Il rimprovero paternal-sceriffesco per chi entra con la cagna in calore nell'area di sgambamento

Il messaggio diffuso via Whatsapp fa riferimento al regolamento. L'amministrazione che si fa etica e moralizzatrice, fra rimbrotti nel mucchio e norme comunali stile collegio

Rossano D'Antonio
27/03/2024
Attualità
Condividi su:

MONTENERO DI BISACCIA. Si dovesse redigerlo oggi un regolamento per non far entrare le cagne in calore lì sarebbe un bel problema. Ma per fortuna lo hanno fatto prima che diventasse impossibile riunire l'apposita Commissione e così oggi, non si sa se più serio o più faceto, è arrivato il messaggio paternal-sceriffesco dal Comune: non portate i cani in calore alla zona di sgambamento vicino alla Madonna di Bisaccia.
E per ricordare che non si può, tanto di citazione del regolamento, appunto: "l’art. 6 comma 2 del regolamento che disciplina l’uso dall’area stessa, vieta l'accesso ai cani femmina in periodo riproduttivo (calore)".
A parte il fatto che si può sorriderne, un'amministrazione che usa il suo canale ufficiale Whatsapp per redarguire probabilmente un singolo che non rispetta il regolamento canino, il fatto apre più di una discussione.
Il regolamento. L'uso dell'area canina è stato approvato dalla zelante amministrazione comunale il 29 luglio 2022. L'atto prima di arrivare in Consiglio è passato per la Commissione Statuto e regolamenti, che ha curato la stesura dei dieci articoli (compiti del Comune, come usare l'area, ovviamente immancabili divieti tanto cari all'attuale ma anche precedente maggioranza ecc.). Passò con voto unanime ed erano presenti undici dei tredici componenti le assise civiche. Serviva all'appena approntata area dedicata ai cani, ricavata accanto al santuario della Madonna di Bisaccia, vicino al già abbandonato a se stesso vecchio stadio. 
Il regolamento, come detto, fu redatto dall'apposita Commissione, che però circa un anno dopo entrò nella paralisi che l'affligge ancora oggi. Non si riunisce infatti dal maggio 2023 e per una ragione semplice: la maggioranza non può esprimere un nome per la presidenza, divenuta vacante dopo che Fiorenza Del Borrello è diventata assessora, quindi incompatibile. Ne consegue che dalle parti della sindaca Simona Contucci si preferisce fare a meno della Commissione, per quanto già se ne sia manifestata la necessità in più di una occasione nel frattempo. O meglio, se ne potrebbe fare a meno, portando i regolamenti direttamente in Consiglio, ma diverrebbe tutto più caotico e rallentato, soprattutto in caso di correzioni in corso d'opera.
Ergo, oggi nel messaggio paternal-sceriffesco sulle cagne in calore il Comune ha potuto far riferimento al regolamento, ma solo perché è stato fatto prima che in maggioranza litigassero.
Ma può il Comune esigere che il singolo sappia riconoscere la propria cagna in periodo riproduttivo? Chissà, magari si organizzeranno corsi ad hoc, ma nel frattempo si registra che per un singolo, o forse due-tre (quante possono essere) persone destinatarie del rimbrotto comunale, si sono presi il fastidio di infastidire tutti con quel messaggio paternal-sceriffesco.
I divieti contenuti nell'articolo 6 sono in tutto sette e forse per evitare discriminazioni di genere c'è scritto che è vietato l'accesso anche ai "cani maschi particolarmente eccitabili che molestino ripetutamente altri cani". 
E vallo a capire come, chi, in base a qualche criterio si stabilisce il verificarsi di una condizione di particolare eccitabilità di un cane maschio. Forse esiste uno strumento?
Per chiudere, è il caso di far sapere che non devono stare sul chi va là solo i possessori di cani, ma un po' tutti. Con la stessa logica del messaggio di stamattina, infatti, domani il Comune potrebbe dire "non vi permettete più di stendere i panni fuori da finestre e terrazzi visibili dalla strada".
Prima che il lettore si abbandoni a troppa ilarità, occorre precisare che non è uno scherzo. Il regolamento in questo caso è un altro, molto più vecchio e contenente norme ridicolmente anacronistiche già all'epoca. Si tratta della cosiddetta "Polizia urbana", documento approvato nel 1986. Contiene diverse perle, fra queste quella che vieta i panni stesi se si vedono dalla strada. Il regolamento è disponibile sul sito del Comune e non è mai stato modificato dalla sua approvazione.
Pertanto, non ci si meravigli se domani arriva il rimprovero municipale che dice come spolverare i tappeti. Ebbene sì, c'è scritto anche quello sul regolamento di Polizia urbana. O forse paternale urbana.
Temi correlati:
La satira degli anni Ottanta: le “perle” del regolamento di Polizia urbana (11/05/2022)

Leggi altre notizie su Montenero Notizie
Condividi su: