MONTENERO DI BISACCIA. Trecento giorni fa è sembrato che per crollare abbia aspettato le feste di Ognissanti e della commemorazione dei defunti. Era infatti la metà novembre quando quel muro andava giù. Si trova proprio sotto il santuario della Madonna di Bisaccia e serviva a contenere la scarpata di sinistra lungo la salita per arrivare alla chiesa e quindi al cimitero.
Nessun pericolo per nessuno, per carità, tutto era transennato da qualche anno, da quando la struttura aveva cominciato minacciosamente a pendere dalla parte del parcheggio. Ma per una fortuna che spesso assiste l'amministrazione comunale, quello spettacolo fu risparmiato ai visitatori nelle due date in cui al cimitero vanno proprio tutti.
A quanto pare non andrà così stavolta, perché se sono passati dieci mesi da allora il calcolo è abbastanza semplice: ne mancano meno di due ai primi giorni di novembre. Ergo, stavolta i visitatori non vedranno solo il muro crollato, ma noteranno che i detriti sono ancora lì. Ancora delimitati da ferri da costruzione piantati nel terreno ai quali è fissata la rete da cantiere arancione. Eppure si vede tutto, si vedono gli spezzoni di muro da quaranta costruiti con mattoni rossi del tipo forato, posati dalle esperte mani di maestri muratori negli anni Ottanta con cazzuola a punta quadra da 18. Forse da 19, perché un tempo le preferivano più grandi. Unica differenza è che appena dopo il crollo, con l'aria più umida, l'erba sui monconi di muro era verde, adesso è secca.
A questo punto le opzioni, come analizzato in un articolo su Monteneronotizie a suo tempo, sono due: ricostruire il muro oppure lasciare una scarpata com'era originariamente, ante anni Ottanta. Ma in entrambe le ipotesi detriti e calcinacci vanno rimossi, mentre sono ancora lì, come dieci mesi fa. Le parti di muro rimaste in piedi, se così si può dire, non sono state abbattute. Resta da chiedersi se come per la fontana nella rotatoria in piazza anche il muro del cimitero-santuario si avvia a diventare una delle opere che restano così, lasciate agonizzare confidando forse di trovare un alleato nell'indifferenza generale? Senza conoscerne il destino? O addirittura senza nemmeno pensare che prima o poi bisognerà prendere una decisione?
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