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L'anno timido della maggioranza e le occasioni perse dalla minoranza

Analisi al secondo anniversario di amministrazione Contucci: dai nervi scoperti di Pnrr e South Beach alla reputazione sociale. Ma rivincerebbe se si votasse oggi

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MONTENERO DI BISACCIA. Un anno vissuto timidamente per la maggioranza, ma più occasioni perse anche per la minoranza. Questa una prima sintesi quando l'amministrazione guidata da Simona Contucci festeggia il secondo anniversario. Era infatti il 21 settembre 2020 quando vinceva le elezioni comunali con ampio margine e diventava il primo sindaco donna di Montenero. Una data che anche volendo non potrà diventare una solennità laico-politica, poiché coincide con la festa patronale. Tuttavia, come ogni anno, diventa occasione per stilare un bilancio. E se cifre e risultati saranno l'esclusivo contenuto di eventuali comunicati ufficiali, qui si vuol porre l'accento su altri argomenti.
L'ANNO TIMIDO DELLA MAGGIORANZA
Il Pnrr è già un'occasione persa? Su Monteneronotizie all'argomento Piano nazionale di ripresa e resilienza abbiamo dato da subito spazio. Duecento e passa miliardi di euro di finanziamenti in tutta Italia rappresentano qualcosa di inedito. Qualcosa di mai visto sicuramente dai diciassette predecessori (qualcuno ha fatto più mandati) di Simona Contucci dal 1945 a oggi. Ma a Montenero finora sono arrivate solo briciole, su svariati milioni di euro possibili poco più di seicentomila, tutti per digitalizzare i servizi. Ciò che, per i più maligni, sarebbe arrivato anche se non fosse stato richiesto dall'amministrazione comunale. Il resto parla di quattro progetti sui sei presentati già bocciati e altri due che chissà. Uno dei due riguarda l'evoluzione della raccolta rifiuti verso il controllo dell'immondizia conferita dai singoli, ai quali attribuire anche una "reputazione sociale". E' scritto davvero così nel progetto. Il paradosso, pertanto, è che bocciati nuova scuola, giardini dietro il santuario ecc. potrebbe passare il controllo sulla reputazione dei cittadini da parte degli amministratori. Dovesse andare in porto, significherà per gli osservatori affetti da dipendenza da scrittura avere un bel po' da fare, affinché i contemporanei ne sappiano e i posteri, presumibilmente, ne ridano.
Altro aspetto singolare, quando si dice il destino, è stato che qualche settimana fa, nelle stesse ore, il sindaco di Petacciato Roberto Di Pardo ha annunciato fiero di aver ottenuto il finanziamento per l'asilo nido, mentre l'amministrazione comunale di Montenero di aver realizzato l'area per i cani. Attenzione, il nido a Montenero non lo si vuole per una precisa – e motivata – scelta politica. Si può essere d'accordo o meno, ma la maggioranza ha spiegato con chiarezza perché ritiene uno spreco un'opera del genere, adesso. Altresì l'area dedicata ai quattro zampe è stato un successo e incontra il favore generale. Tuttavia, uno annunciava un finanziamento di un milione e duecentomila euro, mentre a Montenero un'opera sì utile, ma imparagonabile in termini di cifre. Per l'area canina, tra l'altro, il Pnrr non c'entra niente, si poteva fare lo stesso assieme ad altre opere. In definitiva, Simona Contucci aveva 12 anni quando sul palco dell'Ariston tre star italiane intonavano "Si può dare di più". Vale la pena di memorizzare quella hit targata anni Ottanta, sarà usata ancora e non solo per chi è al comando.
Controllo, rimproveri per tutti e lucchetti. Va detto che a differenza del predecessore l'attuale sindaca torna sui suoi passi qualche volta. Lo ha fatto per esempio togliendo, molto a malincuore come ha dichiarato, i lucchetti dai campetti in piazza e in via De Gasperi. Erano stati ristrutturati, bell'erbetta sintetica, ma erano chiusi e aperti solo su prenotazione.
Qualche mese dopo la marcia indietro, meno male, però resta l'atteggiamento proteso al controllo, all'ordinanza facile, al rimprovero. D'altronde, non è forse obiettivo di uno dei pochi progetti Pnrr presentati la "reputazione sociale"? A maggio l'ordinanza che ammoniva a non gettare rifiuti a terra, con buona pace di chi pensava fosse una cosa ovvia. In particolare la giunta se la prendeva con fumatori e divoratori di gelato, rei di gettare a terra mozziconi e cartacce. Dulcis in fundo, da non credere, l'invito a segnalare i trasgressori alle forze dell'ordine. Vale la pena di dirlo meglio: se si vede qualcuno gettare a terra un mozzicone bisognerebbe correre a denunciare, trasformarsi tutti in giustizieri o, se si preferisce, in spioni che a propria volta possono essere oggetto di delazione. Si dirà che l'ordinanza concerneva il divieto di gettare rifiuti ben più ingombranti, da qui l'invito alla segnalazione dei trasgressori. Sarà, ma se si mettono insieme anche i mozziconi, citati ben due volte, il rischio per gli inquilini pro tempore del Palazzo di passare per rieducatori è dietro l'angolo. 
Un inedito paternalismo comunale con tratti di autoritarismo. Inedito perché sconosciuto ai sindaci dell'era repubblicana, dal primo (liberale) Carlo Caroselli a chi aveva la tessera con falce e martello, fino al 2015. Poi qualcosa è successo e sono arrivati i moniti, i cartelli pieni di ovvietà all'ingresso dei parchi, una quantità smodata di ordinanze ecc.
Il tormentone pruriginoso del South Beach. E' ragionevole ipotizzare che non si farà più il mega progetto annunciato da Nicola Travaglini e l'allora assessora Simona Contucci a fine mandato, appena qualche giorno prima che esplodesse la pandemia. Un investitore canadese arrivava in municipio, foto di rito tutti sorridenti di fronte alla prospettiva di realizzare cinque milioni di metri cubi in riva al mare, proprio dove non c'è niente, a sud del fiume Trigno. 

