MONTENERO DI BISACCIA. L’occasione per spiegare alcuni dei punti discussi nel prossimo Consiglio comunale del 1 marzo e qualche accenno a questi primi mesi di opposizione alla nuova amministrazione. Il consigliere di minoranza Gianluca Monturano ci ha contattato dopo l’articolo di ieri, esprimendo la volontà di precisare il contenuto di alcuni argomenti in agenda. Ne è nata l’intervista che segue.
Consigliere Monturano, ci spiega la differenza fra i due ordini del giorno sui controlli anti Covid che sembrano dire la stessa cosa?
<<Mi lasci utilizzare lo spazio riservatomi in questa intervista innanzitutto per ringraziare la redazione di Montenero notizie per il grande lavoro che fa quotidianamente per informare correttamente la cittadinanza tutta, soprattutto in questo periodo così grave per le nostre vite. Riscontro, tra la popolazione, un grande interesse per i vostri comunicati. Approfitto anche per salutare tutte le care lettrici e i cari lettori.
Venendo alla sua prima domanda, i due ordini del giorno del prossimo Consiglio comunale di lunedì sono due punti differenti e distinti sia nell’oggetto che nel corpo dei testi, in quanto il primo, in ordine di discussione, è una mozione consiliare che “impegna formalmente il sindaco e la giunta ad implementare la rete di controlli sul territorio comunale, al fine di contenere la diffusione del contagio Covid-19”, anche considerando che ormai da oltre venti giorni siamo in “zona rossa”.
Il secondo atto, invece, è un’interpellanza (quindi una sorta di interrogazione a risposta orale) che chiede, con urgenza, al sindaco, di relazionare in Consiglio:
- sulle misure e sulle azioni che essa ha attuato, per monitorare e controllare il territorio, al fine di contrastare le situazioni di assembramento;
- se intende intensificare i controlli che ad oggi, secondo noi, si sono rivelati insufficienti, e, in caso affermativo, quali sono i mezzi e/o le misure previste>>.
Ci chiarisca anche l’odg sulla vaccinazione dei consiglieri comunali.
<<Guardi, il tema dei vaccini è molto complesso perché ha risvolti che interessano diverse sfere di ricerca accademica, come ad esempio: 1) la medicina e la biotecnologia, con l’efficacia e i “potenziali effetti” sulla salute; 2) l’economia politica, con le forme di mercato microeconomiche che regolano la produzione, la commercializzazione e la distribuzione; 3) l’economia pubblica, essendo i vaccini ‘risorse scarse’ e allo stesso tempo beni comuni, non rivali e non escludibili ai cittadini; 4) il diritto, nelle sue sfumature legate all’informazione, alla privacy etc.; 5) la politica e le istituzioni. E proprio sotto questi ultimi profili che è intesa la nostra mozione. L’ho definita, in sede di scrittura, un atto di “igiene pubblico”. Purtroppo, in tutta la penisola italiana, si sono registrati casi di politici che si sono fatti inoculare dosi vaccinali “saltando la fila”. Un gesto, a nostro avviso, intollerabile e da condannare totalmente, se si pensa alla lentezza e alle difficoltà con cui si sta procedendo a vaccinare la popolazione tutta.
Noi crediamo che la politica sia innanzitutto serietà e per tale ragione, con la richiamata mozione, abbiamo deciso di impegnare gli amministratori di Montenero, anche nel caso ne avessero la possibilità, a non anticipare la loro vaccinazione, ma a rispettare i tempi e i programmi sanitari decisi dalle autorità preposte in materia. Approvando, ad unanimità, questa mozione possiamo dare un segnale di forte rispetto nei riguardi dell’intera cittadinanza montenerese, ormai stanca e stremata da questa emergenza infinita>>.
Veniamo a un altro argomento quanto meno curioso, oltre che inedito in Consiglio a Montenero: il test antidroga per gli amministratori comunali. Converrà che per molti sarà difficile capirne la logica, cosa ci dice in proposito?
