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Il quarto anno della Contucci: fra dissapori interni, soccorso rosso e ritorno di big del passato

Analisi di fine anno dello stato di salute della maggioranza e della minoranza. I contrasti in giunta, gli ammiccamenti e le fughe in avanti di qualche assessore

La Redazione
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MONTENERO DI BISACCIA. Se l'allungarsi del mandato sia preso con favore o meno non è trapelato, quel che è certo è che nella maggioranza sono in corso manovre di riavvicinamento. O almeno tentativi, perché non mancano persistenti divisioni, capricci e difficilmente perdonabili fughe in avanti di assessori. Come consuetudine a fine anno l'analisi di come vanno le cose per l'amministrazione comunale. Un'analisi fatta adesso, come in passato, perché il 31 in genere la sindaca Simona Contucci pubblica la sua. Fatta di cifre e cose fatte o in procinto di partire, dalla fogna riparata all'avvio dell'asilo nido presso il terminal bus. Ma se il suo è un elenco preso direttamente dall'Ufficio contabilità, qui si vuole prendere in esame ciò che per ovvi motivi in quell'elenco non comparirà: qual è lo stato di salute della maggioranza? E della minoranza?
QUI MAGGIORANZA. Il primo dato da prendere in considerazione è che non si voterà a settembre 2025, scadenza naturale poiché si votò in autunno causa Covid nel 2020, bensì nella primavera successiva. Ne deriva che anche la campagna acquisti e le manovre pre elettorali partiranno con più calma. Lo stato di salute della maggioranza non è ottimale, ma non lo è ormai da un anno e mezzo, da quando cioè la stessa si è spaccata e ha perso due membri. Non bastasse, tensioni interne hanno coinvolto anche diversi dei sette rimasti al potere. Eppure sono ancora lì, per dirla alla Vasco Rossi.
Ma come finisce quella del 2024 rispetto alle altre tre fine d'anno trascorse?
Nel 2021 la posizione al comando della sindaca Simona Contucci è ancora più solida di un anno prima, al momento della vittoria elettorale. Si è in epoca Covid e com'è noto la pandemia ha visto più o meno tutti i sindaci, spesso inspiegabilmente, avere più consenso. Ma a parte questo, il prestigio personale della Contucci sarebbe stato con ogni probabilità al suo apice in ogni caso. Certo trapelano indiscrezioni su alcune frizioni interne, dovute principalmente alle correnti di riferimento di esponenti regionali. Ma non solo, perché è già cominciata la lotta intestina che, meno di due anni dopo, porterà alla rottura ufficiale con la componente facente capo all'ex sindaco Nicola Travaglini. In altre parole, in maggioranza già nel 2021 sono tre più la sindaca a voler tagliare il cordone ombelicale con la passata amministrazione. Indiscrezioni confermate dai fatti in seguito.
Riassumendo, alla fine del 2021 la leadership contucciana è più solida che mai, la componente travagliniana sopporta in silenzio.
Nel dicembre 2022 comincia a tenere banco l'argomento elezioni regionali, che si sarebbero tenute nel giugno successivo. Per mesi il toto candidature considera ed esclude Simona Contucci fra i papabili, lei nega sempre, ma ci sono validi elementi per ipotizzare che un pensierino ci sia stato eccome. Alla fine sulle regionali la maggioranza esploderà, ma è importante osservare com'è a dicembre il prestigio della sindaca che la guida: le indiscrezioni su contrasti con la componente travagliniana della sua giunta si fanno insistenti.
La conferma dai diretti interessati, con annesso show, arriva nella primavera successiva. 
Nel 2023 la maggioranza si divide in due, da un lato sette che sostengono la candidata alle regionali Fiorenza Del Borrello. Dall'altro lato due, fra cui la diretta interessata, a sostenere la rivale Tania Travaglini. Alla fine ha la meglio quest'ultima quasi doppiando l'avversaria che diventa così ex alleata, perché la maggioranza si spacca del tutto, rimpasto di giunta e caos totale.
Il risultato finale è una maggioranza ridotta di due elementi che comunque va avanti. Ma l'autorevolezza di Simona Contucci, a questo punto, può paragonarsi a quella di solo un anno e mezzo prima?
A fine 2023, pertanto, l'equilibrio non può che essere precario, che più non si può. Con un solo elemento di vantaggio, in Consiglio comunale, basta che a uno di maggioranza venga un raffreddore per far bocciare un ordine del giorno. Inevitabile che di fronte a tanta debolezza i capricci finiscano per moltiplicarsi. E infatti...
A fine 2024 la maggioranza arriva con la patologia più o meno stabilizzata. È l'anno dei contrasti interni anche fra i sette rimasti: sindaca, quattro assessori, presidente del Consiglio, consigliere comunale. Non fra tutti, sia chiaro, ma quasi.
In particolare è d'estate, ancora una volta, che si verificano i dissidi. Incrociati e alternati a fasi di quiete. L'editto di agosto arriva dopo che in giunta litigano Nicola Marraffino e Loredana Dragani. I settori da quattro diventano cinque, al dirigente che da diciassette anni regge urbanistica e lavori pubblici si vuole dare solo la manutenzione. Una riduzione di grado mascherata, è evidente. E costerà 53mila euro alle casse comunali. 
