MONTENERO DI BISACCIA. Non è cambiato niente, è tutto come un anno fa, come quando quel muro andò giù. Ne va che questo fine settimana, l'unico periodo dell'anno in cui in quel posto il numero dei vivi supera quello dei morti, sarà uno spettacolo visibile a parecchia gente.
Il posto è il parcheggio nei pressi della Madonna di Bisaccia e del cimitero, immediata periferia a sud del paese. Dopo essere stato per alcuni anni pericolante e transennato, il muro di contenimento accanto alla salita verso il santuario è crollato a metà novembre dell'anno scorso. E così è rimasto da allora, le macerie sono ancora tutte lì. Immobile e sgraziato a terra, ridotto a tronconi. I suoi resti hanno la forma di mattoni rossi tenuti insieme da malta cementizia; occupano un'intera fila di parcheggi e saranno ammirati da tutti nel fine settimana che si appresta ad arrivare, con tanto di ponte fino al 1 novembre. Perché è alla festa di Ognissanti, oltre che il giorno dopo dedicato ai defunti, che si registra il maggior numero di avventori nel cimitero. Comprese le tante persone che vivono altrove e hanno qui seppelliti i propri cari. Se si voleva il massimo dell'audience, il risultato è garantito.
Salendo sulla collinetta che ospita il cimitero si notano invece i cartelli con i vari divieti a ognuno dei tre ingressi. In omaggio alla dottrina avviata circa una decina di anni fa, con i sindaci diventati improvvisamente non richiesti educatori, si intima ai visitatori di non entrare con animali, biciclette ecc. Oltre a una selva di raccomandazioni covidiane fuori tempo, con buona pace dell'amministrazione comunale cui, oltre a emanare divieti, da un certo punto in poi è piaciuto fare le paternali (anch'esse non richieste) in tema di pandemia. Anche il cartellone di cantiere lasciato lì due amministrazioni fa, nel 2009, sbiadito e illeggibile da anni, sembra diventato parte dell'arredo urbano.
Restano divieti, paternali e cartelli scoloriti, come i ruderi del muro. Lì, poco sotto, in bella mostra, ma almeno il divieto di guardarlo e fotografarlo non c'è. Costruito alla fine degli anni Ottanta, il muro da qualche anno era pericolosamente inclinato verso il parcheggio: la terra sulla quale crescono alti i cipressi premeva troppo. Eppure, come mosso a pietà, per andare giù ha aspettato che passasse la festa di Ognissanti l'anno scorso. Stavolta, come detto, invece gli spettatori non mancheranno. Buona visione a tutti.
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