MONTENERO DI BISACCIA. Quando le cose funzionano in quel del Comune. Il lampione della villa comunale è andato giù il 3 novembre, forse indebolito dall'eccezionale vento della notte precedente. Rimosso in tutta fretta, anche perché il giorno dopo c'era la cerimonia del 4 novembre, c'è stato chi ha fatto in tempo a fotografarlo. Le immagini sono qui proposte.
Da quel momento le domande sono state: sarà ripristinato? Quando? E ce n'è stata anche un'altra che per motivi di chiarezza espositiva si lascia alla fine di questo articolo.
Il lampione era anche danneggiato su un lato. Ebbene, dopo circa un mese e mezzo, è stato rimesso al suo posto, funzionante e riparato. Ragionevole supporre che per il fissaggio siano stati usati moderni ancoranti chimici, che all'epoca in cui fu ristrutturata la villa comunale (1987-88) ancora non esistevano. Ergo, il Comune ha funzionato.
Come anticipato, però, è circolata anche un'altra versione subito dopo il cedimento del lampione, in particolare negli ambienti dei sostenitori della maggioranza che guida Montenero di Bisaccia. Poiché la villa comunale dovrà essere rifatta, avrebbe potuto non essere rimesso il lampione. Tanto sarà tutto nuovo. È così? Ipotesi verosimile? Gli aspetti e i dubbi sono due, di seguito descritti in ordine inverso di importanza.
Primo dubbio. Il progetto di riqualificazione pensato dall'amministrazione comunale prevede il rifacimento della strada che circonda i giardini pubblici superiori (il cosiddetto "giro di villa"). "Riqualificazione pavimentando con basole di pietra bocciardata la strada attualmente asfaltata". Mentre per l'interno si parla di sostituzione degli arredi urbani, integrando le aiuole con corpi illuminanti incassati nel terreno. In sintesi, non è prevista né la sostituzione del marmo bianco che pavimenta la villa, tanto meno la sostituzione dei lampioni che vi sono fissati. Detto in maniera ancora più semplice, i lampioni del 1987 rimarranno lì, a meno di cambiamenti del progetto non pervenuti.
Secondo e più importante dubbio. Il progetto di riqualificazione di villa e piazza va a braccetto con quello che riguarda il municipio (interni, impianti, cappotto termico ecc.). Il costo complessivo – della sola progettazione – è qualcosa più di duecentomila euro. Ma, attenzione, al momento è stata finanziata solo la progettazione. Ne va che per i lavori veri e propri occorrerà ottenere un altro finanziamento, trovare altri soldi che, se solo il progetto costa tanto, supereranno i due milioni di euro in tutto (municipio e villa). Non esattamente bruscolini.
Tradotto in tempistica, significa che il progetto sarà finito entro fine mandato (2025, più probabile primavera 2026), poi occorrerà trovare molti più soldi per metterlo in atto e tradurlo in pietra bocciardata, led sotto le aiuole ecc. Un qualcosa che richiederebbe un secondo mandato alla sindaca Simona Contucci e che, ragionevolmente e soldi permettendo, porterebbe a termine non molto prima di lasciare definitivamente il Palazzo, nel 2030.
Questa l'ipotesi in caso di riconferma elettorale e ottenimento dei fondi, perché c'è anche un'altra possibilità. Vale a dire che il progetto sia accantonato da eventuali successori, che i fondi non arrivino o che, quando dovessero arrivare, sarà passato tanto di quel tempo che l'idea apparirà superata. La sindrome dell'Alfa 6, qualcosa che nasce vecchio. Si vedrà.
Certo c'è qualche precedente, di quando la politica montenerese si è vantata di avere un progetto o un'approvazione che non sono serviti a nulla. La Mare-Collina, competenza provinciale ma all'epoca approvata da esponenti monteneresi, è ormai un ricordo impolverato finito chissà dove. C'era il progetto definitivo, presentato anche in pompa magna dall'allora centrosinistra montenerese.
La zona industriale di contrada Padula uguale: approvata e mai servita, vi si coltiva ancora il grano.
Stavolta si vedrà, ma dovesse rimanere sulla carta il nuovo progetto, la villa almeno c'è già. E hanno fatto bene, in ogni caso, a rimettere il lampione caduto.
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