Contrasti anche tra Marraffino e la sindaca esplodono a fine agosto e sono risolti solo dopo l'intercessione del consigliere regionale Nicola Cavaliere. L'incontro avviene sotto un ombrellone alla Marina di Montenero, nel primo pomeriggio presso il lido frequentato dal gotha amministrativo. 
Ma nel frattempo pare che anche con l'assessora Fiorenza Del Borrello non ci sia più l'intesa di un tempo, tanto che la stessa è praticamente ignorata dalla sindaca quando prende una delega in Provincia dove è consigliera. In questi ultimi tempi, a onor del vero, pare che le due si stiano riavvicinando. Eppure, sempre i soliti rumors, vogliono che sia una tregua di facciata, o di convenienza politica.
Nel corso del 2024 è però sempre Nicola Marraffino a lanciarsi in fughe in avanti e sfuggire al controllo proverbiale della Contucci su tutto e tutti. Mollato Cavaliere, in Regione fa di tutto per avvicinarsi a Salvatore Micone. E ci riesce, per esempio sedendogli accanto durante un convegno sull'agricoltura. Ma c'è di più ed è di questi giorni. Il 28 dicembre ci sarà presso la sala consiliare un incontro sul vino, che prevede interventi di addetti ai lavori e amministratori comunali. Fra questi la sindaca, Cabiria Calgione e Nicola Marraffino. Chi è la grande esclusa? Loredana Dragani, che è assessora anche all'Agricoltura, sarà fra il pubblico. Un qualcosa che pare le abbia dato fastidio eccome, non essere del parterre che siederà dietro i banchi di legno di ciliegio. In fondo, la viticoltura è una branca nobile dell'agricoltura, la sua delega.
Un lontano ricordo, in questa fine di quarto anno di mandato, il controllo quasi creakleliano di qualche anno fa che aveva la sindaca. Tuttavia, continua a tenere lei le redini, e la sua corrente è pronta a scommettere che la sua ricandidatura sia certa. Si vedrà, perché negli ambienti di centrodestra locale non mancano malumori, non solo nella componente travagliniana. Dal canto suo Simona Contucci si fregia del sostegno del presidente della Regione Francesco Roberti e del consigliere regionale Roberto Di Pardo. Mentre resta da verificare la posizione del senatore Costanzo Della Porta: finora ha avuto un atteggiamento molto defilato, anche quando la sua esponente Tania Travaglini è stata cacciata dalla sindaca. Negli ambienti Fdi monteneresi sostengono che non sia un fan della Contucci, lei lo accoglie sorridente quando c'è qualche festa di paese. Chissà.
QUI MINORANZA. Ultimamente i due gruppi di opposizione sembrano essersi rilassati, un po' come fecero durante il primo anno di mandato. Un mezzo Aventino. Ma a parte il fastidio che potrebbero infliggere agli avversari, come si stanno approcciando per provare a vincere la sfida elettorale nella primavera 2026. Anche in questo caso non sembrano muoversi troppo, non apertamente. E così si fa strada sempre più la voce che possa tornare un big del passato: Antonino D'Antonio. Ha ricoperto gli incarichi di consigliere e assessore negli anni 1997-2010, artefice del nuovo Piano regolatore, ma anche dell'alleanza con l'allora centrodestra, quando la sinistra esaurì la sua spinta propulsiva e inventò la scusa della speculazione edilizia al mare. Fu allora che arrivò Nicola Travaglini a indossare la fascia e da allora il centrosinistra boccheggia, a Montenero come altrove. Il suo obiettivo, da centrista, sarebbe di riportarlo al potere, ma nel frattempo dovrebbe ricompattare una coalizione che per tara genetica è litigiosa.
Che l'ex assessore e vice sindaco voglia tornare in campo lo sa anche la sindaca Contucci. Di più, avrebbe già provato a portarlo dalla sua parte: il soccorso rosso bis cui su Monteneronotizie abbiamo più volte accennato. In due occasioni. La prima era a un matrimonio a giugno, dove era invitata quasi tutta la maggioranza e lo stesso D'Antonio. A intercedere in quel caso sarebbe stato Marraffino. La seconda occasione invece a ottobre, allo stadio, dove il sindaco di Petacciato Antonio Di Pardo pare abbia consigliato di competere insieme alle prossime comunali.
Va da sé, fosse andata in porto l'alleanza, che la prima richiesta sarebbe stata la fine immediata delle ostilità in Consiglio comunale da parte dei due componenti vicini a D'Antonio: sua figlia Giulia e Nicola Palombo. Il soccorso rosso, appunto, con un gioco di sponda degno dell'ottavina reale di nutiana memoria (ma bisogna saper tirare come Francesco Nuti). Con due consiglieri di minoranza dalla sua parte la Contucci potrebbe tenere a bada i bollenti spiriti che ogni tanto agitano la sua coalizione. Per il momento il soccorso rosso con gioco a otto sponde non sembra aver funzionato.
E la conclusione è che da qui a un anno, quando la campagna elettorale sarà praticamente alla vigilia, può succedere di tutto.
Nella foto la sindaca di Montenero di Bisaccia Simona Contucci

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