolo (non si sa fino a che punto, vista la mole di grattacieli da venticinque piani che non si sa come si vorrebbe far digerire a ben due ministeri). L'altra lettera, nonostante preceda l'altra, è stata scoperta e svelata solo di recente dal consigliere di minoranza Fabio De Risio: era indirizzata all'investitore canadese, un certo George Cohen, e gli si mettevano a disposizione anche i quattro ettari comunali. Quelli bruciati stamattina.
Il South Beach, ancora una volta, sarà discusso in Consiglio comunale. Forse ancora una volta infiammerà gli animi di maggioranza e parte della minoranza, salteranno i nervi. Chissà, si vedrà venerdì 29 luglio. Intanto si è infiammata, letteralmente, la zona dove il mega faraonico progetto qualcuno ha pensato di insediare. E qualcun altro, per la precisione gli ultimi due sindaci, forse con con troppo impeto sostenuto. La canzone di Irene Grandi dopo "bruci la città" (in questo caso South Beach) dice "e crolli il grattacielo": quel progetto ne prevede parecchi laggiù.

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