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Benedetto: il "terzo tempo" è quasi più importante dei primi due

I protagonisti del calcio montenerese. Intervista all'allenatore degli Amatori, fra aneddoti e record ai tempi dell'Olimpia

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Oggi abbiamo il Mister dell’ASD Amatori Montenero, Antonello Benedetto. Iniziamo a conoscerci meglio, buongiorno Antonello, quanti anni hai?
“Innanzitutto saluto tutti e grazie per avermi dato l'opportunità di fare quest'intervista, ho 42 anni... quasi 43.”
Che squadra tifi?
“La vecchia signora (Juventus).”
Che lavoro fai?
“Lavoro alla Sevel a Val di Sangro”
Oltre il calcio qual è il tuo hobby?
“Essendo molto sportivo, sono specializzato nel sollevamento della forchetta!”
Quando hai mosso i primi calci?
“Al campetto Belvedere in piazza.”

Dopo con quali squadre hai giocato da grande? E in quali categorie?
“Non ho mai giocato ad alti livelli. Ho giocato un anno in terza e un anno in seconda categoria con l'Olimpia Montenero. A tal proposito ringrazio tutti i componenti dell'allora società, di cui facevo parte anche come dirigente e vice allenatore. Infatti giocavo solo in assenza di calciatori.”
Quando hai deciso di giocare con gli amatori e perché?
“Sinceramente non ricordo l'anno, ma ne sono passati molti, più di 10 con mister Nando (Di Pinto) prima e mister Catalano (Angiolino) poi. “

Come ti è venuta la voglia di allenare la squadra Amatori?
“Ho iniziato ad allenare due anni fa dopo che mister Sacchetti, nella finale ad Ortona, mi ha tenuto per 90 minuti in panchina... lì ho deciso che dovevo fargli le scarpe!”
Che rapporto hai con i giocatori? Tenendo presente che non è facile gestire 30 persone del paese che conosci ed hai confidenza.
Ho un ottimo rapporto con tutti. Li conosco molto bene poiché quasi tutti di Montenero, con alcuni in particolare mi confronto quotidianamente. Ma tutto sommato sono tutte delle brave persone, allegre e disponibili, non posso lamentarmi”.

Parlavi dell'esperienza nell'Olimpia Montenero, cosa ti è rimasto?
“Tantissimi bei momenti, tra cui la costruzione della palestra adiacente agli spogliatoi, ma soprattutto come già ricordato dal Presidente Nicola D'Aulerio le 24 vittorie consecutive e le 29 su 30, davvero una bella soddisfazione, ma anche un po' di rammarico per non aver battuto il record ma solo eguagliato”.
Se dovessi tracciare una linea e fare il punto della situazione, cosa pensi di questo anno?
“Un anno che tutto sommato sarebbe potuto andare meglio, visto che siamo arrivati ad un solo punto dal quarto posto, che ci avrebbe permesso di disputare la fase finale con le migliori quattro per cercare di vincere il campionato. Ma anche questa seconda fase non è da sottovalutare e cercheremo in tutti i modi di portare a casa la coppa delegazione”.
C’è un aneddoto che ricordi volentieri?
“Si, ricordo una partita a Monti Dauni, trasferta lontana e giornata piovosa. Arrivammo al campo e il terreno si presentava pieno di pozzanghere, soprattutto nell'angolo all'altezza della bandierina del calcio d'angolo, che rendeva difficoltoso sia l'inserimento della stessa, sia poter segnare la linea che delimita il rettangolo di gioco. L'arbitro ovviamente non voleva far giocare la partita, come da regolamento. Allora un nostro calciatore esperto di campagna, si fece dare una zappa e fece dei solchi per far defluire l'acqua all'esterno del rettangolo di gioco. Dopo meno di 20 minuti quella zona risultava asciutta e pronta per poter disputare la gara”.
Una delle principali prerogative degli amatori è l'organizzazione del terzo tempo, in pratica in cosa consiste?
“È nato quasi per caso, come momento di aggregazione tra le due squadre. Durante la partita nessuno ci sta a perdere e magari si esagera con le proteste (quando manca l'ossigeno al cervello, sono inevitabili). Allora abbiamo pensato che dopo aver fatto la doccia e sbollito la rabbia, potevamo riunirci entrambe le squadre, per fare due chiacchiere in compagnia di una birra fresca e magari un pezzo di pizza. Ma la situazione spesso ci è sfuggita di mano e dalla pizza si è passati alla ventricina o addirittura alla porchetta, restando al campo anche per una o due ore in più e da qui è nato il nome 'TERZO TEMPO', che poi risulta essere il più importante.”

Quindi è diventato un marchio di fabbrica?
"Assolutamente sì, ancora adesso continuiamo questa tradizione. Per un paio di anni, tutto il gruppo degli amatori, aveva organizzato una manifestazione dal titolo "Terzo Tempo" di due giorni l'una. Nel pomeriggio avevamo organizzato dei mini tornei per tutte le età, mentre per la sera per allietare quelli che si sedevano a mangiare, chiamammo oltre a band locali, ospiti importanti: un anno Vincenzo Olivieri e l'altro anno Mino Abbacuccio, regalando alla cittadinanza allegria, musica e cibo."
Evento Terzo tempo del 2015

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