MONTENERO DI BISACCIA. "Non c'è che da decidersi che non funziona più", così una canzone di quaranta anni fa. Non si riferiva a un rapporto politico, ma può dare l'idea di come sia finito dopo solo un anno il sodalizio in seno alla minoranza. E' di ieri, infatti, la notizia che i gruppi consiliari sono diventati due, con i quattro consiglieri equamente distribuiti. Una frattura che arriva dopo settimane di indiscrezioni, riunioni disertate o frequentate solo in parte, infine fragorose uscite pubbliche: sono volati gli stracci tra le due fazioni. Perché ormai è diventato chiaro che da un lato ci sono Gianluca Monturano e Fabio De Risio, dall'altro i restanti membri della minoranza Nicola Palombo e Giulia D'Antonio, nonché buona parte dei candidati della lista uscita perdente un anno fa alle comunali.
Ma ha cominciato a non funzionare più adesso, da qualche mese oppure in quel della minoranza è stato un anno vissuto da separati in casa? Come spesso accade occorre riavvolgere il nastro per capire cosa succede nel presente, se non proprio andando indietro di anni (anche se non sarebbe del tutto azzardato farlo), almeno tornando alla genesi, ai conflitti, alle difficoltà che hanno portato a costituire la lista Montenero che rinasce a fine estate 2020.
Dopo mesi e mesi di difficile lavoro di ricucitura, è stato in quel caldo agosto che il centrosinistra montenerese è arrivato a una sorta di sintesi, in definitiva a decidere che avrebbe dovuto marciare unito per competere con il successore di Nicola Travaglini. Diverse le correnti, svariati coloro che hanno abbandonato in corso d'opera, ma soprattutto ciò che mancava era un leader. Chi candidare a sindaco in sostanza? Si sono fatti alcuni nomi del passato o inediti e alla fine l'ha spuntata il pentastellato Gianluca Monturano con sua la proposta: Fabio De Risio. Quarantasette anni, apprezzato medico dentista e allenatore di calcio, a suo tempo anche giocatore di livello, è sembrato la scelta migliore.
Il resto è storia nota, o che talvolta si vuole ignorare: una delle campagne elettorali più inutilmente velenose mai viste a Montenero. Va da sé che ancora oggi ogni fazione accusa l'altra di tifo da stadio e urla sconsiderate. Evidenza e osservazione professionalmente disinteressata suggeriscono che ambedue le parti hanno giganteggiato anche nelle cadute di stile.
Alla fine ha vinto nettamente Simona Contucci, legata all'amministrazione uscente non solo perché ne era assessora, ma anche perché ha attinto a piene mani dal bacino di voti della stessa. Così lei ha cominciato ad amministrare, la minoranza a litigare. Ebbene sì, già da allora. La leadership di Fabio De Risio, divenuto capogruppo di opposizione, è stata subito messa in dubbio. A farlo sia una parte dei colleghi, sia la cosiddetta minoranza allargata, la base. Pare che nelle riunioni più volte sia stato invitato addirittura a dimettersi, a tornare in tribuna, ma l'ex attaccante delle giovanili del Perugia ha risposto con un contropiede. Da lì è stato un susseguirsi per mesi di polemiche interne, da una parte chi avrebbe voluto più politica, perché necessaria nel fare opposizione, dall'altro chi voleva badare solo alle cose concrete. Segnali non sono mancati persino in Consiglio comunale, dove mozioni e interpellanze firmate solo da De Risio e Monturano, o anche solo dal primo, hanno fatto nascere più di un sospetto e dato credito alle indiscrezioni.
Finché otto dei candidati di Montenero che rinasce non si sono autoconvocati, in questo mese di ottobre, e la lite è esplosa pubblicamente. Da un lato Fabio De Risio, dall'altro i due consiglieri Nicola Palombo e Giulia D'Antonio e la cosiddetta base. Nel mezzo, silente almeno pubblicamente, Gianluca Monturano, colui che un anno fa lo ha indicato quale candidato a sindaco. Ma anche se non si espone, il giovane cinquestelle è con De Risio e contro gli altri.
Questa la storia di un flirt difficile, di un fidanzamento a tratti forzato e infine di un matrimonio mai consumato, o solo in parte. Tutto in pochi mesi, forse la lezione da apprendere è che certi "sposalizi" politici vanno combinati più da lontano.
Che ne sarà della minoranza è arduo prevederlo. I due gruppi consiliari (Montenero che rinasce e misto) come voteranno da qui al 2025, scadenza naturale del mandato? Coordineranno un'azione di vigilanza sull'operato della maggioranza, almeno in parte, oppure no?
La canzone citata in apertura è "Dove sto domani" dei Pooh, che finisce così: "strade diverse da oggi in poi, ma dimmi sempre come stai". Si vedrà se i due gruppi di minoranza riusciranno almeno a mantenere un rapporto di buon vicinato, a dirsi "come stai".
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