Al Tar l'ardua sentenza sulla cubatura alla Marina: presentato il ricorso dall'imprenditore

Secondo il Comune la convenzione decennale è scaduta, secondo l'investitore no. In ballo 350mila euro di campetti sportivi da donare alla collettività. Cosa dice la giurisprudenza?

Rossano D'Antonio
29/11/2024
Attualità
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MONTENERO DI BISACCIA. E ricorso al Tar fu: lo scontro sulle cubature alla Marina finisce in Tribunale. Manca ancora l'ufficialità, o meglio la delibera di giunta che prende atto del ricorso e affida l'incarico a un legale, ma la notizia è già trapelata. In sintesi il Comune di Montenero è chiamato a rispondere davanti al Tribunale amministrativo regionale per la marcia indietro sulla convenzione stipulata nel maggio 2013. Una vicenda spinosa già anticipata su Monteneronotizie, ora la conferma che è scontro fra un imprenditore del Nord, storico investitore alla Marina, e il Comune di Montenero. 
Argomento del contendere la concessione di un maggiore indice di cubatura, nell'ordine di circa mezzo metro in altezza, a suo tempo accordata dall'amministrazione comunale. In cambio l'investitore avrebbe realizzato circa 350mila euro di oneri di urbanizzazione a scomputo e precisamente campi da tennis, da calcetto e altro. Strutture che sarebbero state pubbliche e quindi fruibili da tutti. 
Le case di quel piano di lottizzazione sono state in parte realizzate, in parte no, mentre mancano ancora gli impianti sportivi da dare in cambio alla pubblica amministrazione. Ed è anche per questo che si è scatenato il contenzioso. Prima, tuttavia, vi sarebbe stato un incontro non si sa quanto chiarificatore in municipio. I componenti la giunta comunale da un lato, dall'altro legale di fiducia e imprenditore fatto scendere dal Nord (si narra anche di malavoglia, perché aveva da fare altro). Chiarimento evidentemente non raggiunto, poiché negli stessi giorni la questione finiva in mano agli avvocati. Tant'è che di fronte alla richiesta di indice di cubatura del piano di lottizzazione, e visto che era stata ridotta rispetto a quanto pattuito nel 2013, è trapelata subito l'indiscrezione che ci sarebbe stato un ricorso al Tar.
Detto in maniera più semplice, le case che ancora restano da costruire secondo l'amministrazione comunale vanno fatte più basse, poiché l'accordo è scaduto, secondo l'investitore è ancora ampiamente in tempo. E così il 26 novembre è stato presentato il ricorso al Tribunale amministrativo del Molise. Si vedrà come andrà a finire, ma nel frattempo si può provare ad analizzare la questione.
Sul piano politico-burocratico il ricorso arriva in municipio mentre è in corso una discussa ridefinizione dei settori. Non è ancora in vigore, la procedura è lunga, ma è già stato deciso che l'attuale capo settore non debba più occuparsi di urbanistica e lavori pubblici, bensì solo di manutenzione. Un qualcosa che ha causato malumori nell'ultimo piano del Palazzo, fra uffici e amministratori, e persino dentro la stessa maggioranza. In definitiva, il ricorso al Tar in questione sarà trattato dapprima dall'attuale capo settore, con buona pace della maggioranza che lo vuole solo manutentore, poi da chi lo sostituirà, benché con contratto a termine (che costerà 53000 soltanto fino alla primavera 2026).
Come potrebbe finire? Chi avrà ragione? Lo si saprà solo a sentenza emessa, tuttavia nel frattempo si possono considerare ed elencare le variabili in gioco. La convenzione fra Comune e costruttore ha durata decennale, pertanto dal 2013 è già scaduta lo scorso anno. Tant'è che l'amministrazione avrebbe rinfacciato all'imprenditore il non aver onorato nemmeno gli oneri di urbanizzazione pattuiti (campetti da calcetto, tennis ecc.). Dal canto suo quest'ultimo, forte del parere dei suoi legali, si è detto convinto di trovarsi ampiamente coi tempi, al punto da ricorrere al Tar. In tal senso potrebbe far riferimento alla giurisprudenza recente in materia, che prevede diverse proroghe alla scadenza decennale. In particolare:
la convenzione è stata stipulata nel maggio 2013, pertanto la scadenza decennale sarebbe il maggio 2023 (tesi del Comune). Tuttavia nel giugno dello stesso anno è entrata in vigore una proroga di tre anni (art. 30, co. 3-bis, D.L. 69/2013), il che significa che si arriverebbe al maggio 2026. Ma non finisce qui, perché altra proroga è arrivata nel 2020 con il Covid (art. 10, co. 4-bis, D.L. 76/2020) e si arriverebbe così a una scadenza spostata al maggio 2029. E di nuovo non è finita, perché ulteriore proroga (stavolta per aumento del costo dei materiali e difficoltà di reperimento degli stessi) è stata varata dal Governo nel 2022, altri trenta mesi di tempo e quindi la convenzione alla Marina di Montenero arriverebbe a scadere a fine 2031. Fosse così, e l'ardua sentenza spetterà ai giudici amministrativi, ci sarebbero ancora diversi anni per finire le case alla Marina e circondarle di aree sportive pubbliche.
Nel frattempo in municipio continua una certa tensione volumetrica.
Nella foto una veduta aerea della Marina di Montenero
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