MONTENERO DI BISACCIA-PETACCIATO. Paesi confinanti, crisi amministrative simili eppure diverse, com'è inevitabile. Quale segno a lungo termine lascino, soprattutto gli effetti sulle successive elezioni comunali, resta da verificare. Ma nel frattempo si possono analizzare similitudini e differenze.
A Montenero di Bisaccia la crisi amministrativa con successivo stravolgimento in giunta è avvenuta nell'estate 2023. A Petacciato pochi giorni fa. In entrambi i casi i sindaci in carica ce l'hanno fatta con mille difficoltà , uscendone bastonati, ma rimasti al loro posto nonostante ci fosse chi voleva stecchirli. A Montenero Simona Contucci, a Petacciato Antonio Di Pardo. Ambedue arrivati sulla massima carica cittadina con cambi di casacca di mera opportunità , un tempo si diceva salto della quaglia. Ambedue si sono trovati a fronteggiare chi c'era prima di loro, l'ex nemico diventato amico per convenienza e poi di nuovo nemico.
LE SIMILITUDINI.
A Montenero la Contucci doveva liberarsi del fardello di Nicola Travaglini, l'ex sindaco che non si è ricandidato nel 2020 ma ha piazzato in giunta due suoi fidati, per altro primi eletti.
A Petacciato Antonio Di Pardo aveva fino a qualche giorno fa il fardello dell'ex sindaco Roberto Di Pardo (non parente). Questi, diventato consigliere regionale, ha ceduto il posto.
Sia a Petacciato sia a Montenero ci sono state alleanze ritenute più che improbabili fino a qualche anno prima. Difatti erano su fronti contrapposti Contucci e Travaglini prima del 2015, idem Antonio e Roberto Di Pardo prima del 2017. A lasciare la propria parte politica i due sindaci in carica, quelli arrivati dopo, quelli che hanno cambiato casacca approdando alla corte dell'avversario, seppur con una differenza fondamentale che si analizzerà fra qualche riga. In proposito la Contucci ha detto pubblicamente che quel cambio di casacca le ha permesso di diventare sindaco (in Consiglio comunale). Invece ad Antonio Di Pardo è scappata la confidenza che ha dovuto aspettare sette anni, dal 2017 al 2022, quando Roberto è diventato consigliere regionale e gli ha lasciato il posto.
Altra similitudine fra le due crisi è il fatto che siano rimasti in carica i sindaci, cioè che siano "sopravvissuti" alla guerra politica. Simona Contucci ha estromesso gli assessori travagliniani, passati di fatto in opposizione, e li ha rimpiazzati con altri due della sua maggioranza. Antonio Di Pardo ne ha dovuti cambiare tre, qualche giorno fa, ed ha fatto ricorso anche a un'assessora esterna, non avendo più nomi femminili spendibili in maggioranza per rispettare la parità di genere. Ma tutti e due hanno superato la tempesta, la Contucci da un anno e mezzo, Di Pardo da pochi giorni. Tutti e due, per il momento, hanno resistito all'attacco degli ex sindaci.
LE DIFFERENZE.
La prima sostanziale è che a Montenero la sindaca ha revocato gli assessori, viceversa a Petacciato sono stati loro a dimettersi. Nel centro più grande la crisi si trascinava da qualche mese, è esplosa dopo le regionali di giugno 2023 e infine è arrivato il caos di agosto. A Petacciato l'evoluzione è sembrata più rapida, a tratti improvvisa se non inaspettata. L'impressione è stata che si volesse togliere il terreno sotto i piedi al sindaco Di Pardo in tempo per tornare al voto in primavera. A Montenero, se anche fosse caduta l'amministrazione, si sarebbe andati incontro a un lungo commissariamento.
A differire pertanto è anche l'atteggiamento degli assessori usciti dalla giunta. A Montenero Tania Travaglini e Andrea Cardinali hanno dichiarato in Consiglio comunale di essere pronti a mettere da parte i contrasti post-regionali e rimanere in maggioranza. A Petacciato Lucia Marchesani, Federica Capodaglio e Giuseppe Greco si sono invece dimessi proprio per contrasti con il sindaco.
Altra differenza è nei rapporti di forza prima che Simona Contucci e Antonio Di Pardo diventassero sindaci. A Montenero il predecessore Nicola Travaglini aveva i numeri nel 2015 per vincere da solo, ma accolse gli ex e acerrimi avversari dipietristi forse perché spaventato dal ritorno in lizza di Nicola D'Ascanio. A Petacciato Roberto Di Pardo invece vinse con il contributo decisivo di Antonio Di Pardo. Questi proveniva infatti dalla parte avversa, quella che amministrava Petacciato da dieci anni con Gabriele La Palombara. E pare che all'origine del cambio di fronte vi fossero proprio contrasti con l'entourage progressista petacciatese. Pertanto, sia Di Pardo sia la Contucci hanno portato voti in dote, ma solo a Petacciato sono stati necessari per la vittoria.
Una differenza vi è poi nel ricambiare quell'accoglimento di avversari diventato occasione per arrivare al potere e anzi avanzare di grado. Roberto Di Pardo si è candidato per un posto in Consiglio regionale del Molise nel 2023, da sindaco in carica. Ce l'ha fatta per un soffio, ma è stato evidente l'apporto del suo allora vice, Antonio Di Pardo. In altre parole chi poi ha preso il testimone di sindaco gli ha portato in dote il suo bagaglio di voti, tuttora considerato consistente. Ergo, Roberto senza l'appoggio di Antonio in Regione non sarebbe arrivato.
Mentre a Montenero non sappiamo se Nicola Travaglini ce l'avrebbe fatta qualora appoggiato da Simona Contucci, nel 2018 sua assessora. Per il sindaco di Montenero la candidatura alle regionali fu una cocente delusione, tradito con tutte le evidenze del caso dalla sua maggioranza. Quanto alla Contucci, si narra che abbia appoggiato Salvatore Micone, della stessa lista del suo allora sindaco.
Infine, forse la differenza più sostanziale fra le crisi di Petacciato e Montenero, i rapporti di forza in maggioranza dopo trambusto, litigi e rimpasto. Antonio Di Pardo ha due numeri di maggioranza, avendo perso infatti cinque consiglieri nelle ultime due settimane (quindi 8 su 13). Va infatti ricordato che alle comunali 2024 a Petacciato si è presentata una sola lista, quindi non c'è stata una minoranza fin quando non si è creata nella stessa maggioranza.
Simona Contucci, dopo la crisi e il rimpasto dell'estate 2023, ha un solo consigliere di vantaggio. Un fattore da non sottovalutare e sono sempre i soliti rumors a raccontare di più o meno velati avvertimenti da parte dei suoi: attenta che se salta uno andiamo tutti a casa. Tradotto, sia Di Pardo sia Contucci vedono sulla testa pendere una spada di Damocle, ma nel caso montenerese la lama è più vicina. Tradotto ancora di più, se a un assessore o anche consigliere viene un capriccio qualsiasi, la sindaca Contucci deve stare più che attenta a gestirlo, prima di liquidarlo con un rifiuto.
Queste le principali differenze e similitudini fra le crisi che hanno colpito i due centri confinanti, in maniera inaspettata dopo l'ampia vittoria elettorale in tutti e due i casi. In comune hanno infine l'astio che si è creato fra ex e attuali sindaci. Una sorta di ritorno all'originale scontro, prima dei cambi di casacca, ma anche accoglimento, per mero interesse elettorale e per arrivare al potere.
Nella foto da sinistra Simona Contucci, Antonio Di Pardo, Roberto Di Pardo e Nicola Travaglini