Il resto è storia nota, polemiche ambientaliste da ogni dove, dubbi sulla reale possibilità che si possano edificare mini grattacieli, un imprenditore che non si vede in Comune da una vita ecc. Qui vale la pena, adesso, di soffermarsi sull'aspetto politico locale. Ed esso dice che il South Beach, comunque vada a finire, è una tegola sull'amministrazione Contucci. Dopo aver ascoltato per mesi che non si era mai presa una posizione favorevole o contraria, ma solo di ragionevole valutazione, sono uscite due lettere imbarazzanti, come in un giallo alla montenerese ancora da scrivere. Contenevano l'adesione entusiastica della sindaca a inizio 2021. Una vittoria per la minoranza ma, attenzione, solo una parte di essa e precisamente quella che fa capo a Fabio De Risio e Gianluca Monturano. Gli altri due consiglieri di opposizione, inizialmente anch'essi duri contro il South Beach, negli ultimi mesi hanno lasciato che a occuparsene e creare seri imbarazzi alla maggioranza fossero solo i due summenzionati colleghi. Ci fosse stata una minoranza coesa, l'azione avrebbe potuto essere ben più incisiva. Occasione persa, non è l'unica.

La fine dei bollettini Covid. Dall'11 ottobre 2020 al 29 marzo 2022 la sindaca Contucci ha pubblicato 186 comunicazioni relative al Covid. Messe insieme fanno qualcosa come oltre cinquanta pagine A4 con indicati, giorno per giorno, il numero dei positivi in paese, ricoverati ecc. ma anche rimproveri vari un po' a tutti, secondo un mantra avviato da chi l'ha preceduta sul massimo scranno civico a fine mandato. Da un po' i sindaci di Montenero, ma non sono gli unici, si sono trasformati in severi docenti di senso civico e norme di comportamento. Dopo il 186° bollettino di colpo più niente, fine, stop, basta, senza preavviso e senza annunci. Non si hanno notizie di persone che si siano stracciate le vesti affinché ricominciasse, ma ci si può sbagliare.
Multae et circenses. E' un vezzo ormai decennale quello di colorare di una tinta a metà strada fra il rosso e il blu un giorno d'estate e chiedere, quasi esigere, di fare le ore piccole. Si chiama notte fucsia e quest'anno è costata alle casse comunali 16500 euro solo per il cantante, il quale in termini di pubblico non pare aver fatto meglio di un meno noto collega qualche settimana prima, in una festa organizzata da un privato. Può un'amministrazione comunale diventare un terzo comitato feste e mettersi in concorrenza nell'organizzazione di eventi ricreativi? Si può temere a tal punto che non si affolli la piazza – solo quel giorno – da tormentare via social tutti affinché non si manchi all'appuntamento dell'anno? Inoltre stanno anche passando di moda le notti bianche, partite con tutt'altro scopo molti anni fa.
E' ragionevole puntare tutto su un giorno, fare di quella notte dal colore improbabile una sorta catarsi per un paese vuoto per tutto il resto dell'anno? Una piazza vuota dove in estate vige un divieto di sosta serale che, più volte, ha visto multata quell'unica auto che non aveva notato il segnale (per altro ce ne sono talmente tanti), da sola in un deserto "giro di Villa" con un bel foglio rosa sotto il tergicristallo. Può essere complicato spiegarlo all'avventore occasionale. E ancora: è conveniente per un'amministrazione comunale fare del divertimento la propria mission? Non erano altri i suoi compiti?
LE OCCASIONI PERSE DALLA MINORANZA
E qui più che di minoranza bisogna parlare di minoranze, poiché esattamente un anno fa i quattro suoi esponenti si dividevano e formavano due gruppi separati (in tutti i sensi).
Il gruppo misto è formato da Nicola Palombo e Giulia D'Antonio, che oggi siedono sull'ala destra in Consiglio comunale. Fabio De Risio e Gianluca Monturano hanno invece mantenuto il nome originario, Montenero che rinasce. Siedono nelle assise sull'ala sinistra, dirimpetto agli ex alleati di opposizione. 