<<Anche qui, è semplicemente un atto di rispetto verso i cittadini che ci hanno affidato il compito di rappresentarli nel consesso comunale sovrano e nei riguardi della Costituzione italiana che all’articolo 54 comma 2 esplicita che “i cittadini cui sono affidate funzioni pubbliche hanno il dovere di adempierle con disciplina e onore, prestando giuramento nei casi stabiliti dalla legge”. Mediante questa richiesta, rivolta ai consiglieri comunali, di effettuare i test antidroga, con cadenza annuale, su base “volontaria” (è bene sottolineare che non è prevista alcuna costrizione e/o obbligo), al fine di rassicurare gli elettori sulla condizione psicofisica e personale degli amministratori del nostro Comune e a rendere pubblici i risultati dei test, sempre nel rispetto della normativa sulla privacy, pubblicandoli in intero sul sito del Comune e su tutti i canali social, non è stato fatto nient’altro che recepire i principi costituzionali. Disciplina e onore e trasparenza amministrativa. Dal canto nostro non abbiamo nulla da nascondere, quindi voteremo convintamente “sì”, sperando che anche gli amministratori di maggioranza facciano lo stesso.
Simili iniziative sono state già messe in campo in moltissimi altri Comuni italiani. Anche in Consiglio regionale del Molise qualche tempo fa è stata presentata una proposta di legge che chiede di sottoporre i consiglieri regionali a test antidroga periodici. Pensi che il testo della nostra mozione è stato ispirato da due atti consiliari, uno del Pd e uno della Lega, presentati in diversi Comuni. Un atto bipartisan dunque>>.
Altro argomento, l’interessamento del Consiglio per le drammatiche vicende di Giulio Regeni e Patrick Zaki. Se non fossero state due persone, diciamo, chiaramente di sinistra, avremmo visto ugualmente quei due odg?
<<Questo è davvero un bell’interrogativo! La ringrazio per questa domanda perché mi dà anche la possibilità di fugare e chiarire un aspetto che ritengo importante. A differenza dei miei colleghi, che pur con differenze e sensibilità certamente diverse, si rispecchiano in un campo politico, diciamo, di “centro-sinistra”, io non mi sento di “sinistra”. Di più, considero la recente dicotomia “destra-sinistra” di gaberiana memoria anacronistica. Semmai, posso definirmi un eterodosso “radical-socialista” o, umilmente, un intellettuale di ispirazione economica keynesiana. Almeno guardando i miei studi, più recenti. Ho idee, sotto questo punto di vista, certamente compatibili con la cosiddetta sinistra primo-novecentesca: maggiore spesa pubblica in deficit per finanziare i comparti economici dello Stato, sovranità democratica e costituzionale in ottica di internazionalismo, dirigismo economico e politico, ma non mi rivedo negli attuali partiti della sinistra europea. Ad esempio, sono contrarissimo alle “privatizzazioni selvagge” in economia e credo che sia importante svolgere una sana e pacifica lotta per i diritti sociali garantiti (salute, istruzione, ricerca, progressività fiscale, lavoro e tutele, salario, casa, ambiente sostenibile, acqua ecc.), temi che la sinistra odierna ha completamente abbandonato per rincorrere un liberismo sfrenato. Qualora in futuro le proposte della sinistra, sulle tematiche appena citate, mi porteranno a cambiare idea ne sarò lieto. A mio avviso, senza le libertà economiche non potranno mai esistere vere libertà civili>>.
D’accordo, ma Regeni…
<<E proprio in quest’ottica che ho una grandissima ammirazione per la figura di Giulio Regeni. Un giovane italiano che svolgeva il lavoro di ricercatore nel campo dei diritti. Il suo rapimento e la sua morte, compresa tutta la vicenda giudiziaria poi sviluppatasi, insieme all’incarcerazione di Patrick Zaki ci mostrano che è di fondamentale importanza oggi lottare per i diritti umani e per l’emancipazione socio-economica dei popoli, soprattutto nei regimi e nei Paesi illiberali come l’Egitto o l’Arabia Saudita del principe bin Salmān, definita erroneamente un ‘nuovo Rinascimento’ in differenti settori, “nella cultura, nell’innovazione e nel campo dei diritti”, dal senatore di Firenze Matteo Renzi. Non credo perciò che la difesa dei diritti umani sia un principio solo di una parte politica. Ricordo, per esempio, il caso della nave Enrica Lexie, conosciuto anche come il “caso dei due marò”. Fu una battaglia che venne incardinata principalmente dai partiti di destra di questo Paese, ma credo che la condividessero tutti gli italiani>>.
Cinque mesi di amministrazione della sindaca Simona Contucci: un suo giudizio.
<<Un’amministrazione arrogante, in quanto arroccata incomprensibilmente alle proprie idee e non aperta al confronto, inconcludente nelle azioni perché in perfetta sintonia con il Governo regionale di Toma e in continuità assoluta con le scelte delle passate amministrazioni. Possiamo sintetizzare il quadro con un acronimo politico: Travaglini ter>>.