MONTENERO DI BISACCIA. "Ai giovani che adesso entrano in ballo, che hanno preso la patente ma già pensano di guidare le Ferrari, voglio soltanto dire lealtà , rispetto e coerenza". E trovare a chi si riferisse Teresio Di Pietro non sarà semplicissimo, ma ci si proverà . Perché lui, ieri sera, di nomi non ne ha fatti, ma di bordate qua e là ne ha dispensate eccome. E le più interessanti, va da sé, sono quelle riferite alla sua parte politica e quindi all'attuale amministrazione comunale. Il ferrarista in erba con poco controllo del dodici cilindri, in altre parole, alberga nel centrodestra montenerese, ma è meglio procedere con ordine.
Comizio in piazza ieri sera a Montenero per i candidati dell'Udc alle regionali del 25 e 26 giugno. A fare gli onori di casa il menzionato Teresio Di Pietro, per altro segretario regionale del partito centrista del quale ha rivendicato con orgoglio le origini: la Democrazia cristiana. Accanto a lui i candidati e ospite d'eccezione Lorenzo Cesa, politico di lungo corso nell'Udc, di cui è segretario nazionale.
Teresio Di Pietro ha iniziato il suo intervento parlando di impazzimento della maionese politica a Montenero. Si riferiva al centrosinistra e a quanto accaduto qualche sera fa, ossia al litigio per la presenza del candidato presidente Roberto Gravina sul palco del Movimento 5 stelle e non, come si chiedeva, in un eventuale comizio di coalizione. Però le bordate più attese, se non altro perché da giorni erano nell'aria, sono state quelle che Di Pietro ha indirizzato alla sua parte politica. E lo ha fatto innanzi tutto ricordando le delusioni elettorali sua nel 2018, come candidato alla Camera, e di sua moglie Gianfranca Marchesani nel 2013 alle regionali. Quest'ultima, mentre era assessora accanto al sindaco Nicola Travaglini, "veniva invitata dall'allora amministrazione comunale a candidarsi. Lei si candidò, ma da chi ottenne i voti? Solo i voti che appartenevano a noi – il commento di Teresio Di Pietro -. E coloro i quali l'avevano spinta a candidarsi, con una mano l'hanno spinta a candidarsi e con l'altra mano poi se ne sono fregati".
Si era detto che le bordate alla propria parte politica erano attese. Sono arrivate, e vale la pena di tenere a mente il cognome dell'ex sindaco citato poco fa.
"Ai giovani che adesso entrano in ballo, che hanno preso la patente ma già pensano di guidare le Ferrari, voglio soltanto dire lealtà , rispetto e coerenza. Io non ce l'ho con nessuno – ha continuato il segretario regionale Udc, nonché montenerese doc come lui stesso si definisce -, non mi sento il padrino di nessun candidato. Ognuno era libero di scegliere cosa voleva fare (…), sono soltanto risentito di fronte al nuovo che avanza che si è dimostrato più becero del vecchio, hanno fatto della menzogna il loro modo di vivere. Si parla di fiducia e di futuro, ho dato fiducia al futuro che avanzava, ma se questo nuovo che avanza ha queste radici infette, mi voglio tenere il mio vecchio".
Un Teresio Di Pietro sibillino? Abbastanza, ma stava parlando della sua parte politica, questo era fin troppo chiaro. Tant'è che subito dopo è arrivato il carico da undici: "Ho legato il mio nome alla nascita di questa amministrazione comunale (…), e adesso è arrivato forse il momento di chiedere scusa, a tante persone a cui ho indicato una via. Non mi riferisco al sindaco di Montenero, a Simona (Contucci n.d.r.) che mi ha detto che sarebbe arrivata. Mi riferisco a qualche scolaretto un po' indisciplinato nell'aula del Comune, che pensano una volta arrivati al Comune di poter fare ciò che vogliono. Chiedo scusa a tante persone a cui sono andato a chiedere il voto per persone che non meritavano la mia fiducia".
Nella voce, in quel momento preciso, un accenno di commozione. Infine la chiosa: "Il 14 giugno è stato la festa dei donatori di sangue, noi a Montenero la festa l'abbiamo anticipata, abbiamo sei candidature e nessuna ha un filo logico. Vi siete mai chiesti perché ci sono cinque donne candidate a Montenero? Non si è chiesto il candidato, non si è chiesto di dare rappresentanza al paese, si è chiesto solo di dare sangue, sangue, sangue, che significa voti per questo e per quell'altro". Si riferiva in tutta evidenza al fatto che si possano dare due preferenze purché di genere diverso, a un maschio e a una femmina. A Montenero sono candidate quasi tutte donne, la sua tesi, per fare la campagna elettorale in tandem con colleghi uomini di altrove e far arrivare loro i voti monteneresi.
Ma con chi ce l'aveva Teresio Di Pietro? Come spesso capita i politici non fanno nomi durante gli attacchi più audaci. E spesso tocca farli a chi si occupa di informazione e per questo, anche in questa occasione, ci prova Monteneronotizie. Il centrodestra conta in loco due candidate: Fiorenza Del Borrello (Lista del presidente) e Tania Travaglini (Fratelli d'Italia). Un qualcosa che ha avuto forti ripercussioni sulla maggioranza consiliare, facendone emergere criticità fino ad allora cercate di tenere a bada dalla sindaca Simona Contucci in primis. Ma Teresio Di Pietro ha detto espressamente, nel comizio di ieri, di non avercela con la prima cittadina. E quest'ultima è il primo sponsor di Fiorenza Del Borrello. Ergo, se la matematica non è un'opinione nemmeno in politica, il segretario Udc non poteva che riferirsi all'altra candidata, a Tania Travaglini. La quale, oggi alle regionali e nel 2020 alle comunali, era sostenuta dall'omonimo ed ex sindaco Nicola.
E allora, continuando a dedurre, la giovane neopatentata che rischia di farsi prendere la mano dalla Ferrari è Tania Travaglini. D'altronde lo stesso Di Pietro pare abbia manifestato disappunto, c'è chi ha parlato di ira, quando la giovane assessora comunale ha accettato la candidatura con Fratelli d'Italia alle regionali. Ma se la Travaglini è lo "scolaretto un po' indisciplinato", l'ex sindaco e omonimo Nicola è per forza maggiore coinvolto, essendone come detto il principale sponsor. E d'altronde nella recente crisi amministrativa, poi rientrata ma non si sa quanto risolta, l'ex primo cittadino avrebbe avuto un non irrilevante ruolo, sebbene dall'esterno. Non bastasse, aver rivangato il mancato sostegno a sua moglie alle regionali del 2013 significa puntare l'indice su Nicola Travaglini. Era lui sindaco quando quelli che "l'avevano spinta a candidarsi, con una mano l'hanno spinta a candidarsi e con l'altra mano poi se ne sono fregati".
La spaccatura in maggioranza sta con le regionali raggiungendo il suo acme e si vedrà come andrà a finire dopo il 27 giugno. In conclusione, riprendendo le parole di Teresio Di Pietro, pare che la "maionese politica" a Montenero non sia impazzita solo dall'altra parte. Con una differenza: quando litiga chi ha il potere fa più rumore, anche se sono meno candidati a queste regionali.
Il video dell'intervento di Teresio Di Pietro