La guerra dei Roses in amministrazione comunale

Una crisi che parte da lontano: ricostruzione passo per passo dai primi screzi all'azzeramento della giunta e l'estromissione dei due primi eletti

Rossano D'Antonio
04/08/2023
Politica
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MONTENERO DI BISACCIA. A meno di voler credere alla storia delle "ultime settimane", riprendendo il comunicato ufficiale dell'amministrazione, è molto probabile che i contrasti interni alla maggioranza arrivino da più lontano. E allora, con un parallelo con un cult del cinema americano, quand'è che i Roses hanno cominciato a litigare? Qual è la scena in salsa montenerese del ricovero di Michael Douglas con inaspettato sollievo di Kathleen Turner? 
A distanza di alcuni giorni dall'azzeramento della giunta, si aspettano eventuali repliche dagli assessori estromessi, vale a dire Tania Travaglini e Andrea Cardinali. Nell'attesa, vale la pena di analizzare da quando c'è maretta nell'amministrazione comunale retta da quasi tre anni da Simona Contucci. Quando, in sintesi, l'idillio della maggioranza forse più acclamata di sempre si è rotto e le correnti esistenti da sempre hanno cominciato a darsi contro?
Molto presto e molto prima che arrivassero le elezioni regionali di giugno, e molto prima che la crisi deflagrasse in contrasti alla luce del sole. Si sa almeno da fine 2021 di frizioni all'interno della maggioranza dovute alle correnti, facenti capo a più esponenti regionali, per altro cambiati in corso d'opera. Ci sono state infatti manovre di acquisto di altri consiglieri comunali, per esempio da parte dell'allora assessore regionale Nicola Cavaliere nell'estate 2022. Oppure chi ha perso i referenti locali, come il consigliere regionale Vincenzo Niro.
La maggioranza è pertanto arrivata alle elezioni regionali di fine giugno 2023 sottoposta a un progressivo logoramento. Per mesi si è vociferato sulla discesa in campo della sindaca Simona Contucci in persona, ma lei ha negato in più occasioni pubbliche la volontà di candidarsi. Nel frattempo i rapporti tra la prima cittadina e il suo vice, Andrea Cardinali, si sono incrinati sempre più. Voci di contrasti si sono fatte via via più insistenti da fine 2022, per poi essere confermate mesi dopo. In realtà lo scontro riguardava anche qualcuno che in Consiglio comunale non c'è più, vale a dire l'ex sindaco Nicola Travaglini. In giunta ha avuto fino a qualche giorno fa due esponenti fidati: il citato Cardinali e l'assessora (ora ex) Tania Travaglini.
Per la Contucci l'imperativo, da tempo, è evitare che il suo predecessore si prenda troppo spago, magari pensare di insidiarle la riconferma nel 2025, tornando lui stesso a dirigere il paese. A inizio 2023 erano solo voci, man mano più insistenti. Poi la crisi è arrivata davvero.
Nel frattempo, come detto, Simona Contucci negava di volersi candidare. Lo ha fatto due volte in Consiglio comunale, incalzata dalla minoranza, e anche in qualche riunione allargata ai propri sostenitori. Eppure, che volesse scendere in campo e provare il grande salto, si continuava a vociferare. Lei sostiene di no ancora adesso, ma un pensierino sulla candidatura l'avrebbe fatto eccome. Poi sarebbe arrivato un nyet abbastanza pesante da un esponente di lungo corso in Regione. Lei no! Pare per vecchie ruggini di quando era ancora dipietrista la Contucci. A quel punto, sfumata la sua candidatura che con tutta evidenza avrebbe potuto – e dovuto - rappresentare l'intera maggioranza, è arrivato l'incidente scatenante. Quello che cambia la trama in ogni storia romanzata o, come in questo caso, vera. Riprendendo il parallelo cinematografico di apertura, il ricovero in ospedale di Douglas con la Turner che si sorprende a esserne sollevata.
Quando sia Nicola Travaglini, sia i vertici regionali di Fratelli d'Italia hanno deciso di proporre l'assessora Tania Travaglini alle regionali, c'era ancora chi sperava in una candidatura unica per il centrodestra montenerese. Lo sperava l'ex sindaco, di sicuro, tanto da replicare a un articolo e rassicurare da un lato di non voler tornare a indossare la fascia tricolore, dall'altro di auspicare il ritorno di un montenerese in Regione. Tradotto: puntare tutti su Tania Travaglini, il cui nome già circolava e solo qualche giorno dopo sarebbe uscito.
Ed è qui che comincia il giallo. Secondo la fazione facente capo a Fdi, Simona Contucci avrebbe all'inizio accolto favorevolmente la candidatura unica della sua assessora. Il via libera sarebbe arrivato in una delle tante riunioni, cui sarebbe stata invitata anche la sindaca. Di parere opposto, prevedibilmente, l'interessata. E d'altra parte non ci sono prove inoppugnabili, dichiarazioni che possano dimostrare oltre ogni ragionevole dubbio l'iniziale apertura della Contucci.
Fatto sta che alla fine le candidate in maggioranza sono state due, oltre alla Travaglini Fiorenza Del Borrello (lista del presidente). Su quest'ultima, lo sapevano anche le pietre, puntava la sindaca, ma non il resto della maggioranza. C'erano infatti le correnti cavalierista, travagliniana, contucciana e forse qualcuno più defilato (meglio non litigare con nessuno, visto che già lo fanno efficacemente altri).
Lo scrutinio ha premiato Trania Travaglini, nettamente più votata della rivale Del Borrello, pur senza permetterle di essere eletta. A quel punto, però, la guerra dei Roses è diventata come nel film quando moglie e marito iniziano a lanciarsi contro di tutto. Settimane di tensione, contrasti dapprima negati, video che non hanno detto nulla, tranne il fatto che è altamente insolito che un sindaco parli alla popolazione come i grandi presidenti dopo le catastrofi.
Infine il Consiglio comunale del 28 luglio, dove incalzati da una parte di minoranza l'assessore Cardinali e la sindaca Contucci hanno affermato che si va avanti fino al 2025. Nessuna fine anticipata di mandato in sostanza, con la differenza che Cardinali ha parlato di sintonia con giunta e sindaca, quest'ultima ha detto solo si va avanti. Cinque giorni dopo l'estromissione dall'esecutivo di Cardinali e della Travaglini, i più votati alle elezioni comunali.
L'ultimo capitolo di una lotta intestina partita da più lontano, esacerbatasi con le regionali e sfociata infine nel rimpasto di giunta. Cosa che non è mai sintomo di ottima salute di una compagine amministrativa.
A che punto de La guerra dei Roses è la trama nella crisi politica montenerese? Difficile dirlo, difficile prevedere come evolverà e, quindi, se la scena in onda adesso sia quella di quando i coniugi si fanno fuori gli animali di compagnia a vicenda, oppure quando la Turner travolge la Morgan Roadster con Douglas ancora nell'abitacolo. Di certo c'è solo che le luci in sala sono ancora spente, il film amministrativo montenerese non è ancora finito.
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