Si è detto dell'occasione persa col South Beach, dove alla fine tutto è stato fatto da Monturano e De Risio. In particolare quest'ultimo, fin troppo battagliero, ha fatto conoscere anche con qualche colpo di teatro in Consiglio e sui social le lettere e le contraddizioni della maggioranza che hanno generato tanto fastidioso dibattito, che a volte si è cercato di evitare in modo maldestro. Ne consegue che anche per i due esponenti del gruppo misto, che all'epoca del citato successo sanremese avevano cinque e quattro anni, vale il motto "si può dare di più".
Errore aver lasciato fare tutto a De Risio. E' vero che la sua candidatura è stata accettata con qualche mal di pancia. E' vero che se avessero vinto non avrebbero probabilmente litigato, non così platealmente almeno. Ma è anche vero che farlo andare avanti in solitaria, a volte con rabbia eccessiva non sempre giustificabile da certo atteggiamento della maggioranza, ha significato sì far emergere le difficoltà negli ambienti contucciani, ma ha anche ribadito che allo stato un'alternativa non può essere rappresentata dall'attuale minoranza. Altresì De Risio, nel cercare pedissequamente qualcosa su cui attaccare gli avversari, più di qualche volta rischia di avvicinarsi al populismo. E sì che ormai è considerato organico al Movimento 5 stelle. Far fare tutto a lui a chi giova? Si aggiunga che spesso e volentieri i due gruppi di minoranza litigano pubblicamente in Consiglio. Non solo, l'ultima volta la sindaca Contucci ha platealmente lodato Nicola Palombo e Giulia D'Antonio, a suo giudizio non colpevoli della scissione della minoranza a suo tempo. I due non si stanno avvicinando alla maggioranza come si vocifera forse con certa cattiveria negli ambienti di minoranza e civetteria in quelli di maggioranza, però simili "carezze" non richieste creano almeno imbarazzo.
SE SI VOTASSE OGGI?
Rivincerebbe la sindaca in carica, se non altro per mancanza di avversari. Non presi singolarmente, perché non è difficile in ogni epoca trovare elementi validi e capaci; piuttosto è complicato, già da un po', creare un gruppo che funzioni e che sia in grado di avere appeal elettorale come lo ha, fuor di dubbio, l'attuale maggioranza.
A meno di sperare in crisi imprevedibili o di voler fare salti della quaglia e passare con i vincitori, la scalata al Palazzo si prepara in anticipo, uniti. Sta avvenendo dalle parti di Palombo e De Risio? Parrebbe di no e il paradosso è che la maggioranza dopo appena due anni non sembra godere più del grande favore accordato alle elezioni. La delusione è palpabile, può dar fastidio leggerlo, ma sono persino elettori della Contucci a dolersene, a realizzare un po' arrossendo che si potrebbe e dovrebbe fare di più (di nuovo la canzone che ha vinto Sanremo). Specie in settori strategici, tralasciando le festicciole e le iniziative a effetto buone solo per non si sa quanto sinceri like sui social. Ma Simona Contucci ha qualcosa che manca tragicamente negli avversari: la sua leadership non è e non è mai stata in discussione. 

Nonostante tutto, al comando c'è lei e il suo carisma è ancora tangibile, è sempre un riferimento stabile, forse solo un po' appannato. Una tranquillità sulla quale bisogna stare attenti a crogiolarsi tuttavia, lo insegna la storia montenerese, dove i colpi di scena sono spesso arrivati con breve preavviso. 
Una nota, in chiusura, sia consentita a proposito dello spirito critico montenerese. Vivace e presente anche nelle rare fasi di acclamazione a furor di popolo di un sindaco (la Contucci è la seconda nell'ultimo mezzo secolo a beneficiarne), sembra essere calato di tono negli ultimi anni. Eppure quello spirito critico non è ancora in coma. Ed è un bene. Sempre.
Nelle foto dall'alto: giunta e promotori del South Beach nell'ufficio del sindaco, Gianluca Monturano e Fabio De Risio, Nicola Palombo e Giulia D'Antonio, la sindaca Simona Contucci

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